Simona Verrazzo, Libero 13/3/2014, 13 marzo 2014
LEVA OBBLIGATORIA PURE PER GLI EBREI ORTODOSSI
Mesi di dibatto dentro e fuori la Knesset, il Parlamento israeliano, accompagnati da proteste anche fuori i confini dello Stato ebraico. Ma alla fine la rivoluzione è arrivata a termine: l’esenzione al servizio di leva per gli ultraortodossi (quella noma come la comunità haredì) è stata abolita, modificando un assetto in vigore dalla nascita dello Stato ebraico. La bozza di legge è passata in una Knesset svuotata dal boicottaggio dell’opposizione, con 67 voti a favore e uno solo contrario. La misura, che entrerà pienamente in vigore nel 2017, prevede quote annuali di arruolamento per la popolazione ultra-ortodossa. Nel caso non si raggiunga il numero previsto – per il 2017 è stata fissata a 5.200 giovani – la coscrizione obbligatoria varrà per tutti, pena il carcere, con l’esclusione di soli 1.800 «studenti di talento».
Si tratta di una vera rivoluzione per Israele che, nonostante le numerose prove militari a cui è stato sottoposto da quando esiste, era finora sempre riuscito a non coinvolgere quella fetta di popolazione ultraconservatrice, dedita allo studio della Torah. Ma già da almeno un paio di anni si chiedeva un cambiamento, perché il dove della leva fosse uguale per tutti, in uno Stato dove è obbligatorio anche per le donne. La riforma è stata promossa dal ministro centrista delle Finanze, Yair Lapid, proprio in nome della “condivisione degli oneri”, posizione per nulla condivisa dagli haredì. «Lo Stato d’Israele ha perso il diritto di definirsi Stato ebraico e democratico» ha immediatamente commentato il parlamentare ultraortodosso Moshe Gafni del partito United Torah Judaism.
Secondo la comunità ultra-ortodossa, i giovani compiono il loro dovere pregando e studiando i testi sacri piuttosto che imbracciando il fucile. Dall’altra parte è diffusa la convinzione che l’esenzione dalla leva sia stata un’ingiustizia storica compiuta alla fondazione di Israele nel 1948.