Fabio Tonacci, la Repubblica 13/3/2014, 13 marzo 2014
I VELENI DI MASTERCHEF
Tre scommesse partite da Milano verso Malta il giorno della finalissima rimettono Masterchef a rosolare in padella. Dopo le polemiche sulla collaborazione del vincitore Federico Ferrero con la Barilla, che del talent show culinario è sponsor, dopo la precoce diffusione del suo nome dall’Ansa prima della proclamazione in diretta e le accuse di Almo, l’edizione più vista di Masterchef (1,4 milioni di spettatori durante l’ultima puntata) finisce in un esposto alla magistratura presentato da Magnolia e Sky, i produttori e l’emittente.
È successo che il 6 marzo intorno alle 14, poche ore prima della messa in onda della finale, sono arrivate via internet a Bet1128, un’agenzia con sede a Malta che non ha l’autorizzazione dei Monopoli italiani, tre puntate di una certa consistenza sulla vittoria di Ferrero: una da 9mila euro, le altre da 7mila e da 4.500 euro. In quel momento a sapere qual era il nome nella busta sigillata, scritto a mano da Carlo Cracco, erano Cracco stesso, gli altri due giudici Bastianich e Barbieri, più alcuni responsabili di Magnolia. Nemmeno il regista, Umberto Spinazzola, ne era a conoscenza.
«Quelle scommesse ci sono sembrate anomale e le abbiamo bloccate», racconta Fabrizio Girolla, responsabile Marketing di Bet1128. Che spiega: «Avevamo quote solo sui semifinalisti di Masterchef Italia, ma fino ad allora avevamo raccolto poche centinaia di euro». Poi, all’improvviso, i ventimila euro puntati sul nome di Federico, dato per sfavorito (era pagato a 2,25) rispetto agli altri due, Almo ed Enrica. Un flusso sospetto, che si porta dietro l’imbarazzante corollario della fuga di notizie.
A scommettere sono state tre persone con il conto aperto con Bet1128 (per iscriversi hanno inviato fotocopia della carta d’identità e lasciato i dati bancari), sono italiani residenti a Milano, sono giocatori abituali i cui cognomi non corrispondono a nessuno di quelli della squadra di Magnolia.
«Siamo noi la parte lesa — ricordano dalla società di produzione — non c’è stata nessuna irregolarità. Ora vogliamo conoscere l’identità di chi ha fatto quelle puntate ». Bet1128 è disposta a collaborare, ma solo con l’autorizzazione della Lga, l’autorità maltese che dà le concessioni.
Ma, nomi a parte, l’episodio costringe a uno sforzo di ricostruzione. Perché non sfugge che Milano sia anche la città dove Masterchef è stato girato, tra giugno e luglio al Teatro di Posa, e montato. Tutte le dodici puntate trasmesse erano registrate, frutto di un enorme lavoro di post-produzione a cui hanno partecipato una ventina di persone. Solo i 15 minuti della finale del 6 marzo, in cui Cracco proclama il vincitore, erano in diretta. Qualcuno ha allungato l’occhio durante il montaggio? L’azienda lo esclude, perché anche la scena mandata in onda in cui i tre giudici si radunano in uno stanzino e decidono il vincitore era «di servizio», niente di più che una ricostruzione: il nome di Ferrero giaceva dal 27 luglio scorso nella busta chiusa con la ceralacca depositata dal notaio Sciarrone.
Un segreto affidato a un pugno di persone per otto lunghi mesi. Troppo, per rimanere inviolato. «Le polemiche sono spesso la misura del successo – dice in una nota Sky – Come si fa ad accettare puntate e stupirsi che vi siano anomalie quando è trascorso così tanto tempo? Non a caso su Masterchef i monopoli italiani non hanno mai autorizzato scommesse».
Rimane quella ingombrante collaborazione del vincitore con lo sponsor del programma, avvenuta però due anni fa, quando Ferrero, che di lavoro fa il nutrizionista, ha partecipato a un workshop sull’alimentazione organizzato dalla Barilla. Pure dietro a quel lancio delle 23.03 dell’Ansa non ci sarebbe granché di arcano, solo un accordo male interpretato che doveva facilitare il lavoro ai giornalisti. E però tutto continua a rosolare, a fuoco lento. La finale di MasterChef non finisce mai.