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 2014  marzo 12 Mercoledì calendario

CHRISTIANE FILANGIERI MA MIO FIGLIO VORRÀ LE MÈCHES?


E’ mercoledì, piove, siamo a roma. Ma lei è felice, il tempo che noi chiamiamo uggioso per Christiane Filangieri è aria da respirare a pieni polmoni. Bionda, alta, sottile, porta colore e allegria. Anche se è reduce da un set – quello dei Cesaroni 6, che terminerà ad aprile, in attesa della messa in onda autunnale – e da notti non proprio riposanti con suo figlio Alessandro, quasi 2 anni. D’altra parte, si capisce in fretta che l’attrice – arrivata terza a Miss Italia ’97, ha recitato nei Liceali 3, in Ho sposato uno sbirro e in altre fiction, oltre che in qualche film – ha questo talento di sorridere anche di ciò che nella vita quotidiana gli altri trovano difficile. E lo stesso succede ai suoi personaggi fiction, come la Sofia che, vedova con tre figli e malata, torna a Roma dopo vent’anni per ritrovarsi vicina di casa di Claudio Amendola, con cui «ci sarà qualcosa nell’aria».

Tre figli non sono pochi per una che ha 35 anni e ne dimostra anche meno.
«E la mia primogenita ha 20 anni, nella fiction. Ma è una questione di cliché, potrei quasi esserci, ed è pieno di mamme che sembrano quasi sorelle delle figlie».
Che cosa c’entra la malattia con una commedia come I Cesaroni?
«Questa stagione è leggermente più “seria” del solito. Però, resta un appuntamento rasserenante, perché in periodo di crisi la gente vuole cose non troppo drammatiche».
Ne è sicura? Non è che in Tv l’immagine della donna è un po’ troppo edulcorata, piena di mamme tanto inappuntabili quanto inverosimili?
«Ricordo che quando giravamo lo Ho sposato uno sbirro, dove eravamo genitori di due gemelline, Flavio Insinna diceva: metteteci le occhiaie, il rigurgito, qualcosa di vero. Anche qui ho lottato, per esempio per avere i capelli non proprio perfetti. Abbiamo deciso di lasciare in giro i panni da stirare, per rendere il tutto un po’ più vero».
Quanto alle occhiaie, come fa se Alessandro non dorme e lei deve stare sul set al mattino presto? Ci pensa suo marito, l’imprenditore Luca Parnasi?
«No, faccio le lotte con lui, per mandarlo a letto: lavora più di me, è giusto che riposi. E poi, da quando sono mamma, mi ritrovo energie che prima non avevo».
Da madre capirà anche le preoccupazioni di Sofia. Tanto più che lei ha perso presto il padre, e sua mamma l’ha a lungo accudito.
«Papà è stato male per sette anni, ha avuto diversi ictus e nel 2012 è mancato. Io e mia sorella Yvonne, che ha cinque anni più di me, abbiamo una madre che è un carrarmato di positività ed energia: lo alzava, a volte si incastrava e rideva, lo portava al ristorante».
Lei viveva con i suoi in quel periodo?
«Iniziavo a lavorare, mia mamma e mia sorella dicevano che vedermi in Tv le distraeva. Sa, papà assomigliava molto a Giorgio Napolitano: quando vedo le sue foto quasi mi confondo. Si conoscevano anche, andavano insieme all’università e giocavano sempre a ping-pong».
Chi vinceva?
«Papà era molto bravo».
Quindi, nonostante la malattia, in casa non c’era una sensazione di depressione?
«No, mio padre era abituato ad avere problemi medici, aveva avuto 17-18 operazioni. Pensi che usava come fermacarte un pezzo di femore che gli avevano tolto».
Sua madre aveva 40 anni quando lei è nata, suo padre 53: è per questo che lei ha scelto di avere figli presto?
«Veramente, mia mamma ha un’energia che ancora oggi è difficile da spegnere. Ho imparato che quando c’è un bel rapporto va bene comunque».
Quando è nato Alessandro, è cambiato qualcosa nel suo lavoro?
«Ho ricominciato quando ancora allattavo, girando Gli anni spezzati a Belgrado: un incubo, cercavo disperatamente un tiralatte che non si trovava in tutta la città».
Ha temuto di perdere opportunità di lavoro, a causa della maternità?
«Non ci ho pensato. Da mamma vedi tutto diversamente. Non solo nel lavoro: l’altro giorno dal parrucchiere è entrato un ragazzo vestito alla moda. “Che fai, guardi?”, mi ha chiesto l’amica che era con me. No, me lo studiavo pensando a come diventerà mio figlio, a cosa penserei se andasse a farsi le mèches dal parrucchiere».
Quest’anno, per ricordare l’anniversario della Prima guerra mondiale, uscirà Le lacrime delle Dolomiti di Sesto, dove lei ha una parte. Di che cosa si tratta?
«È un film che racconta il versante italiano ma anche quello tedesco della guerra. Io sono la fidanzata di un soldato italiano. Per andarlo a trovare, parto travestita da alpino, e mi violentano. Per fortuna non si vede».
L’avrebbe imbarazzata questa ripresa?
«Non sono una grande amante delle scene di nudo, trovo più sensuale il collo del corpo in orizzontale. Secondo me, bisogna sempre fermarsi un attimo prima».
Dopo Miss Italia, ha più visto le altre concorrenti?
«Vedo Vincenza Cacace, che ha vinto. E sento spesso Caterina Murino, che era arrivata sesta».
Nella sua edizione c’erano anche Elisabetta Gregoraci e Mara Carfagna. Rispetto alla vincitrice, siete diventate tutte più famose.
«A me stare nelle retrovie piace. Certo, ti devi dar da fare. Ho conservato le cartine di Roma con i posti a casa di dio dove andavo a fare i provini, e ho ancora gli stivali che ho consumato a furia di girare».