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 2014  marzo 13 Giovedì calendario

MUTANDE

«Non so se è per le medaglie o per quella pubblicità in mutande che è su tutti i giornali ma la gente ora mi conosce di più. A Milano mi hanno anche chiesto di calare il finestrino per firmare l’autografo a un semaforo» (Christof Innerhofer)

FOLLE «Benvenuti al folle torneo di tennis femminile. Ho visto che il mio allenatore era arrabbiato, così ho deciso di fare qualcosa» (La cinese Na Li che ha avuto la meglio sulla canadese Aleksandra Wozniak 6-1, 6-4).

SCARPE «Ho stupito me stessa perché avevo dolore alla schiena. Due sere fa sentivo un fortissimo dolore e non pensavo di poter essere competitiva. Non riuscivo a indossare le scarpe» (la tennista serba Jelena Jankovic che ha battuto la danese Caroline Wozniacki 6-3, 6-1).

BIRRA «La situazione è questa, io ho un contratto per il 2014 ma vorrei continuare altre due stagioni con la Yamaha. Ma non ho ancora deciso, devo essere competitivo. Per me fare sacrifici, ha un prezzo che mi piace pagare. Ho una vita molto normale. Se voglio bere una birra, lo bevo. L’ho fatto in tutta la mia carriera, quindi non cambierò adesso» (Valentino Rossi).

DIVANO «Il 2014 sarà un anno difficile, anche di più perché per ora me lo sono guardato dal divano» (Marc Marquez, pilota spagnolo).

PLAYSTATION «Paolo Montero? Era insopportabile in ritiro, non potevamo giocare che lui arrivava, ci spaccava la playstation, la buttava» (Mark Iuliano, ex difensore della Juve ricorda così la sua amicizia con Montero).

SPECCHIO «Molte volte prima della partita i giocatori del Real Madrid si mettevano in coda davanti allo specchio facendo attendere l’arbitro che era già nel sottopassaggio» (Mourinho, ora allenatore del Chelsea)

CHIESA «Non ho cercato una chiesa a Milano perché attraverso Skype parlo con Jandui, il mio Pastore che è in Brasile» (Hernanés, centrocampista dell’Inter).

UCCIDERE «Sono cose che non vanno assolutamente bene, armarsi e uccidere la gente al giorno d’oggi non è più possibile» (Luciano Spalletti, ex allenatore dello Zenit San Pietroburgo, esonerato pochi giorni dopo aver pronunciato queste parole sulla Crimea).

PERNACCHIO «Molti, soprattutto tifosi della Roma, mi rimproverano di aver fatto un pernacchio verso i romanisti allo stadio. È un fraintendimento. Non volevo emulare Eduardo De Filippo. Era solo un “olé” a Callejon. Comunque quel episodio di L’oro di Napoli lo adoro. Un simbolo che ha condizionato la mia infanzia, visto che a scuola mi esibivo in pernacchioni che mi hanno procurato più di una punizione» (Aurelio de Laurentiis).

RICCO «Se avessi fatto un altro ruolo, non sarei stato ricco» (Pepe Reina, portiere del Napoli).