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 2014  marzo 12 Mercoledì calendario

“PARLA DA MARXISTA” NEGLI USA SONO I LIBERISTI A STORCERE DI PIÙ IL NASO


Nei giornali si dice che quando uno riceve critiche da destra e da sinistra, qualcosa di buono lo sta facendo. Francesco è una rock star, al punto che Rolling Stone gli ha dedicato la copertina, e di critiche non ne riceve molte. Quelle che arrivano dagli Usa, però, sono indicative di come sta cambiando la Chiesa.
Partendo da destra, gli attacchi vengono da due fronti: politico, che contesta le sue posizioni economiche; e teologico, che lo vorrebbe più tradizionalista. La critica più ingiuriosa l’ha pronunciata il commentatore radiofonico Rush Limbaugh, che lo ha accusato di parlare come un marxista, a causa della Evangelii Gaudium. Le osservazioni di Francesco sugli eccessi del capitalismo non erano diverse da quelle dei predecessori, ma i repubblicani le hanno usate comunque per attaccare, con dichiarazioni di personaggi come Sarah Palin o il deputato di New York Peter King. A loro si è unito il fondatore di Home Depot, Ken Langone, che ha minacciato di far mancare i finanziamenti per ristrutturare la cattedrale di St. Patrick. Il Gop pensava di aver creato un’alleanza stabile con la Santa Sede, dall’epoca in cui Giovanni Paolo II e Reagan si erano trovati sulla stessa sponda nella lotta contro l’impero sovietico, e sentire un Papa che bocciava la «trickle down economy» lo ha spiazzato.
Sul piano teologico le voci che si sono alzate per le parole del Papa sui gay, le unioni civili, l’aborto, i divorziati, appartengono ai gruppi più intransigenti. Ad esempio il direttore di «Catholic Family News» John Vennari, vicino alle posizioni di Marcel Lefebvre, ha scritto che Francesco «sembra avere un buon cuore e buoni istinti cattolici, ma teologicamente è un treno deragliato. Non gli consentirei di insegnare la religione ai miei figli». Le correnti meno estreme del conservatorismo cattolico Usa non arrivano a tanto, ma non mancano gli intellettuali un tempo molto ascoltati in Vaticano che adesso esprimono dubbi in privato. Questi personaggi più preparati non pensano che il Papa voglia cambiare la dottrina su questioni fondamentali, però temono che le sue aperture vengano fraintese e indeboliscano in genere la fede.
Nello stesso tempo, però, Francesco viene criticato anche dai liberal, che lo accusano di non fare abbastanza per rendere la Chiesa più progressista. Un esempio su tutti è David Clohessy, leader del «Survivors Network of Those Abused by Priests», che rimprovera al Papa di aver compiuto pochi passi concreti per punire i responsabili degli abusi sessuali.
Nei giornali si dice che quando uno riceve critiche da destra e da sinistra, qualcosa di buono lo sta facendo. Francesco è una rock star, al punto che Rolling Stone gli ha dedicato la copertina, e di critiche non ne riceve molte. Quelle che arrivano dagli Usa, però, sono indicative di come sta cambiando la Chiesa.
Partendo da destra, gli attacchi vengono da due fronti: politico, che contesta le sue posizioni economiche; e teologico, che lo vorrebbe più tradizionalista. La critica più ingiuriosa l’ha pronunciata il commentatore radiofonico Rush Limbaugh, che lo ha accusato di parlare come un marxista, a causa della Evangelii Gaudium. Le osservazioni di Francesco sugli eccessi del capitalismo non erano diverse da quelle dei predecessori, ma i repubblicani le hanno usate comunque per attaccare, con dichiarazioni di personaggi come Sarah Palin o il deputato di New York Peter King. A loro si è unito il fondatore di Home Depot, Ken Langone, che ha minacciato di far mancare i finanziamenti per ristrutturare la cattedrale di St. Patrick. Il Gop pensava di aver creato un’alleanza stabile con la Santa Sede, dall’epoca in cui Giovanni Paolo II e Reagan si erano trovati sulla stessa sponda nella lotta contro l’impero sovietico, e sentire un Papa che bocciava la «trickle down economy» lo ha spiazzato.
Sul piano teologico le voci che si sono alzate per le parole del Papa sui gay, le unioni civili, l’aborto, i divorziati, appartengono ai gruppi più intransigenti. Ad esempio il direttore di «Catholic Family News» John Vennari, vicino alle posizioni di Marcel Lefebvre, ha scritto che Francesco «sembra avere un buon cuore e buoni istinti cattolici, ma teologicamente è un treno deragliato. Non gli consentirei di insegnare la religione ai miei figli». Le correnti meno estreme del conservatorismo cattolico Usa non arrivano a tanto, ma non mancano gli intellettuali un tempo molto ascoltati in Vaticano che adesso esprimono dubbi in privato. Questi personaggi più preparati non pensano che il Papa voglia cambiare la dottrina su questioni fondamentali, però temono che le sue aperture vengano fraintese e indeboliscano in genere la fede.
Nello stesso tempo, però, Francesco viene criticato anche dai liberal, che lo accusano di non fare abbastanza per rendere la Chiesa più progressista. Un esempio su tutti è David Clohessy, leader del «Survivors Network of Those Abused by Priests», che rimprovera al Papa di aver compiuto pochi passi concreti per punire i responsabili degli abusi sessuali.