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 2014  marzo 12 Mercoledì calendario

LA CRISI UCRAINO-RUSSA FA VOLARE IL PALLADIO


I timori per la crisi politica che ha coinvolto la Russia e l’Ucraina, con le prospettive di nuove tensioni geopolitiche, hanno spinto le quotazioni del palladio a livelli da record. Il metallo, prodotto in forti quantità proprio in Russia, oltre che in Sudafrica, aveva toccato nei giorni scorsi i massimi da aprile 2013 a 780,95 dollari (563,40 euro) l’oncia.

Ieri il prezzo ammontava a 778 dollari, in arretramento rispetto ai giorni precedenti, ma l’incertezza nell’Est Europa continua a tenere banco.

Gli addetti ai lavori temono che le forniture provenienti da Mosca possano interrompersi in caso di ritorsione contro eventuali sanzioni economiche decise dai paesi occidentali. La Russia è il principale produttore di palladio del pianeta. La domanda riguarda soprattutto i costruttori di automobili, che utilizzano il metallo per i filtri del carburante.

Secondo Manne Rasmussen, analista del gruppo Vontobel, se la Russia fosse esclusa dal mercato e l’offerta diventasse scarsa, la situazione per i prezzi potrebbe diventare esplosiva. Ci sono già segnali di preoccupazione da parte dei consumatori. Le aziende manifatturiere tendono ad acquistare palladio in una forma particolare chiamata spugna, che è tipicamente meno costosa rispetto al metallo puro contenuto nei lingotti. Ma nelle ultime settimane le quotazioni della cosiddetta spugna hanno addirittura superato quelle dei lingotti, mostrando acquisti crescenti da parte dell’industria. Gli operatori temono ricadute non soltanto a causa della Russia ma anche degli scioperi nelle miniere del Sudafrica.

Le case automobilistiche non sono toccate da variazioni di prezzo a breve termine, poiché comprano il metallo attraverso contratti anticipati. Tuttavia, se la situazione non dovesse normalizzarsi, a lungo andare anch’esse risentirebbero dei ritocchi all’insù. Qualche analista ha dichiarato che, nel caso in cui la richiesta di palladio dovesse salire ancora da parte delle imprese, le quotazioni potrebbero spingersi fino a 900 dollari (649 euro). Movimenti di acquisto sono segnalati anche da parte degli Etf, che recentemente hanno incrementato le loro scorte contribuendo a far salire il prezzo. Ora tutto dipenderà dagli sviluppi della crisi in Ucraina.