Pierluigi Depentori, la Repubblica 12/3/2014, 12 marzo 2014
L’ULTIMA DI RIMBORSOPOLI, SEX TOYS A SPESE DEL CONSIGLIO
BOLZANO — Il capitolo delle spese pazze dei consiglieri regionali si arricchisce di un nuovo, piccante, capitolo: uno scontrino di 64,92 euro battuto dalla nota catena di sexy shop Beate Uhse per l’acquisto di un vibratore e di altri due gadget erotici. Siamo a Bolzano, e a finire nell’occhio del ciclone questa volta è il partito sudtirolese di destra Freiheitlichen, capitanato dalla battagliera segretaria Ulli Mair e dallo storico capogruppo Pius Leitner, che prima di entrare in politica era stato anche il capo degli Schutzen, le compagnie dei cappelli piumati che da sempre si battono per l’autodeterminazione dell’Alto Adige.
Quando gli uomini della Guardia di Finanza di Bolzano hanno iniziato a spulciare le spese dei gruppi altoatesini, non volevano credere ai loro occhi. Erano stati gli stessi Freiheitlichen a consegnare tutti i loro scontrini alle Fiamme Gialle, come segno di massima trasparenza, ma evidentemente nessuno aveva fatto caso a quello “hot” finito chissà come tra le spese del gruppo: 25,95 euro con la dicitura “Vibratori Toy”, altri 16,99 euro come “Daring Scala 2 x 10,99” e 21,98 come “Articoli scherzi”.«Un semplice regalo per un collega», ha cercato di difendersi
Ulli Mair, «si tratta di un mattacchione e così abbiamo pensato di fargli un regalo di compleanno un po’ spinto, tutto qua». Il capogruppo Leitner manifesta tutto il suo stupore per quanto accaduto: «Noi in questo momento non abbiamo alcun documento in mano. Ha tutto la Guardia di Finanza. Se dovesse emergere che abbiamo sbagliato qualcosa, ce lo diranno. Escludo che il nostro gruppo possa aver utilizzato denaro pubblico per acquisti privati. Se questo scontrino c’è, allora vuol dire che qualcuno ha commesso un errore di contabilità, inserendo questa spesa nel bilancio sbagliato», ha concluso.
Che si sia trattato di un errore in buona fede o meno, ora la Procura di Bolzano è intenzionata a vederci chiaro: sarà infatti il partito di lingua tedesca a dover dimostrare l’eventuale inghippo.
E nelle stesse ore in cui in Alto Adige scoppiava il caso dei rimborsi hot, nella vicina Trento un gruppo di manifestanti occupava il Consiglio provinciale per protestare contro le pensioni d’oro dei politici locali. Cortei, slogan, fumogeni e poi l’irruzione in aula, con il conseguente blocco dei lavori al grido di “Ladri!”. E pensare che una volta il Trentino Alto Adige era visto come un’isola felice.