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 2014  marzo 12 Mercoledì calendario

Paghetta per Sette - Analisi presentata all’Assemblea dei giovani della Coldiretti: più della metà delle persone di età compresa fra i 30 e i 34 anni vive aiutandosi con la paghetta dei genitori (il 51%) o dei nonni (il 3)

Paghetta per Sette - Analisi presentata all’Assemblea dei giovani della Coldiretti: più della metà delle persone di età compresa fra i 30 e i 34 anni vive aiutandosi con la paghetta dei genitori (il 51%) o dei nonni (il 3). Secondo l’ultima rilevazione dell’Istat, a sei anni un bambino italiano su quattro prende una paghetta settimanale da 8 euro. A undici anni la cifra è di 11 euro, a quattordici 20. In Germania le paghette sono più basse: i bambini tra sei e tredici anni ottengono circa 27 euro al mese. In particolare i bambini tedeschi tra sei e nove anni ricevono in media 19,47 euro al mese (4,86 euro a settimana, quasi la metà di un italiano), quelli tra dieci e tredici anni pigliano 34,47 euro: 8,62 euro ogni sette giorni contro gli 11 euro degli italiani. Sono diminuiti i bambini italiani che prendono la paghetta: ora sono il 25,6%, nel 1998 erano il 35,1%. I maschi ricevono di più in Calabria, Umbria e Veneto. In Basilicata, Abruzzo e Lombardia sono più alte le paghette per le ragazze. Tra bambini e bambine di 6-10 anni al primo posto tra le spese ci sono le figurine (45,6%), seguite da dolci, merendine, gelati (36%) e da giornalini e fumetti (34,4%). Tra gli 11 e i 13 anni al primo posto patatine, popcorn, snack (39,4%), seguiti da dolci, merendine, gelati (35,3%). Tra i 14 e i 17 anni al primo posto si colloca il ristorante, pizzeria, pub (58,5%) e al secondo le ricariche telefoniche (53,2%). Ornella Vanoni da ragazza era costretta spesso a usare la sua paghetta settimanale per pagare le multe: «Era proibito all’epoca girare in pubblico con vesti troppo succinte. C’erano i vigili che controllavano la decenza pubblica». Madonna dava alla figlia Lourdes 11mila dollari di paghetta settimanale. L’attore Nicolas Vaporidis a 16 anni spese tutta la sua paghetta per offrire una cena al Cafè de Paris a via Veneto, Roma, alla sua fidanzata: «Mi presentai con un anellino». Francesco Guccini da bambino, con le cinquemila lire che gli aveva regalato la nonna, si fece costruire la prima chitarra da un falegname di nome Celestino: «Su un quadernetto aveva disegnato le corde e dei pallini per indicarmi dove mettere le dita per i primi accordi». La paghetta di Romano Prodi non era molto abbondante «visto che ero l’ottavo di nove figli». Quella di Marco Tronchetti Provera, ricevuta per la prima volta a 12 anni, «in verità piuttosto striminzita». Con la prima paghetta Marina Berlusconi si comprò una gatta, «un incrocio tra un soriano e un siamese che è stata con me per 19 anni». Adriano Panatta non ha mai dato paghetta ai figli. Carla Fracci ancora conserva una lira della prima paghetta di venticinque lire ricevuta nel 1949 cantando “Voglio la tromba e il cavallin” nella Bohème di Puccini. David Rockfeller da bambino era costretto da suo padre a tenere un registro di tutte le spese e tutte le entrate: «Il 10 per cento doveva andare in beneficenza, per regola, anche quando la paghetta era di pochi dollari». La storia di Andrea Ravizza, bambino della provincia di Bergamo, che da quando ha sei anni non si fa fare regali, ma vuole che i genitori li convertano in soldi che versa al reparto di pediatria dell’ospedale di Galkayo, 200 chilometri da Mogadiscio. Ha dato più di 6mila dollari e il ministro della regione africana lo ha insignito dell’onorificenza di “Ambassador of good will”. Renata Polverini da adolescente risparmiò un anno di paghette per comprare la sua prima borsetta Fendi. «Mia figlia, sette anni, possiede quarantotto euro (ma lei dice sessantuno), e ha promesso al fratellino di regalargli una piscina con il trampolino. Ogni volta che lui le strappa di mano un giocattolo o non le lascia fare il capo della banda, lei lo minaccia: allora niente piscina, e lui si mette a piangere e urla: mia sorella non mi compra la piscinaaa. Succede circa venti volte al giorno. E’ questa la prima conseguenza della confusa coscienza del denaro nelle loro vite, per cui ho deciso: niente paghetta» (Annalena Benini). Susanna Agnelli: «Mai avuto una lira in tasca. Da bambina e poi da ragazza avevo una governante inglese, miss Parker, ma non mi era permesso entrare in un negozio o fare acquisti di alcun tipo. Tutto quello di cui avevamo bisogno era già in casa e non era concepibile desiderare di acquistare altro. Miss Parker diceva sempre di no e non si discuteva. Ricordo le meravigliose pasticcerie di Torino, le vetrine piene di dolci, non mi era permesso nemmeno di entrare. La famosa miss Parker diceva semplicemente no». «Il giorno in cui papà e Valeria si sono lasciati ho speso metà della paghetta settimanale per comprare champagne e brindare» (Vittoria Cecchi Gori, figlia di Vittorio Cecchi Gori e Rita Rusic). Silvio Berlusconi prendeva la paghetta se lucidava a dovere il parquet del salone. Alessandro Benetton non prendeva la paghetta e d’estate, da bambino, doveva lavorare. «Il primo incarico, a 11 anni, è stato pulire le caldaie dell’azienda». Ritirata la prima paga, il padre li invitò a festeggiare e li portò a comprare le scarpe da montagna, dicendo alla fine: «Pagare tocca a voi». Obama mette mano al portafogli solo quando le figlie Sasha e Malia fanno qualche lavoretto. «Siccome ho le mani bucate, io i soldi neanche li vedo e mia moglie mi dà la paghetta» (Christian De Sica). Emma Watson, la Hermione di Harry Potter, ha scoperto di essere ricca a 18 anni. Diventata maggiorenne, il papà le ha spiegato che non avrebbe più ricevuto la paghetta ma poteva, in compenso, prendersi 20 milioni di sterline. «Sapevo di avere dei soldi in banca, ma non avevo idea di quanti fossero».