Antonella Olivieri, Il Sole 24 Ore 11/3/2014, 11 marzo 2014
RCS PRENDE TEMPO SUL CHIARIMENTO TRA SOCI
I target intermedi non erano stati resi noti, ma ieri Rcs, nel comunicare i dati di bilancio, ha fatto sapere di aver raggiunto gli obiettivi di «profittabilità e generazione di cassa» previsti dal piano triennale. Dai conti si deduce che gli obiettivi sono stati centrati accelerando sul taglio dei costi, mentre l’andamento dei ricavi continua a essere debole.
A livello consolidato, infatti, il gruppo ha realizzato nel 2013 ricavi per 1.314,8 milioni, il 13,1% in meno rispetto ai 1.513 milioni del 2012. La flessione è stata ancora pronunciata sul versante della raccolta pubblicitaria, che salda a -18,8% a 476 milioni (da 586,1 milioni). I ricavi diffusionali sono scesi invece dell’11% a 720,3 milioni. In particolare nell’area quotidiani, l’Italia registra ricavi per 487,9 milioni (-13,3%). Quelli pubblicitari sono in flessione del 18,4% a 199,8 milioni. In controtendenza la raccolta sui mezzi online che sale al 21,5% del totale. I ricavi diffusionali cedono quasi il 10%, passando da 285 a 257,3 milioni, pur con una crescita dei ricavi digitali del 16,5%. In Spagna i ricavi di Unidad Editorial flettono del 10,4% a 371,7 milioni, con la raccolta pubblicitaria a 147 milioni (-13,1%) e i ricavi editoriali a 179,5 milioni (-12,7%).
Il taglio di costi, a livello di gruppo, ha superato di 10 milioni il target di periodo, arrivando a 92 milioni. L’Ebitda prima delle poste non ricorrenti è positivo per 27,6 milioni rispetto ai 50,9 milioni del 2012. Il dato finale è invece negativo per 82,9 milioni (-8,8 milioni nel 2012), dopo aver assorbito oneri non ricorrenti per 110,5 milioni, di cui 79 milioni per i piani di ristrutturazione del personale. L’Ebitda dell’area quotidiani Italia è negativo per 2,9 milioni (era positivo per 51,4 milioni nel 2012), ma positivo per 45,5 milioni pre oneri non ricorrenti (-17,8 milioni). Ancora negativo, ma in miglioramento, l’Ebitda delle attività spagnole che passa da -32,2 a -11 milioni, e positivo per 7 milioni (+3,1 milioni) prima delle poste non ricorrenti.
Il risultato netto è in rosso per 218,5 milioni rispetto alla perdita per 507,1 milioni dell’anno prima che scontava però la svalutazione delle attività spagnole. Infine l’indebitamento netto passa da 845,8 milioni a 476 milioni, grazie all’aumento di capitale e alle cessioni.
L’ultima parte del 2013 ha segnalato un miglioramento, con un’inversione di tendenza dell’Ebitda che è cresciuto, prima degli oneri straordinari, di 10,6 milioni a 48,9 milioni. Per l’esercizio in corso Rcs prevede «ricavi in crescita» (raccolta pubblicitaria inclusa) e un Ebitda pre oneri non ricorrenti «triplicato» rispetto al dato omogeneo 2013 di 27,6 milioni. Il gruppo chiuderà ancora in perdita, ma in miglioramento. Questo grazie anche all’accelerazione del piano di efficienze che, spiega una nota della società, «consentirà di raggiungere il target triennale di taglio dei costi previsto nel piano al 2015 con un anno di anticipo». Il titolo ha chiuso in Borsa in progresso del 4,26% a 1,616 euro.
Il consiglio, che ha approvato ieri i conti del 2013, ha deciso di riconvocarsi per il 24 marzo, «per completare l’esame dei punti all’ordine del giorno» e convocare l’assemblea che slitterà da fine aprile all’8 maggio. In sostanza, si è preso tempo nell’aspettativa di un chiarimento nell’azionariato e in vista di un rimpasto consistente del board che, espressione di un patto che si è dissolto, alla prossima assemblea dovrebbe essere rafforzato con l’innesto di rappresentanti dei maggiori soci. Salvo che si decida di ampliare il numero degli amministratori, il rimpasto dovrebbe riguardare un terzo del cda. Anche il presidente Angelo Provasoli sarebbe orientato a lasciare.