Carlo Di Foggia, Il Fatto Quotidiano 11/3/2014, 11 marzo 2014
COSIMO MELE, DA ESCORT E COCA AL TONFO DEL CASINÒ
Non c’è pace per Cosimo Mele. Neanche il tempo di godersi la soddisfazione di veder condannata per estorsione una delle due donne che erano con lui la famosa notte del festino romano a base di coca, che arrivano nuovi guai per l’ex deputato Udc, ora sindaco di Carovigno, provincia di Brindisi. Le sue ultime proprietà immobiliari rischiano infatti di essere vendute all’asta per ripagare un debito complessivo di 400 mila euro. Come riportato da La Gazzetta del Mezzogiorno, galeotta fu un’altra serata, questa volta nell’agosto del 2006, quando Mele, allora deputato del partito di Casini, si presenta al Casinò di Venezia per sfidare la fortuna. Ne uscirà con un passivo pesante: 100 mila euro persi allo Chemin de fer, uno dei giochi che impazzano nelle sale della Laguna, tutto garantito da assegni scoperti staccati a più riprese alla cassa. Prima 60 mila, poi due volte 20 mila. I cassieri non obiettano nulla, sia perché Mele (a quanto risulta) è molto conosciuto nel Casinò, sia perché a nessuno viene in mente di mettere in dubbio un assegno di un parlamentare in carica. “Non sono mai stati emessi assegni scoperti, o protestati”, ha spiegato il suo avvocato. Secondo gli atti che hanno portato il giudice Francesco Giliberti a mettere i beni all’asta, il Casinò ha invece ottenuto un decreto ingiuntivo. La questione è poi finita al centro di una causa civile su cui si è espresso il Tribunale di Venezia in primo grado e che è ancora pendente in appello. I 100 mila euro sono solo una parte del debito complessivo, riconducibile a tre diversi contenziosi. I procedimenti hanno determinato una serie di procedure esecutive sul patrimonio immobiliare, oltre che con il Casinò di Venezia, con la filiale di Ostuni del Banco di Napoli e con una società titolare di una catena di supermercati ai quali, secondo quanto gli viene contestato, dovrebbe del denaro per un punto vendita aperto e poi chiuso. “ È una vicenda che riguarda un’attività commerciale che ho aperto per mio figlio e che non è andata bene per diverse ragioni, anche perché riteniamo di essere stati truffati”, ha spiegato all’Ansa l’ex deputato, che oggi rischia di perdere il suo appartamento di Ostuni (Brindisi) e una villa al mare a Torre Santa Sabina.
SOLO pochi giorni fa aveva visto condannare chi aveva tentato di estorcergli denaro. La storia risale al 2007, quando, la notte del 27 luglio, fu trovato in una stanza dell’Hotel Flora di via Veneto, a Roma, in compagnia di due ragazze, un’ucraina di nome Maria e l’ex commessa Francesca Zenobi, più nota come Pocahontas. Quest’ultima ebbe un collasso per cocaina, e Mele dovette lasciare l’Udc. Per quella vicenda è attualmente sotto processo con l’accusa di cessione di droga. Venerdì, la Zenobi è stata condannata ad un anno e otto mesi di reclusione: avrebbe chiesto all’ex parlamentare denaro (100 mila euro o una raccomandazione per un contratto televisivo alla Rai o a Mediaset) per modificare la versione dei fatti su quella notte. Mele ha invece denunciato tutto ai magistrati.