Marco A. Capisani, ItaliaOggi 11/3/2014, 11 marzo 2014
RCS, IL ROSSO SCENDE A 218,5 MLN
Rcs Mediagroup resta in rosso a fine 2013 ma la perdita è più che dimezzata: il dato passa infatti a 218,5 milioni di euro dai 507,1 milioni a fine 2012. Il fatturato cala però del 13,1% a quota 1,3 miliardi di euro. Pesa la contrazione dei ricavi diffusionali e di quelli pubblicitari.
La raccolta registra un -18,8% per 476 milioni di euro, le vendite dei giornali un -11% per 720,3 milioni. L’ebitda post oneri e proventi non ricorrenti va a -82,9 milioni da -8,8 milioni visti gli oneri non ricorrenti nei 12 mesi pari a 110,5 milioni. L’ebit è negativo per 200,8 milioni (comprendendo svalutazioni per 48 milioni), rispetto ai 523,5 milioni di fine 2012. La posizione finanziaria netta passa infine a -476 milioni dai -845,8 milioni, grazie all’aumento di capitale da 410 milioni dello scorso luglio ma anche della cessione dell’immobile in via San Marco a Milano, per esempio. Sono questi i principali risultati del bilancio di fine anno 2013 così come approvati ieri dal cda presieduto da Angelo Provasoli, che non ha invece ricevuto le dimissioni né dello stesso presidente né di alcuni membri del cda, come invece avevano paventato alcune indiscrezioni di stampa, in segno di protesta contro la gestione dell’a.d. Pietro Scott Jovane. Comunque i numeri ufficializzati ieri si sono attestati solo leggermente al di sotto delle previsioni degli analisti che si aspettavano un rosso di 150 mln e un fatturato in calo più contenuto sulla soglia dei quasi 1,4 miliardi. Ieri il titolo Rcs ha chiuso infatti in Borsa a +4,26% a 1,616 euro.
Il gruppo milanese (che prevede di convocare l’8 maggio l’assemblea degli azionisti per l’approvazione dei conti 2013) ha annunciato del resto benefici complessivi per 92 mln dal contenimento dei costi e azioni di efficientamento, sottolineando di aver raggiunto gli obiettivi intermedi di profittabilità e generazione di cassa previsti dal piano di sviluppo al 2015 (i cui obiettivi finali sui costi dovrebbero essere raggiunti già quest’anno). Per l’anno in corso la stima è di «un risultato netto ancora negativo sebbene in miglioramento» rispetto a quello 2013. A spingere i ricavi dovrebbero concorrere le attività digitali, a sostenere la raccolta c’è un ricco calendario 2014 di eventi sportivi (i prossimi sono i Mondiali di calcio brasiliani), senza dimenticare l’ulteriore valorizzazione degli asset ritenuti non core e il contenimento nei costi che, già nel 2013 sul fronte del personale, ha portato l’organico puntuale a 3.982 dipendenti (-528 lavoratori).
Per aree di attività, in Italia, i ricavi dei quotidiani scendono del 13,3% a quota 487,9 milioni di euro con la raccolta pari a quasi 200 mln a -18,4% (leggermente meglio del mercato al -19%) e il fatturato diffusionale a -9,7% per 257,3 milioni, considerando però che il principale quotidiano del gruppo, il Corriere della Sera, ha aumentato il prezzo ad agosto 2013 (e ancora a inizio 2014 fino agli attuali 1,4 euro). Mitigano in parte l’andamento generale sia la raccolta online in crescita che copre il 21,5% di tutta la pubblicità dei quotidiani sia i ricavi delle copie digitali su del 16,5%. «Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport confermano la posizione di leadership diffusionale nei settori di riferimento», precisano da Rcs, «con copie medie diffuse nel periodo pari rispettivamente a 496 mila (-3,9%) e 282 mila (-8,8% ), includendo le edizioni digitali». I siti attirano «oltre 44,8 milioni di browser unici medi mensili non duplicati (+5,8% rispetto al 2012)». Per i quotidiani tricolore, infine, l’ebitda è negativo per 2,9 mln contro i precedenti +51,4 mln. In Spagna, dove Rcs sta sperimentando un sistema di contenuti a pagamento su internet («metered wall») che in Italia il gruppo ha dichiarato di star ancora studiando, i ricavi sono scesi a 371,7 milioni (-10,4%) con la pubblicità pari a 147 milioni (-13,1%) e ricavi editoriali per 179,5 mln (-12,7%). La pubblicità online garantisce il 24,1% di tutta la raccolta. L’ebitda è a -11 mln (contro i -32,2 di fine 2012).
Tornando in Italia, la divisione dei periodici (di cui 4 testate sono state cedute e altre 6 chiuse) registra una flessione del fatturato del 26,5% per 132,8 milioni di euro con la pubblicità che vale 65,9 mln (-29,6% contro il dato di mercato a -25%). L’ebitda scende a -42,7 milioni dai -15,8 mln di fine 2012.
Se l’area tv con Digicast lascia sul terreno il 3,4% dei ricavi pari a 14,3 milioni mentre l’ebitda è pari a 7,3 mln (-3,9%), la divisione libri indica infine un fatturato per 251,8 mln (-7,9%) e un ebitda pari a 4,2 milioni (-23,6%).