Carlantonio Solimene, Il Tempo 11/3/2014, 11 marzo 2014
LA GENERAZIONE ATREJU ALLA GUIDA DELLA NUOVA AN
L’impronta è evidente. Giorgia Meloni, appena eletta presidente di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, ha messo mano alla sua squadra e ha scelto i quindici alfieri che ranno parte del suo «esecutivo», un po’ quello che rappresenta la segreteria nel Partito democratico. E la caratteristica più evidente è il rinnovamento. Lungi dal farsi condizionare dal «bambini viziati» con il quale Gianfranco Fini aveva bollato i protagonisti del congresso di Fiuggi, l’ex ministro della Gioventù ha scelto una serie di collaboratori giovanissimi, almeno per gli standard politici. A fare la parte è la cosiddetta «generazione Atreju», che per anni è stata la parte più attiva e vivace di Alleanza Nazionale prima e del Pdl poi, a volte in disaccordo con le scelte della classe dirigente. Ora, investiti di incarichi di responsabilità assoluta, i vecchi dirigenti di Fronte della Gioventù, Azione Giovani e Giovane Italia dovranno dimostrare di saper fare meglio dei «colonnelli» che li hanno preceduti.
Un ruolo cruciale lo avrà Carlo Fidanza . Classe 1976, europarlamentare, agli albori della sua carriera politica sfida proprio Giorgia Meloni per la guida di Azione Giovani. Avrà la peggio, ma la sconfitta, anziché minare i rapporti, li solidifica, al punto di diventare proprio il braccio destra più fidato della Meloni ed entrare, oltre che nell’esecutivo, anche nell’ufficio di presidenza di Fdi-An.
Europarlamentare è anche Marco Scurria , che a neanche 47 anni può considerarsi uno dei «seniores» della squadra della Meloni. Più avanti negli anni sono solo Francesco Biava , che siede anche nel consiglio d’amministrazione della Fondazione Alleanza Nazionale, e Isabella Rauti . Esponenti di «esperienza» che avranno il compito di fare da chioccia agli under 40, che restano la maggior parte dei membri dell’esecutivo. La più giovane in assoluto è Carolina Varchi , 31 anni, avvocato penalista di Palermo, già vicepresidente della Giovane Italia prima che Fratelli d’Italia abbandonasse il Pdl. Vice, in particolare, del romano Marco Perissa , classe 1982, che prese il posto della Meloni quando l’attuale presidente di Fdi-An lasciò l’incarico ed è sempre stato tra gli animatori di Atreju.
Conosciuto agli addetti ai lavori, anche Giovanni Donzelli , tra i leader «ammessi» sul palco del congresso di Fiuggi. In Toscana lo considerano l’«anti-Renzi». e di lui ricordano soprattutto la battaglia contro i doppi incarichi che lo portò a dimettersi da consigliere comunale di Firenze una volta eletto alla Regione, pur non essendo i due incarichi incompatibili.
Ugualmente conosciuti Francesco Lollobrigida e Federico Mollicone . Il primo, già assessore regionale ai Trasporti all’epoca della Giunta Polverini, è stato anche l’organizzatore del Congresso di Fiuggi. Il secondo, invece, in Fratelli d’Italia è considerato il «guru» della comunicazione. A lui si devono, ad esempio, i video proiettati nelle occasioni ufficiali oltre alle continue citazioni de Il Signore degli Anelli, vera e propria bibbia per l’ex consigliere comunale capitolino nato e cresciuto all’Esquilino.
Meno conosciuti, invece, gli altri esponenti dell’esecutivo meloniano. Tra i volti intravisti in più occasioni ad Atreju c’è Raffaele Speranzon . Veneziano, classe 1971, è stato anche candidato sindaco del comune lagunare per Alleanza Nazionale. Il pugliese Marcello Gemmato , di un anno più giovane, era stato anche candidato al Parlamento alle ultime elezioni Politiche, penalizzato dalla scelta di La Russa di «farsi» eleggere proprio nel collegio meridionale. A rinforzare la pattuglia meridionale anche il casertano Gimmi Cangiano , 32 anni, assessore provinciale al Lavoro, «sponsorizzato» da Cirielli e Taglialatela.
«Pescati» da Azione Giovani anche Francesco Acquaroli e Michele Barcaiuolo . Il primo, marchigiano classe 1974, è entrato in Consiglio regionale nel 2010 con oltre 5mila preferenze. Il secondo, modenese di 34 anni, è consigliere comunale a Modena. A completare i quindici dell’esecutivo Andrea Delmastro , biellese del 1976. Nel 1995, a soli 19 anni, era già tra i delegati dello storico congresso di Fiuggi che battezzò Alleanza Nazionale, primo atto di un curriculum politico già piuttosto lungo nonostante l’età.
A ben guardare, della squadra meloniana stupisce soprattutto la sparutissima presenza femminile, con sole due donne su quindici elementi. Mentre apprezzabile è sicuramente l’età media, intorno ai 40 anni. E se l’esperienza dovesse difettare, a compensare sarà l’ufficio di presidenza del partito, dove siedono praticamente tutti i leader che hanno condiviso il percorso dell’Officina per l’Italia. Oltre al già citato Fidanza, infatti, ci sono gli esponenti che fin dall’inizio hanno puntato sulla scommessa Fratelli d’Italia: Ignazio La Russa , Fabio Rampelli , Guido Crosetto e Massimo Corsaro . A loro si sono aggiunti, strada facendo, l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno , l’ex ministro alla Salute Antonio Guidi , il diplomatico ed ex ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata , l’ex giornalista e animatore di Io amo l’Italia Magdi Cristiano Allam . Infine Edmondo Cirielli , vero e proprio «mago» delle preferenze, capace, in Campania, di portare alle primarie dello scorso febbraio ancora più elettori di quanti ne sono accorsi nel Lazio.
Molti di questi esponenti saranno con ogni probabilità tra i capolista delle prossime elezioni Europee. Con l’obiettivo di fare da traino al movimento e superare l’agognato quorum del 4%. «A tutte le elezioni a cui abbiamo partecipato siamo sempre cresciuti» ha detto la Meloni, «siamo convinti che accadrà anche questa volta».
Carlantonio Solimene