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 2014  marzo 11 Martedì calendario

ALBERTO DI MONACO: «FAREI QUALUNQUE COSA PER IBRA»

Abbiamo incontrato il Principe Alberto di Monaco a Sochi durante i Giochi olimpici invernali. Ha un passato da bobbista olimpico, è legato allo sport fin dall’infanzia. Lo conosciamo da quasi trent’anni e il suo modo di muoversi nel mondo sportivo non è mai cambiato: la passione continua a essere vera, genuina. Non appare sul palcoscenico olimpico per fare passerella come tanti politici, ma per partecipare alle emozioni e, quando è possibile, alla risoluzione dei problemi che lo sport si trova ad affrontare. Ci ha dato appuntamento per colazione, la mattina, per parlare però della sua altra passione, il calcio, e questo è quanto uscito dall’ora di piacevole conversazione accompagnata dal cappuccino. «Quando avevo cinque anni, nel 1963 - racconta il Principe Alberto II - ho cominciato a seguire il calcio guardando la nostra squadra che giocava nello stadio proprio sotto il giardino del Palazzo. E a poco a poco è diventato una passione profonda. Ho sempre amato lo sport in generale, ma per il calcio il sentimento è particolare».
La squadra ora è seconda in Ligue 1.
«È una classifica perfetta, che ci porterà in Champions League, spero. Noi abbiamo un passato nobile: 7 scudetti e 5 coppe di Francia, una storia interessante».
Qual è il suo ruolo nel club?
«Non ho una posizione speciale. Lo Stato finanzia il centro di allenamento per i giovani. Questo è il rapporto che ci lega alla società. Il discorso che riguarda i giovani è molto importante, perché guarda al futuro. Bisogna investire anche sulle nuove generazioni di giocatori. Da questo serbatoio verde è già uscito Kurzawa, di origine polacca, e altri stanno crescendo. I giovani del vivaio fanno in modo che si crei un spirito di club vero. Non bisogna solo comprare, ma far crescere i talenti».
Però attualmente il club è anche molto ricco e ambizioso.
«Sì, è vero. Per il biennio 2013-2014 sono stati investiti 180 milioni per potenziare la squadra».
Come è arrivato il magnate russo Dmitry Rybolovlev a portarvi un salvagente così ricco?
«Lo conosco da 10 anni. Un anno e mezzo fa ha visto che la squadra era in difficoltà e mi ha detto: se avete bisogno di aiuto, io sono pronto. È un uomo molto timido, schivo, ma è un grande appassionato, ha investito tanto denaro perché crede nella rinascita e nella possibilità di ricreare una grande squadra».
Il tecnico italiano Claudio Ranieri che ruolo ha avuto in questo processo?
«È molto bravo, intelligente. Ci sa fare. Sa essere anche psicologo se necessario. Non ha paura di lanciare i giovani, Rodriguez per esempio. Ha creato uno spirito di squadra. Si dedica anima e corpo alla causa. Non era facile arrivare così in fretta a questo livello. L’anno scorso eravamo in serie B!».
Quali sono le squadre che l’hanno più impressionata?
«Barcellona e Manchester United. Ma adesso Bayern e Real Madrid sono a loro volta al top».
Un giudizio sulle squadre italiane?
«La Juve mi sorprende ogni volta, perché è sempre forte come la sua tradizione di bel gioco. Non vedo il Milan da troppo tempo per poterlo giudicare. L’Inter credo che si riprenderà, mentre la Roma ha la fortuna di avere un giocatore fenomenale come Totti e un allenatore come Garcia».
Lei comprerebbe Balotelli?
«È un personaggio e un giocatore molto particolare. Ha un talento impressionante, sa fare cose che sorprendono. È imprevedibile dentro e fuori dal campo. Sarebbe un rischio, e dico questo anche se sono aperto a tutto».
Qual è il giocatore che porterebbe a Monaco anche con un grande sacrificio?
«Ibrahimovic. Purtroppo costa davvero troppo e il Psg non lo molla. Per noi adesso è importante recuperare Falcao, che dovrebbe giocare al Mondiale».
Parliamo del Mondiale: qual è la squadra favorita?
«Credo che sia difficile battere il Brasile a casa sua specie ora che la Spagna non sembra più quella degli anni passati. Germania e Argentina possono arrivare alla vittoria. L’Italia mi pare stia passando un momento delicato, ma è imprevedibile. La Francia ha il potenziale, bisognerà vedere se saprà esprimerlo».