Giuseppe Calvi, La Gazzetta dello Sport 11/3/2014, 11 marzo 2014
MATARRESE, UNA FAMIGLIA DI TIFOSI
Quando il sogno infinito si è trasformato in un incubo, il Bari è entrato nel buio vicolo che ha portato al fallimento del progetto Matarrese. E’ durata quasi 37 anni l’avventura della famiglia di imprenditori alla guida della società, rilevata nel settembre 1977 dopo la morte del presidente De Palo. Dall’avvio con Tonino (6 stagioni), il rampollo da lanciare in politica, alla lunga parentesi nel segno di Vincenzo (poco meno di 31 anni): per i fratelli Matarrese il Bari è stato un’azienda nella quale hanno avuto ruoli anche alcuni loro figli.
Vincenzo vincente Con loro, 12 partecipazioni alla Serie A e 5 promozioni dalla B (con Bolchi, Salvemini, Materazzi, Fascetti e Conte). Solo due volte la squadra è retrocessa sul campo in Serie C: nell’ultima stagione, 1982-83, con Tonino, e con Pillon in panchina nel 2004 (poi ci fu il ripescaggio). Impegnato Tonino ai vertici di Lega e Federazione, è toccato a Vincenzo mettersi al timone del club, nell’estate ’83. Esibì subito il biglietto da visita, con due salti consecutivi, dalla C alla A, allenatore Bolchi, capace anche di approdare in semifinale di Coppa Italia, persa con il Verona, dopo avere eliminato Juventus e Fiorentina.
Tonfo con Platt Archiviata la traccia lasciata dagli inglesi Cowans e Rideout, qualche anno dopo il Bari costruì attorno a un altro inglese, Platt (poi pure Boban) un gruppo che, nella stagione 1991-92, avrebbe dovuto puntare a conquistare un posto in Europa e,invece precipitò in B. I Matarrese speravano di godersi un panorama inedito dalla splendida astronave, il San Nicola, consegnata nel 1990 dall’architetto Renzo Piano per ospitare gli incontri del Mondiale in Italia.
Regalia e Fascetti Il presidente Vincenzo ha costruito i successi più prestigiosi su Regalia e Fascetti (5 anni e mezzo in panchina, nessuno più longevo nell’epoca Matarrese). Già in vetrina con Materazzi per gli exploit a San Siro contro Inter e Milan, il Bari del «Genio» viareggino fece ammattire tutte le grandi squadre e presentò lo straordinario talento di Antonio Cassano, Firmata dal d.g. Janich la cessione di Platt alla Juventus per 13 miliardi, poi Regalia centrò bersagli eccezionali, soprattutto con i trasferimenti di Cassano (Roma, per 55 miliardi più la metà di D’Agostino), Zambrotta (Juventus, 28 miliardi), Ventola (Inter, 25 miliardi), Sala (Milan, 8 miliardi), Protti, Andersson, De Ascentis e altri.
Colpo di coda Quando la curva già da tempo gli riservava il coro «Vincenzo vendi la Bari», Matarrese ha riportato i biancorossi in A, scegliendo con Perinetti l’allenatore Antonio Conte e gustando un calcio spettacolare anche con Ventura (cessione milionaria di Bonucci). Poi il crollo nel burrone del calcio-scommesse e del crack finanziario che, dall’affare Punta Perotti, è sconfinato nell’azienda calcistica.