la Gazzetta dello Sport 8/3/2014, 8 marzo 2014
IL FATTURATO CRESCE DELL’8% MA SALGONO ANCHE I COSTI DEBITO ELEVATO: 1,6 MILIARDI
[boxini alla fine]
Marco Iaria
Il calcio italiano è ancora prigioniero di antichi vizi. Appena arriva denaro fresco, ecco che il livello della spesa sale. E i conti non tornano. Qualcuno, per la verità, cerca di farli tornare con vecchi o nuovi espedienti, qualcun altro ci riesce per davvero. Ma per tutti vale la crisi di liquidità, con annesso il fardello pesante del debito. Emerge tutto questo dall’inchiesta della Gazzetta sui bilanci delle società di Serie A della scorsa stagione, proprio nei giorni dei rumors sulla vendita (smentita) del Milan che confermano un’amara verità: il calcio italiano ha un suo fascino ma il sistema è quello che è.
Il conto economico Nel 2012-13 la Serie A ha visto crescere il fatturato a 1772 milioni (+8% rispetto al 2011-12), grazie al nuovo ciclo di vendita dei diritti tv, eppure nell’era della presunta austerity i costi non solo non sono diminuiti ma sono addirittura cresciuti del 4%, a 2365 milioni. Beninteso, non gli investimenti virtuosi nei vivai (passati da 36 a 37 milioni calcolando solo le società che li capitalizzano) ma le spese fuori controllo per le rose, cioè stipendi e ammortamenti. Il costo del personale si mangia il 68% dei ricavi: una voce che tra il 2010-11 e il 2012-13 solo Fiorentina, Inter, Milan e Roma hanno saputo ridurre. Tra entrate e uscite caratteristiche ballano 600 milioni, davvero tanti. E solo con le operazioni di calciomercato, cioè con i 409 milioni di plusvalenze al netto delle minusvalenze, si limitano i danni portando il deficit aggregato della Serie A a 203 milioni, comunque in calo se confrontato col -292 del 2011-12. È vero che le società italiane, ai tempi della crisi, si sono trasformate in abili venditrici: da Thiago Silva a Lavezzi a Nastasic sono parecchi i quattrini giunti dall’estero (e l’estate scorsa si è continuato con Cavani, Jovetic, Lamela). Occhio, però, i profitti da cessione calciatori nascondono spesso maquillage contabili senza spostare soldi veri: basti pensare alle comproprietà, che molti club hanno voluto tenere ancora in vita. Esistono poi altri modi per abbellire i bilanci, rinviando l’ora X della ricapitalizzazione. La moda della cessione del marchio è datata, ha contagiato un po’ tutte (ma non le big Juve e Napoli), recentemente pure Parma e Genoa, vittime del saliscendi del calciomercato. Negli ultimi tempi, un’ulteriore operazione ha consentito di far emergere un nuovo asset cogliendone i benefici contabili (nell’attesa di quelli monetari, che per alcuni club non arriveranno mai o saranno risibili). È lo sfruttamento della library, cioè dei diritti di archivio: siccome è indeterminato nel tempo, il ricavo viene portato immediatamente a conto economico ma si tratta solo di una partita di giro con la Rai da cui si acquista la library. È per tutti questi motivi che le indicazioni maggiori sullo stato di salute del movimento calcistico vanno rintracciate sul piano finanziario.
La crisi del debito I debiti lordi non smettono di ingrossarsi: dai 2111 milioni del 2008-09 ai 2855 milioni del 2012-13. Calcolandoli al netto dei crediti, fanno 1572 milioni, qualcosa in meno di un anno fa (1630), ma sempre elevati (nel 2009-10 erano 1350). In questo senso il calcio è lo specchio del Paese. L’Unione europea non perde occasione per bacchettarci sull’indebitamento? Bene, lo stesso problema ce l’ha l’azienda del pallone tricolore. Le società dipendono dalle banche che finanziano lo spettacolo per circa un miliardo: ammontano a 977 milioni (cifra identica al 2011-12) i debiti verso istituti bancari e di factoring. È pratica comune farsi scontare i crediti futuri dei contratti televisivi e di sponsorizzazione. Addirittura alcuni club «fattorizzano» i proventi dell’eventuale paracadute da retrocessione. Perché lo si fa? Semplice, la liquidità non c’è. E quando si presentano le scadenze dei pagamenti, in primis quelle degli stipendi coi controlli della Covisoc e il conseguente rischio di penalità in classifica, diverse società vanno in difficoltà e devono correre ai ripari. Assieme alle banche, sono gli azionisti i salvatori della patria. Nel 2012-13, tra versamenti in conto capitale e finanziamenti (per lo più infruttiferi), i «mecenati» hanno elargito 283 milioni ai club di A. Nessuno ce la fa da solo. Anzi, uno: il Napoli, l’unica squadra a non aver ricevuto soldi nella scorsa stagione né dalle banche né dai soci.
Troppa tv La Serie A continua a essere teledipendente. Il 56% del giro d’affari proviene dai diritti tv (989 milioni, inclusi quelli delle coppe europee), il 19% dall’area commerciale (342), l’11% dallo stadio (191) e il 14% da altri ricavi (250). Se la prima fonte è in costante crescita, sponsorizzazioni e pubblicità aumentano ma a scartamento molto ridotto (339 milioni nel 2011-12), mentre preoccupa l’erosione degli incassi al botteghino (erano 201 nel 2010-11). Rispetto a Premier e Bundesliga, la massima divisione italiana continua a presentare uno squilibrio nella composizione del fatturato. E anche nel totale siamo messi male: la Premier viaggia a 2,9 miliardi, la Bundesliga a 2. In A solo sei società su venti sono in attivo. Il record spetta all’Udinese con 32 milioni di profitti grazie alle soliti invidiabili plusvalenze. Primato negativo ancora per l’Inter (-83 milioni) che, non a caso, ha vissuto qualche mese fa lo storico passaggio di consegne da Moratti a Thohir.
• ATALANTA – CONTI SISTEMATI CON IL «TRADING» AIUTI DA PERCASSI
La presenza stabile in A sta consentendo all’Atalanta di avviarsi, seppur a fatica, verso il riequilibrio. Le perdite si sono ridotte dai 10,9 milioni del 2011 ai 2,2 del 2012. E nel primo semestre 2013 il rosso è stato di appena 329mila euro. Merito del balzo dei diritti tv, ma specie del «trading» con 12,4 milioni di plusvalenze nel 2012 e 6,8 a gennaio 2013.
Non si può fare ancora a meno, tuttavia, dell’apporto di Percassi.
I debiti con la controllante sono saliti, nei primi sei mesi del 2013, da 500mila a 8 milioni. Nel maggio 2013 è stato deliberato un aumento di capitale di 2,2 milioni.
COMPOSIZIONE DEI RICAVI:
(dati in milioni di euro)
- DIRITTI TV: 30,6
- STADIO: 4,2
- COMMERCIALE: 7,5
- ALTRO: 5
• BOLOGNA – CHE SOFFERENZA IN 5 ANNI PERDITE PER 35,7 MILIONI
Sempre in rosso i conti del Bologna, che continua a soffrire anche a distanza di tempo dal quasi fallimento e dal passaggio di proprietà di fine 2010. Negli ultimi 5 esercizi il club ha accumulato 35,7 milioni di perdite, nonostante le ingenti plusvalenze. Nel 2012-13 la cessione di Ramirez, con un beneficio contabile di 11,8 milioni, non è bastata per evitare il deficit da 4 milioni. Pesano parecchio le spese per il personale (39,1 milioni, in crescita dai 35,9 del 2011-12), che rappresentano l’80% del fatturato. Anche il bilancio che chiuderà il 30 giugno è previsto in perdita: -2 milioni.
COMPOSIZIONE DEI RICAVI:
(dati in milioni di euro)
- DIRITTI TV: 30,4
- STADIO: 4,3
- COMMERCIALE: 6,8
- ALTRO: 7,3
• CAGLIARI – PASTICCIO STADIO: DANNI DI 6 MILIONI MA GESTIONE OK
Le disavventure dello stadio sono state pagate a caro prezzo. Nel conto economico 2012-13, tra mancati ricavi al botteghino (un milione), spese (3,9) e ammortamenti (1,1) per la chimera Is Arenas il danno è stato di 6 milioni. Se il club è riuscito a contenere il rosso a 985mila euro, è stato grazie alla gestione parsimoniosa di Cellino.
In un’annata avara di plusvalenze (3 milioni contro i 24 del 2011-12), il giro d’affari caratteristico è rimasto stabile (44 milioni) e gli stipendi sono stati limati (da 24,1 a 21,9), scendendo sotto l’invidiabile soglia del 50% del fatturato.
COMPOSIZIONE DEI RICAVI:
(dati in milioni di euro)
- DIRITTI TV: 30,6
- STADIO: 1,5
- COMMERCIALE: 4,7
- ALTRO: 7,2
• CATANIA – SETTE UTILI DI FILA E PULVIRENTI SI DÀ UN BEL DIVIDENDO
La sua Wind Jet ha evitato il fallimento e ora deve pagare i creditori: nel 2012 la perdita è stata di 35 milioni. Per fortuna che c’è il Catania per Antonino Pulvirenti: anche l’anno scorso, dopo i 900 mila euro nell’11-12, si è staccato un dividendo, pari a 2 milioni. Tutto questo grazie ai conti in ordine della squadra che ha festeggiato il settimo esercizio di fila in utile.
I profitti 2012-13, per la verità, sono stati appena 92 mila euro. Ma il Catania continua a essere una delle pochissime società a vantare ricavi superiori ai costi, al netto delle operazioni di mercato.
COMPOSIZIONE DEI RICAVI:
(dati in milioni di euro)
- DIRITTI TV: 29,9
- STADIO: 3,6
- COMMERCIALE: 6,6
- ALTRO: 7,3
• CHIEVO – IN ATTIVO GRAZIE AL MERCATO DEBITI IN CRESCITA
Campedelli riesce da anni a far quadrare i conti grazie a spese sotto controllo e a un’astuta gestione del mercato. Nel 2012-13 le operazioni più fruttuose sono state quelle di Cofie al Genoa (plusvalenza di 7 milioni), Acerbi al Genoa (4,5) e Bradley alla Roma (3). E’ stato così conseguito un utile di 1,5 milioni, nonostante l’aumento degli stipendi da 19,9 a 22,7 milioni. Tuttavia, continuano ad aumentare i debiti: quelli con il Fisco dai 10 milioni del 2010-11 a 14,6; quelli con le banche da 18,2 a 24. L’anno scorso l’azionista ha versato 180mila euro.
COMPOSIZIONE DEI RICAVI:
(dati in milioni di euro)
- DIRITTI TV: 25,2
- STADIO: 2
- COMMERCIALE: 4,9
- ALTRO: 7,3
• NAPOLI – PATRIMONIO FORTE E NEL 2013-14 L’OTTAVO UTILE
Quando hai un rapporto tra stipendi e ricavi del 55% e riesci a centrare la qualificazione in Champions, vuol dire che sei stato in grado di coniugare risultati sportivi ed economici. Una rarità. È ciò che ha fatto il Napoli nel 2012-13 festeggiando il 7o utile di fila. E anche la stagione in corso si chiuderà in attivo, grazie ai proventi della stessa Champions e, soprattutto, ai 69 milioni di plusvalenze dell’estate (quella della cessione record di Cavani). Il patrimonio netto di 52 milioni e l’assenza di debiti con le banche confermano che il Napoli gode di ottima salute.
COMPOSIZIONE DEI RICAVI:
(dati in milioni di euro)
- DIRITTI TV: 66
- STADIO: 15,1
- COMMERCIALE: 30,7
- ALTRO: 8,5
• PALERMO – ROSSO PESANTE E RETROCESSIONE SI CERCANO SOCI
Retrocesso in B con un deficit di 19,4 milioni. Quello scorso è stato un annus horribilis per il Palermo. E Zamparini ha dovuto convertire 6,8 milioni di crediti in conto copertura perdite. Dopodiché l’assemblea di gennaio ha pure ridotto il capitale sociale da 25 a 13,5 milioni. Almeno il primo semestre di questa stagione, in B, si è chiuso in pareggio grazie al paracadute.
Gli amministratori scrivono che «la società si sta attivando per ottimizzare le risorse esistenti e reperire nuovi finanziamenti anche presso terzi investitori». Da tempo il patron cerca soci esteri.
COMPOSIZIONE DEI RICAVI:
(dati in milioni di euro)
- DIRITTI TV: 33,5
- STADIO: 4,1
- COMMERCIALE: 5,8
- ALTRO: 9,9
• PARMA – DEFICIT RIDOTTO CON LA CESSIONE DEL BRAND
Il Parma contiene il deficit (-3,2) solo grazie alla cessione del marchio, che ha avuto un impatto positivo di 30,7 milioni. Gli asset commerciali sono stati trasferiti a Parma Fc Brand, destinata a essere incorporata in Eventi Sportivi, il socio unico del club, che continua ad assicurarne la continuità aziendale (i prestiti al 30 giugno 2013 erano di 11,3 milioni). Per quest’anno gli amministratori ritengono che, pur in presenza di un pareggio contabile, «potranno rendersi necessari ulteriori interventi di natura finanziaria per superare possibili fenomeni di tensione di liquidità».
COMPOSIZIONE DEI RICAVI:
(dati in milioni di euro)
- DIRITTI TV: 33,9
- STADIO: 3,7
- COMMERCIALE: 7,4
- ALTRO: 15,6
• PESCARA – CHE BRIVIDI PER L’AUMENTO DI CAPITALE
In A i ricavi sono schizzati da 10,9 a 31,2 milioni. È vero che pure i costi sono cresciuti (da 19,7 a 41,7), ma la stagione scorsa si è chiusa con un +1,3 milioni dopo i sacrifici della nuova era post-fallimento. Il paracadute di 5 milioni e la cessione di Quintero (5 milioni per la metà) fanno ritenere che anche questo esercizio, in B, chiuderà in attivo. Tuttavia a giugno la mancata adesione di alcuni soci all’aumento di capitale ha messo a rischio l’iscrizione al torneo, tanto che sono dovuti intervenire altri soci con prestiti di 1,8 milioni. Poi il capitale (1,5 mln) è stato interamente versato.
COMPOSIZIONE DEI RICAVI:
(dati in milioni di euro)
- DIRITTI TV: 18
- STADIO: 3,8
- COMMERCIALE: 4,1
- ALTRO: 5,3
• FIORENTINA – JOVETIC-LJAJIC VIA COSÌ PURE IL 2013 SARÀ IN PAREGGIO
Nel 2012 il ritorno all’utile grazie alle plusvalenze, dopo il -32,5 milioni del 2011. Mentre i tifosi viola sperano nella Champions e la società lavora al progetto del nuovo stadio alla Mercafir, sono le valorizzazioni dei pezzi pregiati le leve in grado di sistemare i conti. Anche in estate ci si è mossi così: le cessioni di Jovetic e Ljajic hanno portato una quarantina di milioni nelle casse viola. L’esercizio al 31 dicembre 2013, ancora da approvare, chiuderà in sostanziale pareggio. Si punta sull’autosufficienza: dopo i 23,4 milioni del 2012, i Della Valle ne hanno versati 15 nel 2013.
COMPOSIZIONE DEI RICAVI:
(dati in milioni di euro)
- DIRITTI TV: 42,2
- STADIO: 6,9
- COMMERCIALE: 12,8
- ALTRO: 11,5
• GENOA – CONTI IN ROSSO E DAL MARCHIO ECCO 23 MILIONI
Sempre sull’ottovolante nel supermarket, il Genoa ha dovuto fare i conti con ben 16,8 milioni di minusvalenze nel bilancio 2012. Così il saldo netto da cessioni è sceso dai 58,8 milioni del 2011 ai 37,6 del 2012 e il pareggio d’esercizio dell’anno prima si è tramutato in un -14,8 milioni.
Il Genoa regge grazie al sostegno di Preziosi che nel 2012 ha convertito in conto capitale 15 milioni di crediti. Poi ci penserà la cessione del ramo d’azienda commerciale, valutato 23,5 milioni. La nuova Genoa Image fa comunque capo al club, che ha messo a riserva 23 milioni.
COMPOSIZIONE DEI RICAVI:
(dati in milioni di euro)
- DIRITTI TV: 33,2
- STADIO: 5
- COMMERCIALE: 7,2
- ALTRO: 27,9
• INTER – IL 13-14 CHIUDERÀ ANCORA A -80 SVOLTA DA GIUGNO
Pur avendo abbattuto il costo del lavoro di un centinaio di milioni in 3 anni, l’Inter continua a navigare in profondo rosso. Le sono venuti a mancare i proventi Champions, ma s’incassa poco anche da stadio e commerciale: il fatturato consolidato di 177 milioni è 14° su scala europea.
Le plusvalenze attese la scorsa estate non sono arrivate (saldo netto di 3,3 milioni) e l’esercizio 2013-14 chiuderà con un’altra perdita di 80 milioni. Poi si entrerà pienamente nell’era Thohir: a giugno risparmio di circa 30 milioni con la scadenza di 10 contratti, ma c’è tanto da fare sui ricavi.
COMPOSIZIONE DEI RICAVI:
(dati in milioni di euro)
- DIRITTI TV: 81,4
- STADIO: 19,6
- COMMERCIALE: 40
- ALTRO: 36
• JUVENTUS – DAI RICAVI RECORD ALLA MAZZATA DELLA CHAMPIONS
Se nel 2012-13 la Juve ha festeggiato il fatturato record (274,8 milioni), da qui a giugno l’obiettivo sarà di attutire i danni dell’eliminazione dalla Champions, andando in fondo in Europa League e attuando «azioni di ottimizzazione». Per ora ballano 20 milioni di minori introiti: nel 2012-13 l’Uefa pagò 65,3 milioni, quest’anno 43,5, Euroleague esclusa. Dopo l’ultimo mercato, i costi continuano a crescere (+18% per gli stipendi nel semestre) e le perdite a giugno sono stimate in peggioramento dal -15,9 del 2012-13. Al 31 dicembre indebitamento finanziario netto a 188 milioni: +17% in 6 mesi.
COMPOSIZIONE DEI RICAVI:
(dati in milioni di euro)
- DIRITTI TV: 163,5
- STADIO: 38,1
- COMMERCIALE: 60
- ALTRO: 13,2
• LAZIO – LOTITO IN DEFICIT? ALLORA VIA ALLA CURA DIMAGRANTE
Il rosso 12-13 di 5,9 milioni è una rarità per Lotito che, dal 2004, aveva sempre macinato profitti, tranne che nel 2009-10. Per la prima volta il fatturato ha sfondato il muro dei 100 milioni grazie a Europa League e Coppa Italia. Ma è cresciuto pure il costo del lavoro, quasi raddoppiato in 3 anni (dai 37,9 milioni del 2009-10 ai 64,4 del 2012-13). Così il patron è corso ai ripari e i risultati si sono visti nella semestrale 2013-14: stipendi giù del 18%; risparmio di retribuzioni e oneri accessori di 12 milioni in virtù dello svincolo di Zarate; plusvalenze per 6 milioni più altri 17 dal mercato di gennaio.
COMPOSIZIONE DEI RICAVI:
(dati in milioni di euro)
- DIRITTI TV: 60,4
- STADIO: 10,8
- COMMERCIALE: 13,6
- ALTRO: 23,7
• MILAN – STIPENDI GIÙ E CONTI IN ORDINE ANCHE NEL 2013
Da quando Fininvest ha deciso di chiudere i rubinetti il Milan ha riequilibrato la gestione. La holding ha versato 29 milioni nel 2012 e appena 4 l’anno scorso. La mini-perdita dell’ultimo bilancio disponibile (-6,9 milioni) verrà replicata in quello al 31 dicembre 2013. Se nel 2012 il club aveva beneficiato della maxi-plusvalenza di Thiago e Ibrahimovic, il quasi pareggio del 2013 sarà ancor più significativo: le spese per il personale, già scese da 206,5 a 183,8 milioni, caleranno a quota 150, cioè sotto la soglia del 60% del fatturato. Progetti allo studio per esplorare nuove fonti di ricavi.
COMPOSIZIONE DEI RICAVI:
(dati in milioni di euro)
- DIRITTI TV: 145,7
- STADIO: 33,8
- COMMERCIALE: 79,8
- ALTRO: 16,6
• ROMA – ALTRI 20 MILIONI IN CONTO CAPITALE CALANO LE PERDITE
È sempre più la Roma di Pallotta che, dopo essersi accollato da UniCredit i crediti risalenti all’acquisto, continua a iniettare denaro. Ultimato il versamento da 80 milioni, si è deciso di portare l’aumento di capitale a 100 milioni: quindi altri 20 da sborsare. Comunque la Roma pare aver trovato la via dell’equilibrio. Dal -59 milioni del 2011-12 e il -40 del 2012-13 si passerà a una perdita di circa 22 milioni nel 2013-14, grazie alle cessioni di Lamela e Marquinhos. L’anno prossimo, in Champions, si potrebbe raggiungere il pareggio, mantenendo i costi invariati.
COMPOSIZIONE DEI RICAVI:
(dati in milioni di euro)
- DIRITTI TV: 66
- STADIO: 21,2
- COMMERCIALE: 25,6
- ALTRO: 12,7
• SAMPDORIA – GARRONE RIFIATA: DEFICIT PRE-TASSE DI 15 MLN NEL 2013
Per una gestione già in perdita la retrocessione del 2011 è stata una botta: il bilancio al 31 dicembre 2012 (per metà relativo alla B) ha fatto segnare un -38,1 milioni e nel corso di quell’esercizio Garrone ha messo mano al portafogli versando 36 milioni.
Ma da quel momento è iniziata una profonda ristrutturazione che vedrà i suoi frutti nel bilancio al 31 dicembre 2013, ancora da approvare: il risultato pre-tasse sarà negativo per circa 15 milioni (dal -50,8 del 2012), grazie all’aumento dei ricavi, alle plusvalenze di Icardi e Poli e alla diminuzione del 20% degli stipendi.
COMPOSIZIONE DEI RICAVI:
(dati in milioni di euro)
- DIRITTI TV: 16,1
- STADIO: 3,8
- COMMERCIALE: 3,2
- ALTRO: 8,5
• SIENA – ANTICIPATO METÀ PARACADUTE ACQUE AGITATE
La scorsa estate il Siena è arrivato a un passo dal fallimento e tuttora naviga in acque agitate. Licenziando il bilancio 2012-13 il collegio sindacale sottolineava «la necessità di una tempestiva e definitiva formalizzazione del piano di risanamento» e invitava il socio «a intervenire tempestivamente a mezzo di ulteriori apporti di capitale». Il Siena ha conteggiato nello scorso esercizio metà (5 milioni) del paracadute, riducendo il deficit a 1,8 milioni. Adesso gli 8 milioni dello sponsor Monte Paschi non ci sono più e i diritti tv sono crollati. Secondo Mezzaroma l’unica salvezza è lo stadio.
COMPOSIZIONE DEI RICAVI:
(dati in milioni di euro)
- DIRITTI TV: 20,7
- STADIO: 1,6
- COMMERCIALE: 8,6
- ALTRO: 11,7
• TORINO – DA QUANDO È IN A CAIRO NON DEVE FARE IL MECENATE
Abituato a macinare profitti nei media, Urbano Cairo si è vestito da mecenate nel calcio.
Dal 2005 ha versato nelle casse del Torino 60 milioni e pure nell’ultimo esercizio approvato, quello dell’anno solare 2012, ha rinunciato a 7,4 milioni di crediti destinandoli in conto copertura perdite. Ma il deficit di 11 milioni è dipeso dal primo semestre in B. Da quando il Toro è in A, la musica è cambiata: Cairo ha smesso di sborsare soldi, la gestione si è riequilibrata e lo si vedrà nel bilancio al 31 dicembre 2013, che dovrebbe chiudersi in utile anche grazie alla plusvalenza di Ogbonna.
COMPOSIZIONE DEI RICAVI:
(dati in milioni di euro)
- DIRITTI TV: 15,8
- STADIO: 3,9
- COMMERCIALE: 5,7
- ALTRO: 5,8
• UDINESE – PLUSVALENZE DI 71 MILIONI NETTI SCOUTING PRIORITÀ
L’Udinese celebra il record di utili della sua storia: i 32,3 milioni del 2012-13 polverizzano i 25,8 del 1999-2000. I ricavi (spinti da diritti tv e contributi Lega) sono cresciuti del 12% ma il botto è arrivato con le plusvalenze di Handanovic, Isla, Asamoah, Floro Flores, Candreva e Cuadrado: 87,2 milioni che, detratti 15,8 di minusvalenze, danno un guadagno netto di 71,4 dalle cessioni. L’Udinese ha ridotto gli stipendi (da 34,1 a 32,1), aumentato ancora gli investimenti nello scouting (costi specifici tecnici da 21,5 a 23,2) e appostato gli ammortamenti per il nuovo Friuli (3,1).
COMPOSIZIONE DEI RICAVI:
(dati in milioni di euro)
- DIRITTI TV: 45,5
- STADIO: 4
- COMMERCIALE: 7,1
- ALTRO: 9,7