Claudio Sabelli Fioretti, IoDonna 8/3/2014, 8 marzo 2014
LA DITTATURA DEL PIXEL
Io mi sento circondato da ipocrisia, luoghi comuni, correttezza politica, finzioni, perbenismo, conformismo e non ne posso più. Invece di badare al sodo, ci si ferma tutte le volte alla forma. Da quando nessuno chiama più gli extracomunitari “vu cumprà”, qualcosa è cambiato in meglio per loro? Siamo diventati tutti molto educati, quando trattiamo male la gente.
Una delle cose più ridicole che siamo costretti a vedere, quando sfogliamo i giornali, sono i pixel che sformano i visi dei bambini. I visi dei bambini sono le cose più carine e gradevoli che si possono ammirare sui quotidiani. Ma pixelate il bimbo, oppure rischiate sanzioni. I figli di Matteo Renzi vanno in Parlamento tutti orgogliosi del loro papà e vorrebbero essere riconosciuti dai loro compagni nelle foto dei quotidiani. Niente. Tutti pixelati. Ma nessuno si sogna di pixelare i bambini della scuola Colletti di Treviso che Matteo Renzi è andato a trovare appena eletto. Io non riesco a capire perché bambini bellissimi debbono essere così sfregiati dall’elettronica. L’altro giorno un bambino vestito da piccolo papa Francesco è stato preso in braccio dal vero papa Francesco in piazza San Pietro. Temevo l’arrivo dei pixel e invece no. Allora ho fatto una piccola ricerca e ho scoperto che i bambini baciati dal papa non vengono pixelati. Qual è la regola? Non si sa. Ma il buon senso direbbe che il politicamente corretto, quando si esagera, è una gigantesca pirlata.
P.S. Ultime notizie: hanno pixelato anche il piccolo papa Francesco.