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 2014  marzo 10 Lunedì calendario

MATERASSI POP-TECH


C’è stato un tempo in cui le pubblicità dei materassi erano molto presenti in televisione. L’omino sdraiato in pigiama di Permaflex, il materasso a molle, ancora in produzione, è stato l’emblema dell’Italia del boom economico. Si passava dai materassi di foglie e paglia alle molle, dopo aver transitato, ma non tutti, per i materassi di lana, simbolo dell’ascesa economica piccolo borghese. Ha ragione Bernd Brunner in L’arte di stare sdraiati (Cortina) quando scrive che per secoli il sonno è stato privatizzato, nascosto dietro le quinte. Poi a un certo punto le società occidentali hanno aperto la camera da letto, così che i mobili che vi si trovavano si sono trasformati in un oggetto da esibire. Inizia nel Novecento l’era del design. Dalla fine degli anni Cinquanta, almeno nel Bel Paese, la forma del letto ha conosciuto una grande diversificazione, così da rivelare a chi entrava nella camera la personalità del proprietario, o della proprietaria. Nessuna cosa come il letto funziona come un segno distintivo, d’identità e di prestigio. E il materasso? Ha cominciato a diventare un oggetto del desiderio, ma solo dopo l’ascesa del letto «disegnato». La parola d’ordine è stata prima comodità, poi salute, e infine ecologia. I materassi, alla pari delle automobili, si sono diversificati nel corso di alcuni decenni. Poi, di colpo, all’inizio tra la fine del XX secolo e l’inizio del XXI, sono scomparse le manchette pubblicitarie dalle pagine delle riviste popolari e dai quotidiani, per approdare invece tra i televenditori. Trasformato in oggetto pop per sogni d’oro. Il materasso ha subito un’evoluzione come oggetto tecnico: ad acqua, di lattice, a molle, di schiuma di poliuretano, composto, tatami, e altro ancora. Da giaciglio notturno o alcova, il letto si è evoluto, e con lui il materasso. La parola «materasso» ha un’origine araba; viene da matrah, che a sua volta deriva dalla radice taraha, gettare, perché indicava il tappeto nel quale vi si coricava, sulla nuda terra. Arrivato con i Crociati, sembra che la parola sia comparsa contemporaneamente in Italia, Francia, Germania, Inghilterra, ma partendo, dicono i linguisti, dall’Italia meridionale. Quando si pensa al materasso, viene subito in mente la dolcezza e lo sfarzo del dormire delle culture del Sud, mentre al Nord, scrive Brenner, durante la preistoria, e anche dopo, si dormiva in buche scavate per terra. Abbiamo imparato dagli Arabi non solo i numeri, ma anche l’arte di stare sdraiati.