Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  marzo 10 Lunedì calendario

DATING APPUNTAMENTI D’AMORE? NO DI BUSINESS


Il mare è pieno di pesci. E sia il mare che i pesci valgono circa 3 miliardi di dollari l’anno: a tanto ammonta secondo le stime degli analisti il mercato del dating online, cioè siti (e applicazioni) per trovare l’anima gemella.
Ma il vero tesoro nascosto sta nel mobile . Anche se il dibattito sulla privacy è ancora da risolvere, è proprio grazie alle opzioni di geo-localizzazione che la ricerca di qualcuno di interessante a portata di appuntamento diventa più facile. Così il giro d’affari legato alle applicazioni disponibili su smartphone o tablet è salito fino a 1,4 miliardi di dollari nel 2013. E mentre i «vecchi» siti si vedono costretti a restyling adatti ai dispositivi mobili, crescono i numeri delle nuove app, pensate e costruite a misura di smartphone.

Probabilità
La probabilità che i fondatori diventino ricchi è più alta della probabilità che gli utenti trovino l’anima gemella. Così funziona Tinder, l’app per il dating che dopo aver spopolato in Usa sta invadendo il mercato europeo: su 750 milioni di profili sfogliati al giorno avvengono «solo» 10 milioni di match , cioè di reciproci like tra due persone (condizione necessaria per poter iniziare a chattare con il potenziale partner). Insomma, c’è la possibilità di chattare con una persona ogni 75 profili esaminati. E chissà se poi la conversazione va avanti: trovare l’amore, o anche solo combinare un appuntamento, va contro le regole della probabilità. Ma sognare (e sfogliare profili) non costa niente: così i numeri dell’app crescono e i tre fondatori, gli americani Sean Rad, Justin Mateen e Jonathan Badeen, si sfregano le mani.
Le idee chiare le avevano dall’inizio, da quando hanno lanciato l’app ad una festa universitaria nel settembre 2012. Un anno e mezzo dopo l’obiettivo è espandere e fidelizzare la base degli utenti. Il passo successivo sarà utilizzare l’app (che ora è gratis e si appoggia a Facebook) come «cavallo di Troia» per far soldi: gli utenti pagheranno per rendere più visibile il proprio profilo o per inviare regali virtuali, i brand per far pubblicità ai propri prodotti. Sarà forse un obiettivo troppo ambizioso, ma tra i traguardi fissati dai tre fondatori c’è anche quello di rendere Tinder un social: «Non abbiamo mai voluto essere una piattaforma di dating , piuttosto ci consideriamo uno spazio social per la scoperta», ha spiegato Mateen in un’intervista al quotidiano britannico Guardian .
Intanto rispetto ai social tradizionali, come Facebook o Twitter, possono contare su una base di utenti mediamente più giovane: lo zoccolo duro degli iscritti a Tinder ha fra i 18 e i 24 anni (51%), ma c’è anche una fetta del 7% composta di ragazzi tra i 13 e i 17 anni.

Account Vip
Il principio sul quale si base l’app tedesca Lovoo è lo stesso: si scarica, si crea il profilo appoggiandosi a quello di Facebook, ci si geo-localizza e grazie a un radar si cercano potenziali partner in zona. Lanciata nel 2011, ha raggiunto 8 milioni di utenti e conta di far soldi grazie alle funzioni a pagamento: l’iscrizione è gratuita, ma si può acquisire più visibilità grazie agli account Vip.
Se le nuove app si concentrano sul mobile i siti tradizionali provano a dar battaglia ai nuovi arrivati proponendo funzioni sempre più raffinate e precise. OkCupid, sito che nel 2014 festeggia i dieci anni dal lancio, si appoggia su diversi algoritmi per mettere in contatto persone con interessi simili. Per mantenere alto l’interesse dei circa 30 milioni di iscritti (1 milione dei quali si connette al sito ogni giorno) ha introdotto di recente anche una nuova funzione che permette, per un minimo di 4,95 dollari, di filtrare le ricerche bloccando determinati tipi fisici.
Mentre Meetic, a 13 anni dal lancio e a 9 dalla quotazione in Borsa, prova a puntare sulla «vita reale»: dopo essersi imposto come uno dei siti leader per il dating online, l’anno scorso ha inaugurato la creazione di eventi per far incontrare gli utenti dal vivo. Non è solo un modo per cambiare pelle, ma anche una strategia di business ben precisa (anche se il grosso dei soldi arriva sempre dagli abbonamenti). Ormai il sito è un’azienda avviata: inaugurata nel 2001 dall’imprenditore francese Marc Simoncini, nel 2005 è sbarcata in Borsa con una quotazione da 280 milioni di euro e colleziona bilanci sempre positivi. Il picco è stato nel 2010, anno in cui Meetic ha raggiunto i 186 milioni di euro (erano 1,2 nel 2002), poi si è scesi a 178 nel 2011 e 164 nel 2012. Chissà che gli eventi, uniti alla nuova app, non portino a una nuova crescita dei conti.