Marco Ansaldo, la Repubblica 10/3/2014, 10 marzo 2014
“IL PAPA CHIEDE DI STUDIARE LE UNIONI GAY NON LE APPROVA MA VUOLE CAPIRE”
E dopo il tema dei sacramenti da concedere ai divorziati risposati, adesso Papa Francesco comincia a meditare sulle unioni gay. Implacabile come un rullo compressore, la vitalità di Jorge Mario Bergoglio non si arresta davanti al primo anniversario del Conclave che lo ha eletto vescovo di Roma. Insofferente com’è per le ricorrenze ufficiali, anzi, il Pontefice argentino si fionda fuori dalla capitale, ai Castelli romani, per dedicarsi agli Esercizi spirituali di preparazione alla Pasqua. E, come rivela il cardinale arcivescovo di New York, Timothy Dolan, avvia una riflessione sulla questione delle unioni omosessuali.
Il Papa «non è arrivato a dire che è a favore», precisa il porporato americano, il quale nei giorni che precedettero l’elezione nella Cappella Sistina fu uno dei prelati più attivi nel confrontarsi con i media. Ma Francesco ritiene che la Chiesa debba esaminare questo argomento complesso perché alcuni Stati dell’Unione hanno deciso, o stanno decidendo, di legalizzare le unioni civili tra persone dello stesso sesso. Tutto ciò, dunque, non significa affatto che il Papa sia favorevole. Ciò che Bergoglio ha affermato, spiega Dolan alla Nbc, è che la Chiesa deve cercare e vedere «le ragioni» che hanno indotto alcuni Stati americani a questo passo, «piuttosto che condannarle prontamente». «Poniamo domande — ha concluso — sul perché questo ha fatto presa su alcune persone».
Siamo di fronte a una possibile nuova apertura del Papa? Dopo il discorso fatto pronunciare due settimane fa da Francesco a Walter Kasper prima del Concistoro con cui ha creato 19 nuovi cardinali, nel quale il porporato e teologo tedesco ha avviato una discussione sulla comunione alle persone unite in seconda unione, il Pontefice sembra adesso orientato a studiare un nuovo fronte. Confermando quindi il suo desiderio di dedicarsi, dopo la riforma e lo scardinamento di alcune strutture della Curia e dell’amministrazione pontificia, alle questioni più squisitamente dottrinali.
Negli Stati Uniti le parole di Papa Francesco sulle unioni omosessuali sono seguite con molto interesse fin da quando, sul volo per il Brasile nel luglio scorso, dichiarò: «Se qualcuno è gay e cerca il Signore in buona fede, chi sono io per giudicare?». A settembre, poi, la storica rivista della comunità gay The Advocate gli dedicò addirittura la copertina, scrivendo che «la persona più influente del 2013 nella vita del popolo Lbgt» (lesbiche, gay, bisessuali e transgender, ndr) «non arriva dal nostro conflitto legale in corso» per il riconoscimento dei diritti degli omosessuali, bensì dal «nostro conflitto spirituale».
Con il mondo dei fedeli in attesa di altri sviluppi, il Papa intanto ieri, dopo aver affermato all’Angelus la necessità di «disfarci degli idoli, delle cose vane, e costruire la nostra vita sull’essenziale», è salito su un pullmino raggiungendo Ariccia assieme a cardinali e vescovi di Curia. Nella cittadina laziale i due autobus grigio metallizzati, con a bordo il Pontefice e gli altri 82 partecipanti al ritiro, sono stati accolti da una folla festante. Nella Casa del Divin Maestro, retta dai Paolini e immersa in un bosco con vista sul lago, il gruppo si concentrerà fino a venerdì sugli Esercizi spirituali con tema “La purificazione del cuore”, preceduti dalle meditazioni di monsignor Angelo De Donatis, parroco della chiesa romana di San Marco Evangelista al Campidoglio.
L’uscita dal Vaticano, anche per esercizi più corposi che in passato, è un ulteriore segno di novità del pontificato. Ad Ariccia ogni ospite si pagherà la propria stanza. Lo schema delle giornate prevede la concelebrazione eucaristica, due meditazioni, Vespri e adorazione eucaristica.
Per uno dei porporati che segue con più attenzione Bergoglio, il cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente del dicastero dei Testi legislativi, nella Chiesa di Francesco «si può dire ciò che si pensa» e si discute «tenendo fissa la dottrina» ma «senza far finta che i problemi non esistano, come nel caso dei divorziati risposati ». Basterà però la riforma a fermare le lotte di potere? «Potrebbe favorire una migliore atmosfera — è la risposta di Coccopalmerio — ma il vero rimedio è la formazione delle persone, professionale e spirituale. Solo così si elide il problema alla radice. Nei centri di potere ci sarà sempre chi dà motivi di divisione, tensione, ma se modifichiamo il nostro spirito ciò verrà meno».