Roberta Amoruso, Il Messaggero 9/4/2014, 9 aprile 2014
VALE 13 MILIARDI L’AZZERAMENTO DELLE SOCIETÀ INUTILI TARGATE PA
ROMA Basterebbe dare un taglio a due terzi delle partecipate pubbliche, a vale a dire a tutte quelle che non erogano servizi pubblici (cioè di interesse generale) per risparmiare poco meno di 13 miliardi, vale a dire 12,8 miliardi. A tirare le somme di quello che potrebbe essere il risultato di un riassetto rigoroso nei 40.000 organismi, tra consorzi e società, che fanno capo agli enti locali o direttamente allo Stato è il centro studi di Confindustria (Csc). E i numeri sono sorprendenti. Se nel 2012 il costo complessivo delle partecipate pubbliche è stato di 22,7 miliardi (l’1,4% del Pil), quasi il 42% di questa cifra, vale a dire circa 9,5 miliardi, è concentrata nei 1.021 satelliti della Pa del Lazio. Naturalmente va precisato che nel conto del Lazio sono compresi i costi dell’amministrazione centrale, ma è possibile non notare il confronto con la Lombardia, che con le sue 7.492 partecipazioni conta oneri per 5,5 miliardi, mentre il Veneto con i suoi 4.123 satelliti pesa per pco più di 1 miliardo (al pari del Piemonte). Di fronte a questi numeri, non si capisce perchè i tagli alla Pa tante volte annunciati non hanno mai avuto grande seguito. Viste la continua caccia alle toppe de bilancio dello Stato e considerato che anche tra gli organismi che svolgono servizi di interesse pubblico si contano ancora buchi profondi.
È la stessto Ufficio studi di Confindustria a puntare il dito, non a caso, sull’utilizzo continuato delle partecipate statali come «fonte di abuso sempre più diffusa, che sfrutta posizioni dominanti sul mercato e consente di eludere i vincoli di finanza pubblica, reclutamento del personale e acquisto di beni e servizi».
Una sentenza pesante che non risparmia critiche anche alle «norme inefficaci varate negli ultimi anni. Legge di stabilità 2014 compresa, che ha «indebolito ulteriormente i presidi di rigore imposti negli anni precedenti».
LE MAXI SPESE LOCALI
Tra gli altri numeri elaborati dal CSC sulla Banca dati Consoc (gestione della partecipazione di pubbliche amministrazioni a Consorzi e Società), spuntano poi altre curiosità: il 62,7% delle partecipazioni della Pa sono in società, il 34,5% in consorzi e il 2,8% in fondazioni. La maggior parte delle stesse partecipazioni sono inferiori o pari al 50%, 1.200 sono totalitarie (con oneri per 15,7 miliardi) e 1.159 sono superiori al 50%. Ma va sottolineato anche che se circa i due terzi degli oneri complessivi sono determinati da organismi partecipati da Regioni, Comuni, Province e altre autonomie locali, e solo il terzo restante deriva da organismi partecipati dallo Stato. Gli amministratori locali questi conti già li conoscono. Ma si spera che il dossier partecipate sia nei primi pensieri del commissario alla spending review, Carlo Cottarelli.