Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  marzo 09 Domenica calendario

GRECIA, PRIMO TEST DOPO LA CRISI

Piraeus Bank, seconda banca del­la Grecia, si appresta a collocare un bond per mezzo miliardo di euro: è la prima emissione di un istitu­to ellenico dall’inizio della crisi debito­ria esplosa nel 2009. Dopo cinque anni il settore finanziario greco prova così a far cadere la stampella della troika e a camminare sulle proprie gam­be. Per gli analisti si tratta di un e­vento cosiddetto watershed, cioè spartiacque, sia perché l’effettivo stato di salute delle banche è an­cora oggetto di contesa con i cre­ditori internazionali sia perché lo stesso governo potrebbe a sua vol­ta tornare sui mercati: in questo caso si parla di un’emissione a cin­que anni nella seconda parte del­l’anno. La settimana prossima, ha fatto sapere Piraeus, partirà il road show della banca «con una serie di incontri in alcune selezionate città eu­ropee ». Altri 1,75 miliardi saranno rac­colti attraverso un aumento di capitale. «Queste operazioni intendono lanciare un segnale – ha detto l’amministratore delegato Anthimos Thomopoulos –. La Grecia ha svoltato l’angolo, il settore bancario ha girato l’angolo e il settore fi­nanziario internazionale è sufficiente­mente sano per prestare a noi e acqui­stare azioni da noi in maniera consi­stente ». Nel caso di un fallimento, è comunque pronto a intervenire il meccanismo gre­co di salvataggio sotto sorveglianza del­la troika. Se invece sarà un successo, an­che i titoli pubblici potrebbero presto saggiare il terreno dei mercati. «Già da qualche seduta operativa, il tasso che pagano i titoli governativi decennali di Atene è sceso sotto il livello dell’8%. A trainare verso il ribasso i rendimenti dei titoli dei Paesi meno virtuosi d’area eu­ro ha provveduto da tempo l’Irlanda – spiega Angelo Drusiani, esperto obbli­gazionario di Banca Albertini Syz –. O­ra a Dublino s’indebitano a 10 anni pa­gando poco più del 3%. Segno che i pre­stiti della troika e la rigidità tedesca stan­no favorendo una migliore situazione in materia di debito pubblico». Secondo Drusiani «l’esame dei mercati per Ate­ne potrebbe essere un banco di prova molto importante, al di là dell’esito tutt’altro che scontato. È presto per pen­sare al ritorno alla normalità per il Te­soro greco. Ma gli sforzi fatti e la mini­ristrutturazione di parte dei prestiti po­trebbero favorire il ritorno d’interesse degli investitori. Atene, in questa occa­sione, non è la Grecia. È l’Europa dei perdenti. Che, dopo sacrifici e qual­che vessazione, rialzano la testa».

Proprio in queste ore è in corso l’en­nesimo braccio di ferro tra le istitu­zioni elleniche e quelle della troika (Ue, Fmi e Bce) e uno dei nodi ri­guarda la ricapitalizzazione delle banche. L’obiettivo è raggiungere un accordo entro domani, quando si riunirà l’Eurogruppo per esaminare, fra l’altro, anche l’assegnazione al­la Grecia di due tranche di aiuti per circa 10 miliardi. In base agli stress test della banca centrale gli istituti del Paese necessitano di capitale per 6,38 miliardi. Secondo la troika però ser­virebbero almeno tre miliardi in più. Pi­raeus, con un fabbisogno di 425 milio­ni, presenta una delle situazioni meno problematiche assieme ad Alpha Bank (262 milioni). La National Bank of Gree­ce necessita di 2,2 miliardi ed Eurobank di 2,9 miliardi.