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 2014  aprile 08 Martedì calendario

“SONO LA NIPOTE DI NAPOLITANO”, BAZOLI LE PRESTA UN MILIONE


Milano Giovanni Bazoli è il banchiere che difende l’arcitaliano “capitalismo di relazione” dichiarando al Financial Times che “le relazioni personali sono i valori più importanti della nostra vita” e che il problema è semmai “la qualità delle relazioni, se esse sono positive o negative, corrette e trasparenti oppure corrotte e intricate”. Lo aveva capito bene anche la dottoressa Maria Lucia Eufrasia Vicario, 46 anni, ciellina, dirigente medico nel dipartimento di cardiologia dell’ospedale Niguarda di Milano, che è riuscita a ottenere dalla banca di Bazoli un milione di euro: dopo aver incontrato Bazoli e avergli portato tre lettere di raccomandazione firmate dal presidente Giorgio Napolitano e dal suo segretario, Donato Marra. Le lettere erano false, come altre messe in giro dalla dottoressa, che per questo è stata indagata dalla procura di Milano e ora ha chiesto di patteggiare una pena. Ma il milione di euro è vero e resta saldamente nelle mani della dottoressa.
LA STORIA, più istruttiva di un’intervista al Financial Times, inizia nel marzo 2011. Muore il professor Mario Condorelli, luminare della medicina, ex senatore dc, amico fraterno di Napolitano e pigmalione della dottoressa Vicario, che aveva iniziato la sua carriera, a Napoli, sotto la sua ala. La cardiologa cerca di far durare nel tempo il bene che il professore le aveva voluto. Prende carta e penna e scrive una lettera che firma Mario Condorelli, come se il professore l’avesse vergata poco prima della morte. “Caro Giorgio... Ti scrivo per segnalarti una donna di giudizio. È una delle persone più vicine a Formigoni, aiutala”. L’arrivo della lettera è annunciato da una telefonata al Quirinale fatta dalla figlia di Condorelli: era sempre la Vicari, ma questo lo si scoprirà solo molto dopo. Poi la dottoressa scrive un altro paio di lettere: indirizzate a Roberto Formigoni, allora presidente della Regione Lombardia. La prima è firmata “Giorgio Napolitano” e, con stile un po’ faticoso, dice: “Affido queste poche righe alla Dottoressa per rassicurarla sul suo operato e per l’affetto a me dimostrato da persona a me cara, confido possa essere sempre così attenta come a me riferitomi...”. La seconda è firmata da Marra e chiede per la cardiologa due biglietti gratis per la Scala. Le preziose missive introducono Vicari presso Formigoni, di cui diventa in breve tempo assidua frequentatrice e amica. Formigoni sarà addirittura suo testimone di nozze, l’8 ottobre 2011. La dottoressa racconta di avere buone entrature alla procura di Milano, di essere amica di Ilda Boccassini (che neppure la conosce) e di poter riferire notizie sulle indagini allora in corso (San Raffaele, Maugeri) che coinvolgono il presidente lombardo. Tempesta di telefonate e sms Willy (il segretario particolare di Formigoni Mauro Villa) e “l’amico Roberto”, mettendo in fila quel che dice di sapere sulle inchieste. Ma questa è la parte più oscura della storia, ancora sotto l’attenzione dei pm.
PIÙ CHIARO invece il resto: quando deve accendere due mutui per comprare due appartamenti al quartiere Bicocca, uno per lei e il marito, l’altro per la madre, invece di andare nell’agenzia sotto casa di Intesa-Sanpaolo, punta direttamente al presidente del consiglio di sorveglianza. Si fa ricevere da Bazoli, nel dicembre 2011, accreditandosi come la nipote di Napolitano. Esibisce poi due lettere a Bazoli, datate luglio e ottobre 2012 e firmate da Marra. False, come quella datata marzo 2012 e firmata dal presidente della Repubblica, in cui Napolitano esprime “sincero ringraziamento e rinnovata stima”. Lo stile epistolare non è proprio quello di Goethe, né di Choderlos de Laclos: “Gratitudine e riconoscenza del presidente della Repubblica (...) per spirito e partecipazione che Ella ha voluto apporre nel risolvere la richiesta informale e delicata rivoltaLe”. Ma la Vicario porta a casa tre mutui e un finanziamento (“a condizioni favorevoli”, scrivono i magistrati) per circa un milione di euro. Bazoli, sentito dai pm milanesi, ha ammesso di aver ricevuto la signora, ma per poi indirizzarla a un funzionario, che ha gestito le sue richieste secondo le consuetudini della banca, senza alcun trattamento di favore. Le lettere di Napolitano e del suo segretario, dunque, non sarebbero servite a niente. La milionata sarebbe arrivata comunque nelle tasche della cardiologa dal cuore d’oro, secondo il difensore del capitalismo di relazione, quello fatto di relazioni positive, corrette e trasparenti.
BAZOLI non querela e non denuncia, anche quando viene a sapere che le lettere sono false. Nessuna denuncia neppure da parte di Formigoni e Willy, i quali danno per mesi credito (morale, loro, non monetario) alla signora che pure avrebbe compiuto un reato, nel caso avesse rivelato, come prometteva, segreti investigativi della procura. Quanto a Napolitano, non batte ciglio, commosso dalla lettera dell’amico defunto che gli raccomanda la pupilla dall’aldilà. La storia ha una svolta solo quando Formigoni incontra Marra e gli parla delle lettere ricevute: Marra cade dalle nuvole e poi, nel dicembre 2012, denuncia. Parte l’indagine, per sostituzione di persona e falso in scrittura privata. Ora Vicari patteggerà e uscirà di scena, ritirandosi nei suoi appartamenti comprati con i mutui regolarmente ottenuti dopo le visite al banchiere che ha sdoganato il capitalismo di relazione.