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 2014  aprile 08 Martedì calendario

TAGLI ALLA SPESA PER 4 MILIARDI LA DOTE DI COTTARELLI AL GOVERNO


ROMA Gli affitti degli enti locali sono una delle ultime spese che Carlo Cottarelli, commissario straordinario alla spending review, ha esaminato. E ha deciso di tagliare. Comuni, Province, Regioni, spendono ogni anno qualcosa come 290 milioni di euro per la pigione, ma Cottarelli si è accorto che se solo si pagassero per quegli stessi immobili i fitti medi rilevati dall’Omi, l’osservatorio del mercato immobiliare, si potrebbero risparmiare in un colpo sono ben 130 milioni di euro. È la storia infinita della spesa pubblica, che al suo interno più che sprechi a volte nasconde enigmi degni della Sfinge. Cottarelli l’ha praticamente passata al setaccio e la prossima settimana, probabilmente lunedì o martedì, potrebbe finalmente illustrare il suo programma di tagli al Comitato interministeriale del quale fanno parte oltre a Matteo Renzi, anche Pier Carlo Padoan e il sottosegretario Graziano Delrio. Il ministro dell’economia, tuttavia, potrebbe non essere presente, perché impegnato a Bruxelles con l’Ecofin, e potrebbe dunque essere sostituito da un vice ministro. Renzi attende con impazienza il lavoro di Cottarelli anche in vista dell’appuntamento di mercoledì (giorno in cui dovrebbe essere convocato un consiglio dei ministri) nel quale annuncerà la sua cura choc per l’economia. Da Cottarelli Renzi si attende un contributo di circa 5 miliardi nel 2014. In realtà potrebbe arrivare qualcosa in meno. Il commissario sarebbe in grado di garantire la cifra su base annua, ma un trimestre è già praticamente passato e dunque è più probabile che i tagli possibili si fermino vicino ai quattro miliardi di euro più che ai cinque.
I NUMERI
Dove taglierà Cottarelli? Il grosso della cifra dovrebbe arrivare da una decisa sforbiciata sull’acquisto di beni e servizi da parte delle pubbliche amministrazioni allargando il metodo «Consip», la società per la razionalizzazione della spesa pubblica controllata dal ministero del Tesoro. Dei 132 miliardi di spesa, quella immediatamente aggredibile sarebbe di una quarantina di miliardi. Spazio per risparmi ce n’è molto. Le misure sul pubblico impiego, con la mobilità volontaria per i dipendenti (ma che diventerebbe obbligatoria su base regionale in caso di mancanza di richieste), essendo un tema politicamente delicato difficilmente potrà partire immediatamente. Mentre sul versante delle retribuzioni potrebbe scattare quella legata ai risultati tra i quali ci sarebbe anche il conseguimento dei risparmi di spesa. Giro di vite annunciato anche sulle società partecipate dagli enti locali. Tra le oltre 7 mila che compongono la variegata galassia della Comuni e Regioni «spa», quelle che non erogano servizi pubblici dovranno essere chiuse o vendute. Sempre per gli enti locali sarà poi perfezionato l’utilizzo dei costi e dei fabbisogni standard, una mossa dalla quale si attendono risparmi consistenti.
Altro passaggio delicato sarà quello delle pensioni. Il tavolo «lavoro» istituito da Cottarelli ha a lungo analizzato la questione delle «pensioni d’oro» calcolate interamente con il metodo retributivo e ha messo sotto la lente anche quelle di reversibilità. Toccare questi tasti permetterebbe allo Stato ingenti risparmi, ma sono dei tasti da un punto di vista politico considerato molto delicati. Proprio questo è il punto. Cottarelli presenterà un lavoro «tecnico» dicendo quello che è possibile fare per ottenere nel triennio i 32 miliardi di tagli di spesa promessi. Ma dove effettivamente calare le cesoie dovrà deciderlo la politica.