???, Corriere della Sera 9/3/2014, 9 marzo 2014
Papa Francesco ha ridato valore all’elemosina con gesti concreti, interventi diretti, mirati. L’elemosiniere del Vaticano, l’arcivescovo Konrad Krajewski (nella foto accanto al Papa durante l’incontro con tre clochard) , è tornato alla ribalta delle cronache
Papa Francesco ha ridato valore all’elemosina con gesti concreti, interventi diretti, mirati. L’elemosiniere del Vaticano, l’arcivescovo Konrad Krajewski (nella foto accanto al Papa durante l’incontro con tre clochard) , è tornato alla ribalta delle cronache. Lo stesso pontefice nella prefazione al recente libro «Povera per i poveri» (Libreria Editrice Vaticana) del cardinale Gerhard Müller ha scritto: «L’uomo sa che ciò che nega ad altri e trattiene per sé, prima o poi, si ritorcerà contro di lui». Questa pratica, anche se continuava ad essere osservata da credenti e no in numerose circostanze, da tempo non aveva trovato un forte avallo istituzionale. Comunque la scelta di papa Francesco richiama quanto è raccomandato nell’Antico Testamento e ribadito nel Nuovo. Tra i numerosi passi della Scrittura che si possono citare, e ora ridiventano di particolare attualità, vi è quello di Tobia, per il quale l’esercizio della carità ottiene grazie, nonché la cancellazione dei peccati: «Dei tuoi beni fa elemosina. Non distogliere mai lo sguardo dal povero, così non si leverà da te lo sguardo di Dio. La tua elemosina sia proporzionata ai beni che possiedi: se hai molto, dà molto; se poco, non esitare a dare secondo quel poco. Così ti preparerai un bel tesoro per il giorno del bisogno, poiché l’elemosina libera dalla morte e salva dall’andare tra le tenebre» (4, 7-10). Tra i passi del Nuovo Testamento vale la pena rileggere quello di Paolo, nella Prima Lettera a Timoteo: «Ai ricchi in questo mondo raccomanda di non essere orgogliosi, di non riporre la speranza sull’incertezza delle ricchezze, ma in Dio, che tutto ci dà con abbondanza perché ne possiamo godere; di fare del bene, di arricchirsi di opere buone, di essere pronti a dare, di essere generosi, mettendosi così da parte un buon capitale per il futuro, per acquistarsi la vita vera» (6, 17-19).