Gian Guido Vecchi, Corriere della Sera 9/3/2014, 9 marzo 2014
La mattina del 9 marzo il cardinale Bergoglio parla ai cardinali nelle riunioni prima del conclave. Le sue parole lasciano il segno
La mattina del 9 marzo il cardinale Bergoglio parla ai cardinali nelle riunioni prima del conclave. Le sue parole lasciano il segno. L’appunto del suo intervento viene raccolto dal cubano Jaime Lucas Ortega y Alamino Si è fatto riferimento all’evangelizzazione. È la ragion d’essere della Chiesa. «La dolce e confortante gioia di evangelizzare» (Paolo VI). È lo stesso Gesù Cristo che, da dentro, ci spinge. 1) Evangelizzare implica zelo apostolico. Evangelizzare implica nella Chiesa la «parresìa» di uscire da se stessa. La Chiesa è chiamata a uscire da se stessa e ad andare verso le periferie, non solo quelle geografiche, ma anche quelle esistenziali: quelle del mi¬stero del peccato, del dolore, dell’ingiustizia, quelle dell’ignoranza e del¬l’indifferenza religiosa, quelle del pensiero, quelle di ogni forma di miseria. 2) Quando la Chiesa non esce da se stessa per evangelizzare diviene autoreferenziale e allora si ammala (si pensi alla donna curva su se stessa del Vangelo). I mali che, nel trascorrere del tempo, affliggono le istituzioni ecclesiastiche hanno una radice nell’autoreferenzialità, in una sor¬ta di narcisismo teologico. Nell’Apocalisse, Gesù dice che Lui sta sulla soglia e chiama. Evidentemente il testo si riferisce al fatto che Lui sta fuori dalla porta e bussa per entrare... Però a volte penso che Gesù bussi da dentro, perché lo lasciamo uscire. La Chiesa autoreferenziale pretende di tenere Gesù Cristo dentro di sé e non lo lascia uscire. 3) La Chiesa, quando è autoreferenziale, senza rendersene conto, crede di avere luce propria; smette di essere il «mysterium lunae» e dà luogo a quel male così grave che è la mondanità spirituale (secondo De Lubac, il male peggiore in cui può incorrere la Chiesa): quel vivere per darsi glo¬ria gli uni con gli altri. Semplificando, ci sono due immagini di Chiesa: la Chiesa evangelizzatrice che esce da se stessa; quella del «Dei Verbum religiose audiens et fidenter proclamans» [la Chiesa che religiosamente ascolta e fedelmente proclama la Parola di Dio, ndr ], o la Chiesa mondana che vi¬ve in sé, da sé, per sé. Questo deve illuminare i possibili cambiamenti e riforme che si devono realizzare per la salvezza delle anime. 4) Pensando al prossimo Papa: un uomo che, attraverso la contempla¬zione di Gesù Cristo e l’adorazione di Gesù Cristo, aiuti la Chiesa a uscire da se stessa verso le periferie esistenziali, che la aiuti a essere la madre feconda che vive «della dolce e confortante gioia dell’evangelizzare».