Sergio Romano, Corriere della Sera 8/3/2014, 8 marzo 2014
Stiamo esultando per l’Oscar a Sorrentino come per una finale di calcio. Ma c’è qualcosa di misterioso in tutta la vicenda
Stiamo esultando per l’Oscar a Sorrentino come per una finale di calcio. Ma c’è qualcosa di misterioso in tutta la vicenda. Innanzitutto: chi sono i 5.765 membri della «Academy» (of Motion Picture Arts and Sciences) che ogni anno decidono quali film e attori far trionfare? Nonostante diverse inchieste di giornali americani resta uno dei segreti meglio custoditi della storia. Si sa solo che sono in prevalenza bianchi, anziani (media 62 anni) e maschi (77%). Quindi non rispecchiano nessuna società, neppure quella americana. Forse non sapremo mai chi ha votato e soprattutto perché, ammesso che la giuria non sia solo virtuale e non ci sia una manina che muove tutto, secondo le mode e le necessità del momento. Per questo si fa bene a dubitare dei concorsi cinematografici. L’unica aula di giudizio resta la sala. Franco Prisciandaro Bari Caro Prisciandaro, N on sempre la discrezione e il silenzio servono a consentire che le giurie facciano scelte parziali e interessate. Nel caso delle istituzioni più serie una certa discrezione serve piuttosto a evitare che i membri di una giuria siano vittime di pressioni e interferenze. Non sono esperto di Oscar, ma il quadro mi sembra essere meno tenebroso di quello descritto nella sua lettera. Ignoro l’esatta percentuale dei neri e delle donne, ma le segnalo che il presidente della giuria, dal luglio del 2013, è Cheryl Boone Isaacs, già dirigente della Paramount. Boone Isaacs è afro-americana ed è la terza donna che presiede l’Academy dopo l’attrice Bette Davis (per un breve periodo nel 1941) e la sceneggiatrice Fay Kanin dal 1979 al 1983. Non è neppure esatto sostenere che la composizione della giuria sia totalmente ignota. Sappiamo che i giurati appartengono ad alcune categorie professionali fra cui attori, costumisti, direttori della fotografia, registi, dirigenti della produzione, responsabili del montaggio, tecnici del trucco, compositori di musiche per film, produttori, responsabili delle relazioni pubbliche, documentaristi, tecnici della colonna sonora, tecnici degli effetti visivi, tecnici dei cartoni animati, sceneggiatori. Se cercherà su Internet il sito http://www.oscars.org/academy/members/members.html, potrà leggere il nome di alcuni giurati che appartengono a ciascuna di queste categorie. E’ certamente vero che il mondo del cinema è ancora prevalentemente maschile. Lo sostiene, tra gli altri, una brillante giornalista americana, Maureen Dowd, in un recente articolo apparso sul New York Times. Dowd scrive che le donne rappresenterebbero il 6 % dei registi, il 10% degli sceneggiatori, il 15% dei produttori esecutivi, il 17% dei responsabili del montaggio; e aggiunge che i film diretti da donne sarebbero quasi sempre commedie romantiche, drammi e documentari, piuttosto che opere destinate al grande mercato come i film dell’orrore e di fantascienza. Non vorrei offendere qualche spettatore, ma a me quest’ultimo dato sembra dimostrare che le donne nel cinema diano prova di intelligenza e buon gusto.