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 2014  marzo 07 Venerdì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - CELEBRIAMO L’8 MARZO


repubblica.it
ROMA - Una lettera appello inviata ai leader dei partiti per rincarare la dose sulla necessità di garantire la parità di genere nell’Italicum. Un documento bipartisan sottoscritto dalle donne parlamentari che arriva all’indomani di un aspro confronto politico. Il voto finale sulla riforma della legge elettorale, infatti, alla fine è slittato direttamente a lunedì per consentire a Fratelli d’Italia di celebrare oggi la propria assemblea nazionale. Un rinvio che cozza con i desiderata del premier Matteo Renzi - che avrebbe voluto chiudere entro la settimana - ma che fornisce tre giorni di tempo per lavorare attorno all’ultimo scoglio rimasto: la parità di genere nelle liste bloccate.

LEGGI Il testo della lettera-appello

A firmare l’appello, insieme ad alcune parlamentari di Pd, Ncd, Sc, Per l’italia, ci sono anche alcune rappresentanti di Forza Italia (come ad esempio Michaela Biancofiore, Anna Grazia Calabria, Michela Brambilla, Mara Carfagna, Elena Centemero, Gabriella Giammanco, Giuseppina Castiello, Catia Polidori, Renata Polverini, Stefania Prestigiacomo, Laura Ravetto, Iole Santelli ed Elvira Savino), partito in parte contrario all’inserimento delle cosiddette ’quote rosa’ nel testo di riforma del Porcellum. Il deputato azzurro Ignazio Abrignani, infatti, oggi ha detto a SkyTg24: "Confermo, almeno per quanto mi riguarda, ma io so che sarà così anche per il mio gruppo, che noi voteremo contro questo emendamento".

Il documento è stato spedito al presidente del Consiglio (che è anche segretario Pd), al presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, al segretario di Ncd, Angelino Alfano, alla segretaria di Scelta civica, Stefania Giannini, e al presidente dei Popolari per l’Italia, Mario Mauro. Stilato dalle deputate, è stato poi sottoscritto anche da molte senatrici. Per l’occasione è stato anche creato un account su Twitter: @paritadigenere.

Ma lo scontro sulla parità uomo-donna non accenna a trovare una soluzione. Stamani la presidente della Camera, Laura Boldrini, ha commentato così la riunione che si è svolta con le deputate sul tema: "Abbiamo avuto in incontro per fare il punto della situazione sulle questioni di genere, ho raccolto la preoccupazione delle deputate che sono venute a questo incontro, la preoccupazione è che questa legge elettorale non ci faccia fare un passo in avanti ma anzi c’è il rischio che ci faccia fare un passo indietro e questo sarebbe davvero un paradosso". E ancora: "E allora io mi sento di fare un appello a tutte le forze politiche, a tutti i deputati e le deputate affinchè facciano in modo che non si ritorni indietro e che venga riconosciuta alle donne la possibilità di essere candidate in posizione eleggibile".

"Ce lo dice la Costituzione - spiega ancora - e quindi non è solamente una questione sociale, che già sarebbe abbastanza, ma ci sono due articoli della Costituzione, il 3 e 51, che parlano di parità e la parità passa anche per una legge elettorale che tenga presente questo aspetto. Io credo che noi dovremmo considerare questa una grande opportunità, non vorrei si trasformasse in una occasione persa".
Nel Pd, è Francesco Boccia (presidente della commissione Bilancio di Montecitorio) a far sapere: "Non voterò contro perchè sono uomo di parito, ma non voterò nemmeno a favore se l’impianto della legge rimarrà così, senza scelta dei candidati, senza parità di genere, senza riforma del Senato".

blitzquotidiano.it
ROMA – Femmine contro maschi a Montecitorio. E’ il dramma, o la sceneggiata che dir si voglia, che si sta consumando in queste ore in Parlamento. Motivo del contendere: le cosiddette quote rose nella nuova legge elettorale, l’Italicum dell’accordo Matteo Renzi-Silvio Berlusconi. La discussione sulla riforma è slittata a lunedì, ma intanto 90 deputate di tutti gli schieramenti hanno scritto una lettera-appello per garantire un minimo di presenza femminile in Parlamento per legge.
La questione ufficiale è proprio quella delle quote rose: sì, no, 50-50, 40-60, e soprattutto in che ordine in lista. Inutile, infatti, prevedere il 50 per cento di donne senza l’alternanza obbligatoria in lista, soprattutto nei collegi piccoli. L’importante, per le 90 deputate di Pd, Nuovo Centrodestra, Forza Italia e Scelta Civica che hanno scritto a Renzi, Berlusconi e Angelino Alfano, è che la questione della rappresentanza di genere sia affrontata nella nuova legge elettorale.
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Ma se lo scontro principale è tra uomini e donne nemmeno il fronte femminile è poi tanto compatto. Favorevoli alle quote esponenti del Pd come Rosy Bindi e Barbara Pollastrini, le forziste Mara Carfagna, Micaela Biancofiore e Michela Vittoria Brambilla, le alfaniane Beatrice Lorenzin e Nunzia De Girolamo. Contrarie, negli stessi partiti, Daniela Santanché e Mariastella Gelmini.
Ci sono poi, soprattutto in Pd e Sel, i favorevoli a parole ma non a fatti, che sarebbero ben felici di poter votare a scrutinio segreto e affossare la legge elettorale e Matteo Renzi votando contro le quote. Per Berlusconi, poi, la legge elettorale è intoccabile, va lasciata così com’è. Il Pd spera che il week-end porti consiglio.

blitzquotidiano
ROMA - L’accordo Renzi-Berlusconi-Alfano sulla legge elettorale sta reggendo il test del voto della Camera, compresi quelli a scrutinio segreto. Non mancano però le tensioni, a partire da quella sulle quote rosa, che sta spaccando soprattutto Forza Italia, cosa che ha portato ad uno slittamento del voto finale a lunedì prossimo, deciso dalla Conferenza dei capigruppo, nonostante la contrarietà del Pd.
No alle preferenze risicato. Il quale Pd, invece, sconta divisioni palesi e sotterranee (50 franchi tiratori) sulle preferenze, bocciate dall’Aula ma con soli 40 voti di scarto (236 quelli raccolti dalla minoranza che di solito non supera mai quota 180/90 voti). E’ chiaro che quando la legge passerà al Senato dove la maggioranza è molto meno ampia il campanello di allarme di ieri suonerà un’altra musica. Sia la minoranza interna del Pd, con Gianni Cuperlo, sia Ncd, hanno ribadito la volontà di sollevare il tema delle preferenze (estranee all’accordo) durante l’esame in Senato. Calcolatrice alla mano, se non berlusconiani e non renziani votassero tutti insieme a favore delle preferenze si raggiungerebbe almeno quota 170, ben oltre la maggioranza relativa dell’assemblea di Palazzo Madama.
Quote rosa. Sulla carta sono tutti per la parità di genere e quindi per l’introduzione di un meccanismo che lo assicuri anche nella definizione delle liste. Contraria è Forza Italia (si dice che Berlusconi sia d’accordo, non Denis Verdini che si sarebbe impuntato): non vogliamo un “manuale Cencelli sessista” è la posizione ufficiale. Il Pd, che pure accoglierebbe la modifica, ha le mani legate perché ha sottoscritto un accordo con Forza Italia.
Tutti gli emendamenti in merito sono stati accantonati, anche quelli sottoscritti dalle deputate forziste come Stefania Prestigiacomo, Mara Carfagna, Renata Polverini, Micaela Biancofiore, Gabriella Giammanco, Annagrazia Calabria, Elvira Savino, Giuseppina Castiello, Sandra Savino. Hanno preso le distanze dagli emendamenti invece Mariastella Gelmini e Daniela Santanchè. Anche il Presidente della Camera Laura Boldrini ha raccolto invano l’appello a prendere in considerazione una modifica favorevole alle quote rosa.
Napolitano. Ma sono le parole del presidente Napolitano a costituire l’elemento principale della giornata: il Capo dello Stato ha infatti chiarito che non intende pronunciarsi mentre il Parlamento sta lavorando, ma che prima di promulgare la legge procederà ad un “attento esame”.

IL GIORNALE
Più donne ai vertici delle aziende pubbliche. Non è solo l’impegno annunciato dal neo presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ma un vero obbligo che nei prossimi mesi tingerà di rosa i board delle 76 società di Stato chiamate a rinnovare i propri organi sociali: 501 poltrone, di cui, per effetto della legge sulla parità d’accesso - già in atto per le società quotate in Borsa - almeno un quinto (101) dovrà essere occupato da donne. Una novità non da poco, in un panorama dove le donne con posizioni di rilievo si contano sulle dita e che riguarderà, tra le altre, aziende di importanza strategica come Eni, Enel, Finmeccanica, Terna e Poste Italiane.

Ma come funzionerà, in concreto il meccanismo delle«quote rosa»?Il criterio è stabilito dalla legge 120 del 2011, meglio conosciuta come «Golfo- Mosca» (dal nome delle due promotrici, le onorevoli Lella Golfo del Pdl e Alessia Mosca del Pd) e riguarda sia le società quotate (pubbliche e private), sia le società controllate da enti pubblici non quotate.

Per le prime vale la delibera Consob numero 18.098 dell’8 febbraio 2012, per le seconde il regolamento attuativo del Capo dello Stato numero 51 del 2012 (entrato in vigore a febbraio 2013), ma le regole da seguire sono sostanzialmente uguali: tutte le società, da statuto, dovranno garantire al genere meno rappresentato «almeno un terzo (il 33%) degli amministratori eletti» negli organismi di amministrazione e di controllo ( cda, collegi sindacali e consigli di gestione con almeno tre membri).
finmeccanicafinmeccanica

Il criterio dovrà essere rispettato per tre mandati consecutivi dall’entrata in vigore della legge e si estende anche alla formazione delle liste ( ma solo in quelle con almeno tre candidati) e nei casi di sostituzione in corso di mandato. Per rendere più graduale il passaggio, tuttavia, soltanto al primo rinnovo (come in questo caso) la quota minima scende a un quinto, ossia al 20% dei componenti dell’organismo.

Applicando tale percentuale alle 14 società direttamente controllate dal ministero dell’Economia, prossime a rinnovare il cda, almeno 12 consiglieri su 59 dovranno essere donne, mentre altre dieci (su 49) andranno nei collegi sindacali. Tra i big, al momento, l’unico cda in regola è Poste Italiane (con Maria Claudia Ioannucci unica donna su cinque consiglieri).

Eni, invece, dovrà eleggerne almeno due su nove, come Enel (entrambe, al momento, hanno solo amministratori uomini), mentre Finmeccanica (che a oggi vede nel board soltanto Silvia Merlo) dovrà prevederne almeno tre. Più lunga la lista delle società indirettamente controllate dal Tesoro (Terna, Fintecna, Fondo Strategico Italiano, Rete Ferroviaria Italiana, Rai World e Trenitalia) dove alle donne andranno almeno 79 posti su 393.
ministero economiaministero economia

Con il governo appena insediato è ancora difficile ipotizzare i nomi delle future manager pronte a varcare le stanze del potere. Il bacino di personalità femminili dal quale Renzi potrà attingere è però consistente e spazia dalle istituzioni (come le ex ministre Maria Chiara Carrozza e Paola Severino), all’imprenditoria (ecco la direttrice generale di Confindustria. Marcella Panucci) fino al mondo accademico ( per esempio Lucrezia Reichlin). Al di là dei nomi, tuttavia, il vero segnale di cambiamento sarebbe se il nuovo premier andasse oltre le quote previste: una dimostrazione che il merito - per le donne come per gli uomini -vale più di ogni prerogativa, anche se a stabilirla è la legge.

DAL PEZZO DI CONCITA DE GREGORIO
(cinquanta per cento di capolista, alternanza uno a uno e non a blocchi perché è chiaro, e noto per esperienza, e reso manifesto dal buon senso che se in una circoscrizione elettorale un partito ha la forza di eleggere due parlamentari mettere una donna al terzo posto è un esercizio di stile, salvo sorprese)
Laura Boldrini, presidente della Camera, ha ricevuto le deputate (video) facendo presente che ben due articoli della Costituzione, il 3 (uguaglianza) e il 51 (pari opportunità) sono dalla loro. I senatori del Pd hanno sottoscritto un appello. Sel chiede il voto palese, non si vede perché sull’uguaglianza di genere ci debba essere libertà di coscienza da tutelare.
Negli stessi giorni in cui si discute la legge elettorale si chiude a Roma un magnifico incontro di Women in diplomacy, convegno di giovani diplomatiche del Mediterraneo voluto da Emma Bonino, ottimo ministro degli Esteri non sponsorizzato da alcuna frazione di corrente per la conferma. Nei medesimi giorni in cui si osserva la pausa di riflessione, 8 marzo compreso, la Lego manda in produzione tre figurine che rappresentano una chimica, un’astrofisica e una paleontologa.
Le affianca alle tradizionali signora col gattino, alla cuoca e alla giardiniera col grembiule. Anche in questo caso c’è voluta una potente raccolta di firme, in azienda non gli era venuto in mente.

sondaggio di reo
Eguaglianza nei posti di lavoro e nelle istituzioni significa anche uguale rappresentanza. Ritieni che l’introduzione delle ‘quote rosa’ oggi possa realmente essere utile alle donne e far sì che l’alternanza di genere diventi domani un’abitudine senza che sia necessaria l’autorità della legge per far spazio alle donne?
Sì, perché senza la legge le donne non riuscirebbero mai ad avere l’opportunità di ricoprire gli stessi incarichi finora ricoperti dagli uomini
(422 voti) 42%
(422 voti) - 42%
No, perché si tratta di un metodo impositivo che non fa onore alle donne
(570 voti) 56%
(570 voti) - 56%
Non so
(18 voti) 2%
(18 voti) - 2%
E’ vero che un maggior numero di donne aumenta l’efficienza?
Sì, perché le donne hanno capacità di relazione sul lavoro che gli uomini non hanno
(433 voti) 43%
(433 voti) - 43%
No, perché le competenze non sono una questione di genere
(520 voti) 52%
(520 voti) - 52%
Non so
(56 voti) 6%
(56 voti) - 6%
In vista della riforma elettorale, le parlamentari italiane hanno presentato un emendamento bipartisan che prevede alternanza di lista tra uomini e donne e il 50% di capilista in rosa. Sei d’accordo?
Sì, perché non c’è democrazia senza democrazia di genere
(408 voti) 40%
(408 voti) - 40%
No, perché sarebbe una forzatura: se una donna ha capacità politico-amministrative scadenti, non ha titolo per essere candidata
(584 voti) 58%
(584 voti) - 58%
Non so
(17 voti) 2%
(17 voti) - 2%
Vanno prima create le condizioni adatte affinché le donne possano occupare posizioni di rilievo (asili nido, orari compatibili etc) o invece è l’uomo che deve avvicinarsi alla famiglia?
E’ meglio cambiare i costumi con le leggi altrimenti non si ribalta mai la situazione
(423 voti) 42%
(423 voti) - 42%
E’ meglio agire sui contenuti, in una battaglia continua di sensibilizzazione
(518 voti) 51%
(518 voti) - 51%
Non so
(68 voti) 7%