Giuliano Aiuffi, Il Venerdì 7/4/2014, 7 aprile 2014
IL MOSTRICIATTOLO DEGLI AZTECHI NON INVECCHIA MAI, MA E’ IN PERICOLO
Che fine hanno fatto gli axolotl? I curiosi «mostri dell’acqua» (nella lingua azteca Atl è l’acqua e Xolotl il dio dei lampi, della trasformazione e della morte) sembrano essere quasi scomparsi dal loro unico habitat naturale, il lago Xochimilco, nei pressi di Città del Messico. Biologi messicani in una recente ricerca sono riusciti a trovarne solo un esemplare – ma stimano l’esistenza di una popolazione tra 700 e 1.200 individui – e lanciano l’allarme estinzione.
«Il problema è che l’acqua del lago è sempre più inquinata per i pesticidi, per le acque di scarico che arrivano da Città del Messico e per le piogge acide» spiega Sarma Nandini, del laboratorio di zoologia acquatica dell’Università nazionale autonoma del Messico. «L’uomo è intervenuto sull’ecosistema del lago di Xochimilco già dal 1325, quando arrivarono gli Aztechi e costruirono prima le isole galleggianti e poi la città di Tenochtitlan. Negli ultimi secoli l’inquinamento è cresciuto e purtroppo, anche dopo che, nel 1987, il lago è stato riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’Unesco, il degrado ambientale ha continuato a crescere. Lo sforzo che si sta facendo ora per salvare l’axolotl è reintrodurre la specie in laghi relativamente puliti, non lontani da quello principale».
Sarebbe un vero peccato se scomparisse un animale così interessante per la scienza e la medicina. L’axolotl (Ambystoma mexicanum) è infatti una salamandra che non solo può ricreare gli arti mutilati, ma perfino parti del cervello e della colonna vertebrale. E ha anche un altro superpotere invidiabile: il prolungamento indefinito della giovinezza.
«Gli axolotl si riproducono mentre sono ancora nello stato larvale. Per la precisione, a differenza delle altre sei specie di salamandre del genere Ambystoma, rimangono larve per tutta la vita» spiega Nandini. «Solo in condizioni di particolare stress subiscono la metamorfosi che li rende simili alle salamandre adulte, ma dopo questa metamorfosi non si riproducono più e muoiono dopo poco tempo. Altrimenti possono vivere fino a 15 anni».
La causa della perenne giovinezza degli axolotl potrebbe essere l’insufficiente quantità di iodio nell’acqua del lago Xochimilco, che impedisce la produzione dell’ormone tirossina, necessario allo sviluppo adulto. «Oppure ci potrebbe essere una ragione legata alla selezione naturale» conclude Nandini: «rimanendo larva, l’axolotl passa tutta la sua vita in acqua, mentre come salamandra adulta ne uscirebbe, rischiando di diventare preda degli animali sulla terraferma».