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 2014  aprile 07 Lunedì calendario

IL DOTTORE DEL CIBO È IL NUOVO MASTERCHEF


Non ha mai giocato la carta della modestia e nemmeno quella del «tanto è solo un gioco». Non ha finto di essere amico degli altri concorrenti e non ha mai ceduto alla tentazione di mostrarsi diverso da quello che è. E alla fine è stato premiato. Federico Ferrero, 40 anni, è il vincitore della terza edizione di «Masterchef», la prima in cui il verdetto è stato dato in diretta, settimane dopo rispetto a quando erano state registrate le altre puntate.
Una suspence di sicuro vissuta con sentimenti diversi dai tre finalisti, come diversi sono i loro temperamenti. Probabilmente Federico, medico consulente nutrizionista torinese sicuro di sé, delle sue conoscenze in cucina e delle sue capacità, un pochino se lo aspettava: non ha mai avuto troppi imbarazzi nel riconoscersi più bravo degli altri — così come non ne ha avuti nell’ammettere brutalmente che aveva sbagliato, le volte (poche) che è successo —, è consapevole di avere un certo talento che gli ha dato spesso il coraggio di azzardare, mettendo alla prova la sua cucina e i giudici con piatti curiosi (uno su tutti: il coniglio crudo).
Fino all’ultima puntata erano arrivati anche il pettinatissimo Almo Bibolotti, barese, classe 1974, molto bravo e molto legato a una cucina tradizionale: per tanti era il favorito. E poi Enrica Della Martira, la più giovane (è del 1980), l’unica donna arrivata in finale e la prima eliminata. Federico ha vinto superando le prove di ieri sera, tra le altre quella «dei piatti da osteria». «Andiamo bene, è il contrario della mia cucina», ha ammesso. E anche gli altri finalisti erano consapevoli che la difficoltà era soprattutto per lui: «Dovrà rinunciare alla sua cucina molecolare», ha ridacchiato Enrica. Invece ha superato questa sfida e tutte le altre, fino alla vittoria.
I dodici minuti di diretta di ieri, in cui è stato annunciato il vincitore, sono stati un test. Durante la prossima edizione la finale potrebbe essere tutta in diretta, ha svelato Nils Hartmann, direttore delle produzioni Sky: «Ci stiamo pensando, questa è una prova generale». «È un’ipotesi a cui stiamo lavorando — ha confermato Fabrizio Ievolella, direttore generale contenuti Magnolia —. Questa finale, che così non è mai stata fatta, nemmeno in America, è un grande stimolo. Ma pensare a un programma del genere tutto in diretta è impossibile». La voglia di sperimentare c’è soprattutto per via del successo del format: con questa edizione «Masterchef» è diventato il programma di intrattenimento di Sky più visto di sempre (più di «X Factor»), con ascolti di oltre un milione di spettatori medi a puntata. «È un programma unico perché crea empatia», ha spiegato il vice presidente di Sky Andrea Scrosati facendo riferimento ai concorrenti, mai come in questa edizione «personaggi». I tre giudici — Carlo Cracco, Bruno Barbieri e Joe Bastianich — non hanno finto di non esserne accorti. «Qui non c’è niente di inventato, per questo lo show funziona — ha spiegato Bastianich —. Il fatto che i concorrenti siano anche dei personaggi aiuta il racconto ma, proprio per come è strutturato il format, se non sono bravi non possono andare avanti tanto a lungo». Il riferimento è soprattutto a Rachida, la concorrente marocchina che ha il record di pianti (veri o finti) della storia del talent. «Rachida è una grande attrice — ha ammesso Cracco —. È molto brava a cucinare ma cercava anche ogni pretesto per mettersi a piangere: ha diviso». E ha diviso anche Federico, lui che, secondo Barbieri, tra tutti è stato l’unico «estremista gastronomico. Gli altri si sono fermati un po’ più sul tradizionale». Federico invece si è buttato, non ha seguito proprio tutti i consigli dei giudici e li ha costretti ad assaggiare il coniglio crudo. E ha vinto.