Marco Ventura, Corriere della Sera 7/4/2014, 7 aprile 2014
DISPUTA SU MACELLAZIONE KOSHER E HALAL SE LA RELIGIONE URTA LA SENSIBILITÀ MODERNA
S’immobilizza l’esemplare. S’invoca la benedizione di Dio. La lama affilata recide trachea, esofago, grandi vasi sanguigni del collo. Sono circa seicentomila ogni settimana, solo in Gran Bretagna, gli animali macellati secondo i rituali ebraici e musulmani. Solo così la carne è kosher e halal , conforme alla legge divina. Il rituale, variamente adeguato a bovini, ovini e pollame, contrasta con le moderne tecniche di macellazione: lo stordimento con colpo di pistola o l’elettronarcosi riducono la sofferenza, ma sono incompatibili con il principio religioso per cui la vittima deve essere integra quando se ne versa il sangue.
Dal 1993 l’Ue obbliga allo stordimento, ma fa eccezione per «i metodi di macellazione richiesti da determinati riti religiosi». Il principio era già in vigore in Italia dal 1980. Lo scontro tra la libertà religiosa di ebrei e musulmani e i diritti degli animali è tornato d’attualità a metà febbraio, quando la Danimarca ha imposto lo stordimento anche in caso di macellazione rituale. La tensione è subito salita nel Regno Unito. Nel suo blog sulla religione sul Guardian , Andrew Brown ha difeso le tecniche rituali e ha condannato il bando danese come una «mostruosa assurdità». Invece ieri il presidente dei veterinari britannici John Blackwell ha invitato il suo Paese a seguire l’esempio della Danimarca.
La controversia è in apparenza tra animalisti e fedeli. Ma la questione è più profonda. Chi ha a cuore gli animali si chieda se non ci si preoccupi per la macellazione rituale più di quanto non si faccia per l’allevamento industriale e soprattutto se non vi sia più rispetto per l’animale in chi fa della sua uccisione un atto sacro. Chi teme per la religione s’interroghi sul business delle certificazioni kosher e halal e su chi all’interno delle comunità idolatra l’immobilismo, contro i rabbini e gli imam che interpretano le fonti evolvendo nel tempo. «Macellerai nel modo che ti ho comandato», dice Dio nel Deuteronomio . Sta sempre all’uomo, unico responsabile, tradurre il comandamento dalla pietra alla vita.