Paolo Mastrolilli, La Stampa 7/2014, 7 marzo 2014
ECCO GLI “AEREI” DI FACEBOOK FARANNO ARRIVARE IL WEB OVUNQUE
Non solo polizia e forze armate. I droni stanno entrando nella vita quotidiana con decine di funzioni curiose e utili. Vengono già utilizzati nelle riserve e nei parchi nazionali, per controllare gli spostamenti degli animali e proteggerli dai bracconieri. Un altro impiego, ancora in via di sperimentazione, riguarda le consegne a domicilio.
Ora anche Facebook si lancia in questo settore. Non per aiutare la Nsa a spiare gli americani o la Cia a colpire i terroristi, ma per offrire accesso a Internet. Secondo TechCrunch, il social media fondato da Mark Zuckerberg si prepara ad acquistare per 60 milioni di dollari Titan Aerospace, che costruisce velivoli senza pilota alimentati con energia solare.
Facebook ha 1,2 miliardi di utenti nl mondo, e tutto l’interesse ad aumentare le persone che usano il suo sistema, ma spesso il freno viene proprio dall’assenza della tecnologia necessaria. Alcune vaste e popolate regioni del mondo in via di sviluppo, soprattutto in Africa e in Asia, non hanno alcun accesso alla rete. Facebook ha deciso di aggirare l’ostacolo ricorrendo ai droni, che possono sorvolare le zone scoperte e fare da ponte verso il collegamento wireless.
L’operazione potrebbe aggiungere milioni di persone agli utenti di Internet, e quindi di Facebook, ma richiede uno sforzo planetario. Quindi Zuckerberg, invece di acquistare i singoli droni, ha pensato bene di comprare l’intera azienda che li produce. Titan sta sviluppando gli «Atmospheric Satellites», con un’apertura alare di circa 50 metri, che possono salire fino a 65 mila piedi, vengono alimentati attraverso l’energia solare e hanno l’autonomia per restare in orbita per cinque anni senza rimettere piede sulla Terra. Il loro esordio commerciale è previsto nel 2015.
Facebook vorrebbe usare Titan per produrne 11 mila, da mettere al servizio del suo progetto Internet.org: una volta che questa flotta riuscisse a decollare, non resterebbe un angolo del mondo senza collegamento alla Rete. L’idea è così seria, che anche Google ne ha una simile. Si chiama Project Loon, e prevede l’uso di palloni alimentati dall’energia solare per svolgere la stessa funzione.