Emilio Cozzi, Wired 3/2014, 6 marzo 2014
SCAMBISTI DI SESSO
Cambiare sesso per pochi minuti, o almeno percepire forme e sensazioni del genere opposto: la chimera di Strange Days di Kathryn Bigelow diventa realtà grazie a BeAnotherLab.
Il collettivo artistico ha da poco presentato The Machine to Be Another, un progetto che, sfruttando l’alto grado di immersività concesso dal visore Oculus Rift, permette a due persone, nude e di spalle, di percepire in stereoscopia quanto visto dall’altra. Fondamentale muoversi all’unisono, sì da esaltare ogni difformità percettiva sul e del proprio corpo.
Proprio qui sta il fulcro del progetto, di cui il “gender swap” è solo un’applicazione: conoscere con sensi non propri. Non è un caso che BeAnotherLab operi soprattutto nella ricerca e nel trattamento delle disabilità.
Se Oculus Rift sarà l’alfa degli apparati videoludici di domani, il sesso rimane la prima frontiera. L’avanguardia.
Sul connubio libido-ludico Brenda Brathwaite, ha da poco pubblicato 396 pagine di erudizione rara (Sex in Video Games, 2013) e Anna Anthropy, progettista transgender, ha costruito una carriera, ma nessuno si è spinto fino a cambiare la percezione del sé(sso). Per dirla con Madonna, «Sigmund Freud, analyze this!».
Emilio Cozzi