Maria Teresa Carbone, pagina99 6/3/2014, 6 marzo 2014
UN’APP PER LEGGERE MILLE PAROLE AL MINUTO
«Presto potrete leggere un intero libro di Harry Potter in meno di novanta minuti con questa app» titolava giorni fa l’edizione americana dell’Huffington Post. Una promessa? Una minaccia? In effetti, una mezza verità perché, sì, è vero che Spritz, la nuova applicazione per Samsung Galaxy 5 e Gear 2, presentata a fine febbraio al Mobile World Congress di Barcellona, consente di leggere fino a mille parole al minuto – e dunque le 309 pagine di Harry Potter e la pietra filosofale in ’77 minuti – ma è anche vero che, in base a quanto afferma lo stesso amministratore delegato della società che la produce, Frank Waldman, la app è, almeno per ora, indirizzata alla lettura di testi di servizio, che si tratti di email, comunicati o articoli scorsi velocemente sul display dello smartphone.
Per la verità, sebbene il lancio sia stato roboante e oltre un milione di utenti abbiano visitato il sito della società per testare la nuova tecnologia, Spritz si basa su un’idea di base in fondo semplice e non del tutto originale. Quando noi leggiamo, i nostri occhi si spostano da un punto all’altro della pagina, cartacea o virtuale, ma se noi eliminiamo questo movimento e gli occhi si concentrano su un unico punto, il tempo risparmiato permetterà una lettura più veloce. Per questo, già da qualche anno esistono dispositivi che sfruttano la Rsvp, la “rapid serial visual presentation”: parole mostrate una alla volta, in sequenza veloce.
La differenza di Spritz, quella su cui i suoi ideatori puntano per una diffusione assai maggiore, è che in essa viene introdotto un altro fattore, il punto ottimale di riconoscimento (Orp), che si trova di solito alla immediata sinistra del centro della parola. La lettera coincidente con l’Orp viene marcata in rosso e posta sempre nella stessa posizione, man mano che le parole scorrono rapidamente. In questo modo, dicono i tecnici di Spritz, gli occhi restano fermi e il cervello decodifica più in fretta quanto sta “leggendo”.
Le virgolette sono d’obbligo: è davvero difficile catalogare come lettura quello che del resto la società americana suggerisce di chiamare con un termine a sé, spritzing, appunto, anche perché, nota ancora Waldman, nello spritzing manca un’altra caratteristica che tendiamo di solito ad associare alla lettura, la subvocalizzazione, quella voce silenziosa che sentiamo risuonare nella nostra mente quando i nostri occhi si spostano fra le parole.
Siamo di fronte a una svolta epocale, come sostiene il sito Fastcodesign? Difficile azzardare previsioni. Quello che è certo è che nell’epoca in cui, per la prima volta, l’alfabetizzazione è un fenomeno globale, non possiamo stupirci che leggere acquisti significati nuovi, e imprevisti.