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 2014  marzo 06 Giovedì calendario

TRA FAVOLA E BUFALA IL MISTERO DELLE NOZZE DA DUE MILIARDI DI EURO


SI SPOSANO? Non si sposano? E se sì, si configura come un matrimonio da fiaba o da Servizi sociali?
Nel frattempo il giornalismo politico, e quel che allegramente e sconsolatamente ne rimane, si vede costretto a inseguire lo scoop de Il Golfo, quotidiano di Ischia; e qui già la fantasia popolare vola alle presunte location di Lacco Ameno, l’hotel Regina Isabella o il Mezza Torre, cui gli sposi arriverebbero dopo un romantico sbarco; nessuna dritta però sui testimoni, in compenso sarebbero stati avvistati sul luogo sedicenti wedding planner, oltre agli immancabili addetti alla sicurezza, e vabbè, pazienza: nella scena pubblica italiani sono anni che il carnevale disconosce il mercoledì delle ceneri, le maschere di questo tempo sono ostinate e se i coriandoli seguitano a svolazzare, qualcuno prima o poi passerà con la scopa, o magari con un’esclusiva fotografica, qualche lacrimuccia e uno striscione «viva gli sposi».
E comunque nel primo pomeriggio, presumibilmente su sollecitazione di Roma, anche i più smaliziati e i più creduloni tra gli osservatori hanno dovuto prendere atto della smentita del senatore De Siano, capofila della componente «pascaliana» di Forza Italia, il quale era stato indicato come sicuro officiante — in un grazioso fotomontaggio ritratto con tanto di fascia tricolore su sfondo marino — del fantasticatissimo matrimonio.
Oltre che originario di Ischia, pare che il senatore possieda alberghi in zona — donde il dubbio, per quanto sedato dalla sua ferma nota, di cointeressenze di ordine politico-turistico nell’annuncio. Ma in realtà, e pur nella consapevolezza dello scarso rilievo da assegnare al metaevento, tutto è molto complesso e forse anche a rischio di plausibili bufale e sordidi inquinamenti autopromozionali.
Oltretutto, fra le poche certezze di cui la scena politica può disporre, c’è che dal 10 di aprile prossimo venturo Silvio Berlusconi avrà — infine! — la sua libertà sottoposta a vincoli di cui nessuno al momento è in grado di valutare la portata; con il che le eventuali nozze paiono comunque piuttosto problematiche, circostanza su cui i social si sono già grevemente esercitati con commenti tipo: «La cerimonia si svolgerà con rito abbreviato».
Ciò nondimeno è da un po’, forse anche da un po’ troppo che va avanti questa storia. Per l’esattezza dal mese di settembre quando sulla copertina di Vanity fair apparve Francesca Pascale sopra la scritta — in gergo lo «strillo»: «Silvio sposami». Dopodiché, in stringente quanto ambigua sequela, sempre lei è stato vista e talvolta anche fotografata in un negozio per liste di nozze, poi con l’anello di fidanzamento, quindi con il mutato certificato di residenza a Palazzo Grazioli e alla fine — che non è ancora né sarà mai la vera fine — con la burocratica sanzione che lui, Silvione, è libero, cioè divorziato.
Ma come si fa in queste faccende a dirsi convinti anche solo al cinquanta per cento? Per un’amica stilista di Francesca che assicura il giorno più bello già bello che fissato, si trova un’olgettina (Maria Pia Polanco) che racconta come i due si siano in realtà già belli che sposati, a ottobre, con rito religioso nella cappella di Arcore.
Così come d’altra parte esiste una scuola di pensiero di accentuato scetticismo secondo cui Berlusconi e Pascale non vanno per niente d’accordo, o peggio, e dunque di recente lei si sarebbe infuriata perché l’ha beccato al telefono con un’altra, insomma roba di questo tipo, e il conflitto sarebbe trasceso, come in un cartone animato, il tutto reso ancora più comico dalla presenza di Dudù, sulla cui pagina Facebook è ieri rimbalzata la notizia delle nozze, come rimbalza la palletta su cui qualche settimana l’ex premier è inciampato — che s’ha da investigare per campare.
Nel partito, tanto per cambiare, sono preoccupati. Ma il vero impiccio, a occhio, non sta tanto lì, quanto in famiglia, anzi nelle due famiglie che Berlusconi, 77 anni, ha formato nel corso della sua esistenza e che già non andavano tanto d’accordo fra loro, quindi figurarsi quanto sono felici che adesso gli arriva una terza mogliettina. Simpatici calcoli quotano l’eventuale asse ereditario dovuto a Francesca oltre i due miliardi di euri. Forse vale la pena citare Anna Karenina: «Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo».