Luca Gualtieri, MilanoFinanza 6/3/2014, 6 marzo 2014
ENTE MPS VA ALLA RESA DEI CONTI
La Fondazione Monte dei Paschi, sotto la presidenza di Antonella Mansi, ha avviato la resa dei conti con il passato. Ieri, come anticipato la scorsa settimana da MF-Milano Finanza, la deputazione generale di Palazzo Sansedoni ha approvato l’azione di responsabilità contro gli ex vertici dell’ente e un folto parterre di banche italiane ed estere. Nel dettaglio l’organo di governo allargato convocato d’urgenza ha messo nel mirino due operazioni: la sottoscrizione dell’aumento 2008 (in particolare il prestito Fresh finanziato attraverso la stipula dei contratti total return swap) e il debito da 600 milioni contratto per partecipare alla ricapitalizzazione del 2011. Per i fatti del 2008 l’azione legale sarà intrapresa a carico dei componenti della deputazione amministratrice allora in carica e di Jp Morgan, allora advisor della Fondazione. Per il debito del 2011, invece, Palazzo Sansedoni ha messo nel mirino la deputazione allora in carica, l’ex provveditore e le banche che avevano concesso il prestito. Il pool degli istituti coinvolti è davvero nutrito: Barclays, Bnp Paribas, Crédit Agricole, Deutsche Bank, Goldman Sachs, Intesa Sanpaolo, Jp Morgan, Mediobanca, Natixis, Rbs, Unicredit, Banca Imi e, ancora una volta, Jp Morgan.
La deputazione generale ha deliberato l’azione di responsabilità «dopo aver esaminato il parere del professor Giorgio De Nova (ordinario di Diritto Civile dell’Università Statale di Milano, ndr), parere che è stato acquisito dalla deputazione amministratrice dopo l’incarico affidato a quest’ultima dalla deputazione generale», ha spiegato una nota. Quale che sia l’esito dell’iniziativa legale, il depauperamento economico subito dalla Fondazione sotto la precedente gestione è sotto gli occhi di tutti, con un patrimonio crollato dai 5,57 miliardi del 2009 ai 673 milioni del 2012. Secondo indiscrezioni circolate negli ultimi giorni, l’Ente potrebbe chiedere agli ex amministratori e alle parti terze quasi 750 milioni, di cui 380 milioni per il Fresh e 360 per l’aumento del 2011, anche se per il momento non ci sono conferme.
Il tema di una resa dei conti con i responsabili del dissesto è peraltro assai caro ai nuovi vertici dell’ente, che già nell’ottobre scorso annunciarono approfondimenti legali sull’argomento. Senza contare che in questa direzione spinge da tempo il sindaco di Siena Bruno Valentini.
Ieri intanto c’è stato un nuovo importante sviluppo per l’inchiesta della Procura di Siena sulla cosiddetta banda del 5%, cioè quella serie di presunte iniziative criminose messe in atto dall’ex numero uno dell’area finanza di Mps, Gianluca Baldassarri, e da alcuni suoi collaboratori. La Guardia di Finanza ha infatti eseguito perquisizioni in varie città italiane a carico di persone non indagate. Le operazioni sarebbero state finalizzate alla ricerca di prove documentali della truffa a carico di Mps ipotizzata dai pm di Siena. Uno di questi sopralluoghi ha interessato Centrosim, società di intermediazione mobiliare interamente controllata dall’Istituto centrale delle Banche popolari italiane. L’azionista però si è detto assolutamente estraneo alla indagini, precisando che Centrosim ha «operato esclusivamente quale intermediario istituzionale per conto del cliente» Montepaschi. La Rocca invece ha precisato che le «indagini in corso da diversi mesi nel filone definito banda del 5% sono ascrivibili a situazioni riguardanti la precedente gestione». In generale, questo filone dell’inchiesta conta per il momento 11 indagati, tra i quali ex dirigenti e funzionari di Mps e broker della società Enigma Securities di Londra. La truffa ai danni della banca è stimata in circa 90 milioni, circa la metà dei quali sottoposti a sequestro.