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 2014  marzo 06 Giovedì calendario

BOND, PRIMO DEFAULT IN CINA


Shanghai Chaori Solar si avvia a essere il primo emittente di corporate bond cinese a dichiarare default su un titolo collocato sul mercato domestico. Nel dettaglio, Chaori Solar, gruppo privato specializzato nella produzione di celle solari per impianti fotovoltaici, ha annunciato che oggi non sarà in grado di pagare la cedola da 89,8 milioni di yuan (circa 10,5 milioni di euro) in scadenza sul bond da 1 miliardo di yuan (poco meno di 120 milioni di euro) a cinque anni a tasso variabile emesso nel marzo 2012. Un evento, quello del primo default di un emittente corporate cinese, che era in realtà auspicato dalle agenzie di rating che a gennaio avevano criticato il sistema cinese perché all’ultimo momento un cavaliere bianco di cui non si conosce il nome aveva salvato gli investitori che avevano sottoscritto titoli quotati emessi da China Credit Trust e garantiti da un pacchetto di finanziamenti erogati a una società del settore del carbone. Il salvataggio aveva infatti consolidato la sensazione tra gli investitori che in Cina nessuno andrà mai in default creando quindi una situazione di errata percezione del rischio e di prezzi falsati. Tale prassi tra l’altro ha fatto crescere a dismisura il mercato dei corporate bond domestici, che a fine gennaio, secondo i calcoli di Bank of America Merrill Lynch, era arrivato a contare un volume di emissioni in circolazione pari a 8.700 miliardi di yuan (cioè oltre 1 miliardo di euro) dagli 800 milioni di yuan di fine 2007 (meno di 100 milioni di euro). È anche vero però che negli ultimi sei mesi i rendimenti di mercato sono cresciuti in maniera sensibile proprio perché gli investitori hanno iniziato ad attendersi i primi default, in particolare su società attive nei settori più indebitati, come carbone, shipping e appunto il fotovoltaico. Peraltro aziende del settore (Ldk Solar e Suntech Power Holdings) hanno già dichiarato default su bond collocati sui mercati internazionali. E nella notte tra martedì e mercoledì lo Shanghai Composite ha perso lo 0,9%. Detto questo, resta comunque vero che ben l’80% del debito corporate emesso sinora da aziende cinesi è relativo a imprese che fanno capo al governo o a enti pubblici locali e quindi vengono comunque ritenuti un investimento sicuro.