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 2014  marzo 06 Giovedì calendario

PERISCOPIO


I dimissionati da Beppe Grillo non si dimetteranno dal Parlamento. Il famoso vincolo di mandato affanculo. Maurizio Crippa. Il Foglio.

Cercasi un compagno che abbia tempo per spiegare a Renzi cos’è il socialismo europeo. Jena. La Stampa.

La parola preferita da Matteo Renzi è: «Subito!». La rottamazione dei vecchi capi? «Subito!». La scalata al Pd? «Subito!». La presa del governo? «Subito!». La costituzione di una squadra giovane? «Subito!». Il lancio delle riforme? «Subito!». Il sottosegretario Gentile? «Subito». Mattia Feltri. La Stampa.

Tonino Gentile è un ex craxiano, poi berlusconiano, ora alfaniano che controlla pacchetti di voti con i soliti metodi e ha sistemato l’intera famiglia nei posti pubblici che contano: il fratello Pino è assessore regionale ai Lavori pubblici; il fratello Raffaele è segretario della Uil; il fratello Claudio è alla Camera di commercio; il figlio Andrea è revisore all’aeroporto di Lamezia e superconsulente dell’Asl (ora indagato per truffa, falso, abuso e associazione a delinquere: la notizia che non doveva uscire); la figlia Lory è stata assunta senza bando alla Fincalabria dallo stampatore che poi non ha stampato il giornale. Per tacere di nipoti e cugini, tutti piazzati fra l’Asl, la Camera di commercio e Sviluppo Italia. Al confronto, Cetto La Qualunque è un dilettante. Marco Travaglio. Il Fatto.

Ma non conta proprio nulla che la maggioranza della popolazione della Crimea sia di origine russa e che la Crimea orbiti da secoli in area russa, non europea? Non conta proprio nulla che la Crimea non si unì per sua volontà all’Ucraina ma fu un folle dono della dittatura sovietica all’epoca di Kruscev? Non conta proprio nulla che se si andasse a votare domani in Crimea stravincerebbe la linea filorussa? Sì, l’invasione dei carri armati russi ricorda altre epoche infami, popoli soffocati, libertà represse nel sangue. Ma si deve pur distinguere tra l’europea Budapest e Praga e la Crimea. Siamo sicuri che si voglia sconfiggere in Putin l’impronta della nefasta Urss e non il suo voler restituire dignità e orgoglio a un popolo che dai tempi di Gorbaciov vive il degrado e il declino? Marcello Veneziani. Il Giornale.

Una cosa l’intimidiva più di tutte: le donne di società, le dame di sangue blu. «Cosa vuoi, finora ho battuto altre piste», diceva. «Ho conosciuto ballerine e zoccole d’alto bordo: con loro mi trovo bene, so cosa dire, e quando farle un regalo. Ma le signore, ah, le signore...». Nantas Salvalaggio, Un uomo di carta. Rizzoli, 1968.

Quando si arriva in una città dopo l’età della giovinezza non si assimila più quella città. A Roma vado raramente, però a Roma sono stato da giovane, a Roma ho fatto il servizio militare, avevo i genitori che abitavano a Roma, lì mi sento abbastanza a casa mia. Cesare Musatti in Gigi Moncalvo, Milano no. Edizioni Elle, 1977.

La cassiera del cinema era bella, formosa, elegante, abile nel make-up solitamente scollata da non sembrare di Trento. Davanti a certi giovani prestanti, indugiava a staccare il biglietto, spostava la collana, non trovava gli spiccioli. Il giovane riceveva il messaggio e arrossiva. E solo allora lei consegnava quanto doveva, lo sguardo carico di sottintesi, e maliziosamente sorrideva. Rolly Marchi, Ride la luna. Mursia.

BIOGRAFIA - Tra i venti / e i sessant’anni / l’uomo si rade / venti metri abbondanti / di barba. / Lui ventuno. / Questa è la storia / della sua vita. Marcello Marchesi, Essere o benessere. Rizzoli.

Cara Maria, sorella adorata e detestata. Si fece sul serio, in quegli anni, una bellezza, il ritratto delle ansie amorose che vagano nel 1916, una flessibile ragazza dagli occhi immensi, con labbra impaurite ed esaltate dai timidi elogi del rossetto; le sue scollature (niente, erano spiragli) formulavano un casto ma sempre più deciso avvertimento. Giuseppe Marotta, L’oro di Napoli. Rizzoli

Un giorno camminando con me in piazza della Scala, Ettore Marrone, si ferma e fa a un signore: «Uhè, come state, don Benedetto?». Ho così conosciuto Benedetto Croce, che veniva dal Piemonte e passava da Milano per stare in casa del conte Casati. Per me, di Croce, resta sempre quella immagine, col bastone così, con le mani e i guanti così, con le ultime falangi dei piedi fuori, come Padre Pio, un cappotto lunghissimo. Gaetano Afeltra in Gigi Moncalvo, Milano no. Edizioni Elle, 1977.

Fu il primo, in quel tratto di lago, ad applicare il sistema della pasturazione disorientativa, che consiste nel buttare in acqua una ventina di bocconi liberi insieme al boccone con l’amo. Seduto con le gambe penzoloni dai moli e con un cappello da mietitore in testa, lo si poteva vedere dalla piazza e dalle strade adiacenti, solenne e monumentale come un colosso cinese accoccolato sopra un tempio. Si muoveva poco, non parlava con nessuno che lo accostasse e tirava avanti delle ore a gettare la lenza e a ritirarla, dopo aver dato i tratti delicati o decisi che servivano ad agganciare i pesci e a far muovere il boccone. Piero Chiara, Il balordo. Mondadori.

Gli anticorpi prodotti dalla miseria sono dentro di me, in circolo col mio stesso sangue. Sono schiacciato dal senso di precarietà. Tutto va meritato, ora dopo ora, giorno dopo giorno. Nulla è gratis, nulla è facile, nulla è dovuto, nulla è sicuro. È questa la benedizione della povertà, il miglior immunizzante da qualsiasi illusione terrena. Stefano Lorenzetto, Cuor di veneto. Marsilio.

Io che cosa sono scappata a fare? Non sono arrivata da nessuna parte. Piera Graffer, Fammi volare. Sarabande.

La vita devi guardarla un pezzetto per volta, mai tutta insieme, altrimenti ti scoraggi e smetti di vivere. Carlo Fruttero in La mia vita con papà, di Maria Carla Fruttero. Mondadori.

Enrico Ferri, già direttore dell’Avanti!, scrive in quei giorni: «Senza farne una radiografia, tutto lascia supporre che Mussolini abbia una tiroide eccezionale». Franco Monicelli, Il tempo dei buoni amici. Bompiani.

Telefona il direttore della banca: «Signor Rossi, lei è sotto di mezzo milione». Rossi: «E ieri come stavo?» Direttore: «Era sopra di mezzo milione». Rossi: «E vi ho telefonato, io?». Gianfranco Ferroni.

Un autore è un incrocio di influenze. Pierre Lemaitre, Au revoir là-haut. Albin Michel.

ALLUCINAZIONE: violento colpo inferto col ditone del piede. Dizionario satirico.

Le guerre insegnano che non se ne può fare a meno. Roberto Gervaso. Il Messaggero.