Cheo Condina, Il Sole 24 Ore 6/3/2014, 6 marzo 2014
IL CDA SORGENIA AUTORIZZA LA PROPOSTA DI AUMENTO DA 190 MILIONI DI EURO
Un lungo cda di Sorgenia, conclusosi nella tarda serata di ieri, avrebbe autorizzato il management a formalizzare alle banche una proposta di aumento di capitale di circa 190 milioni, al quale Cir contribuirebbe pro quota e dunque per 100 milioni. Oltre a ciò, i manager avrebbero anche esaminato l’implementazione del nuovo piano industriale e alcune piccole cessioni che potrebbero essere effettuate a stretto giro.
La decisione del consiglio sull’aumento, è bene precisare, non implica l’avvio di alcun processo formale di ricapitalizzazione, ma semplicemente consentirà ai manager del gruppo energetico di mettere sul piatto, nei prossimi incontri con le banche (che verosimilmente avverranno nei prossimi giorni), l’impegno dell’azionista di controllo a iniettare 100 milioni di euro nella società. Un impegno che è tuttavia vincolato al via libera unanime da parte delle banche all’intera manovra finanziaria da 600 milioni (ovvero la porzione di indebitamento dichiarata in eccesso da Sorgenia a dicembre), che andrà definita nelle prossime settimane e che sostanzialmente prevederà una più ampia ristrutturazione del debito da 1,8 miliardi con il probabile ingresso delle banche nel capitale del gruppo energetico.
Poco prima di Natale, Sorgenia aveva presentato agli istituti di credito il nuovo piano industriale in cui si dichiarava un debito in eccedenza di circa 600 milioni e si chiedeva un rifinanziamento delle passività delle controllate Sorgenia Power (per circa 740 milioni) e Sorgenia Puglia (170 milioni). A fronte di ciò, il gruppo energetico si impegnava a procedere a un significativo efficientamento dei costi e a cedere il business delle energie rinnovabili (prevalentemente eolico in Italia e Francia).
Della ricapitalizzazione esaminata ieri dal cda si era già discusso una decina di giorni fa in consiglio, senza tuttavia approdare a decisioni formali. Ieri, invece, verificate le intenzioni dei soci (con gli austriaci di Verbund che hanno formalmente ribadito il disinteresse al rilancio della società), si è proceduto alla definizione della cifra di 190 milioni, al quale Cir contribuirà pro quota e dunque per i 100 milioni ribaditi più volte alle banche, che invece ne chiedono almeno 150. Il resto, a fronte della decisione di Verbund, rappresenterà inoptato che potrà essere coperto eventualmente da investitori terzi oppure dalle banche stesse nel caso quest’ultime intendessero iniettare denari freschi nella società. In caso di conversione del debito in equity da parte degli istituti, quella di Cir resterebbe infatti di fatto l’unica iniezione di liquidità nel gruppo energetico.