Gianandrea Gaiani, Il Sole 24 Ore 6/3/2014, 6 marzo 2014
UN OCEANO MENO PACIFICO
Dopo anni di tagli dovuti alla crisi la spesa militare globale torna a crescere dello 0,6% per cento, da 1.538 miliardi di dollari a 1.547 miliardi, secondo l’Istituto britannico Ihs Jane’s. Europa e Usa riducono i budget ma sono i forti incrementi in Medio Oriente, Russia ed Estremo Oriente a determinare l’inversione di tendenza. Washington guida la classifica spendendo 582 miliardi (incluse le spese per le operazioni oltremare), ma le stime prevedono che fra tre anni sarà statunitense “solo” un terzo della spesa militare mondiale contro il 42% del 2010. Segue Pechino con 148 miliardi di dollari che dovrebbero salire di almeno il 7% nel 2015 portando la Cina a spendere più della somma dei bilanci militari di Londra, Parigi e Berlino. Il potenziamento e l’espansione navale dei cinesi hanno determinato una corsa alle armi nella regione tra gli oceani Indiano e Pacifico con incrementi di spesa soprattutto in Giappone, India e Corea del Sud. In terza posizione la Russia con 68 miliardi di dollari destinati ad aumentare nei prossimi tre anni del 44 per cento in base a un programma che destina 100 miliardi entro il 2017 solo per l‘acquisizione di nuove armi e equipaggiamenti. Un piano che, salvo choc finanziari, potrebbe venire ulteriormente rafforzato in seguito ala crisi ucraina.
Riarmo a tappe forzate anche in Medio Oriente dove il programma atomico iraniano ha gonfiato i bilanci militari degli emirati del Golfo portando i sauditi al quarto posto con una spesa di quest’anno di 60 miliardi di dollari, tre in più della Gran Bretagna. (Gianandrea Gaiani)