Sergio Romano, Corriere della Sera 6/3/2014, 6 marzo 2014
USO DI «PIÙ ESTREMO» – PECCATO VENIALE
Caro Romano, leggo sempre quanto lei scrive, ma con la rubrica «Dilemmi della democrazia tra disciplina e libera coscienza» a Giovanni Scotto di Tella, Roma, non sono riuscito ad andare oltre alle sue parole «più estreme» con le quali inizia la seconda colonna della sua risposta: non me lo aspettavo. Avevo già letto, scritto da altri, sia «più estremo», sia «più intimo» e ora mi chiedo quando, scritto dagli stessi, leggerò «più migliore», «più ottimo», «più superiore» e cosi via.
Antonino Risuglia
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Spero che la Crusca lo consideri un peccato veniale, ma prometto di non rifarlo.