Antonella Piperno, Panorama 6/3/2014, 6 marzo 2014
I MARITI DELLE QUOTE ROSA
BIS DI CUORI INTERNAZIONALI
Il marito del ministro degli Esteri Federica Mogherini non fa sicuramente parte di quella schiera di partner completamente estranei al mondo e alle passioni delle mogli. Matteo Rebesani, 44 anni, veneto, laureato in scienze internazionali, ha frequentato anche lui i palazzi della politica: quando Walter Veltroni era sindaco di Roma, lui, era direttore dell’Ufficio relazioni internazionali, dove si è occupato di progetti su diritti umani, cooperazione e summit dei premi Nobel. Poi si è spostato a Save the children come responsabile delle relazioni istituzionali. Incarico che ha lasciato pochi giorni dopo la nomina di sua moglie.
«CI TELEFONIAMO PRIMA DI DORMIRE»
Da quando sua moglie si è trasferita a Roma, prima da senatrice montiana e ora da ministra, si chiamano solo una volta al giorno, prima di andare a dormire. Luca Rossello, 53 anni, socio di Tagetik, azienda lucchese di software per la gestione e il controllo dei processi strategici (300 addetti) e Stefania Giannini, sua coetanea, si sono conosciuti quando erano ancora al liceo, e sono sposati da 27 anni.
Una telefonata al giorno non è un po’ poco?
Il nostro rapporto è talmente rodato che basta un’alterazione del tono della voce per capire se c’è qualcosa che non va.
Il nuovo ruolo di sua moglie rivoluzionerà la vostra vita?
Non credo. Siamo abituati a vivere in due città diverse. Stefania ha costruito la sua carriera fuori Lucca: è stata rettore dell’Università di Perugia e non l’ho mai ostacolata. Anzi l’ho spronata, fin da quando ha affrontato i primi concorsi per insegnare.
Solo in casa a Lucca se l’è sempre cavata bene?
In cucina mi so destreggiare, spesso vado al ristorante e posso anche contare su una collaboratrice domestica che prepara la cena.
Ogni quanto e dove vi incontrate?
Nel weekend, finora soprattutto a Lucca. Adesso la raggiungerò più spesso io, a Roma.
Quando siete insieme che cosa fate?
Andiamo al cinema o a cena fuori, spesso anche con i nostri due figli che studiano al Politecnico di Milano. Quelli sono i nostri momenti di raccoglimento familiare.
Siete compatibili anche politicamente?
Sì, sono un montiano anche io. Ora che è diventata ministro, poi, mi sento più emotivamente coinvolto nella vita professionale di mia moglie: il ruolo di rettore era una cosa tutta sua, quando è diventata senatore mi sono sentito un po’ più partecipe e ora lo sono totalmente. Parliamo spesso di politica, sono molto interessato ai suoi meccanismi.
«LEI È IL GENERALE, IO IL SERGENTE»
Il 2 marzo, quando il ministro della Difesa correva la mezza maratona Roma-Ostia, suo marito, che si era fatto 500 chilometri in auto per raggiungerla da Genova, ha dovuto badare a Marta, 12 anni: appena messo piede a Roma, la figlia si era presa l’influenza. Gianni Orengo, medico all’ospedale San Martino di Genova, non si è scomposto. Alla vita da mammo è abituato: Marta (la coppia ha anche Elena, 21 anni) è nata il giorno dopo l’insediamento di sua moglie in Parlamento. La emoziona essere il marito della prima donna ministro della Difesa? Mi inorgoglisce. E poi ora i colleghi si mettono sull’attenti quando passo, e non si muovono finché non dico «riposo».
La vostra vita cambierà?
Finché Roberta è stata sottosegretario era via dal lunedì al giovedì sera. Adesso andremo più spesso noi da lei. Ma compatibilmente con gli impegni di governo, difenderemo i nostri spazi familiari.
Lei è autosufficiente in casa?
Perfettamente. E cucino anche quando c’è Roberta.
E con le figlie come se la cava?
Roberta è il generale e io il sergente che fa eseguire i suoi ordini alla truppa. È molto esigente con studio e ordine. Ha una grande vocazione al comando e sono portato a obbedirle anch’io.
Condividete anche le scelte politiche? Sì. Nel ’95 mi sono anche candidato alle regionali, con il Pds. Non sono entrato ed è stata la mia fortuna perché con due politici in casa non ce l’avremmo fatta.
«UNITI SI , MA INDIPENDENTI»
Quando Carmela Lanzetta, ex sindaco e farmacista di Monasterace, civatiana, è diventata ministro degli Affari regionali, suo marito ha pensato a uno scherzo: «Per convincermi ci sono volute tre telefonate di amici storici». Giovanni Scarfò, 62 anni, è docente di elettrotecnica in una scuola superiore di Catanzaro, regista e direttore della Cineteca di Calabria. E non ha nessuna intenzione di trascurare i suoi impegni e le sue passioni per trasferirsi a Roma
Come vi organizzerete?
Resto in Calabria, perché lavoro qui. E poi perché c’è la possibilità che mia moglie ritorni a Monasterace nel fine settimana. Roma comunque non è una novità per noi, c’è già un pezzo di famiglia: i nostri due figli vivono lì, come la sorella di mia moglie. A 600 chilometri di distanza non sarà facile gestire la vita di coppia. Siamo allenati. Io e mia moglie siamo uniti ma indipendenti.
Come vi siete conosciuti?
Nel ’79 all’Università a Bologna, dove io studiavo ingegneria e lei farmacia. Tre anni dopo ci siamo sposati e da lì è gradualmente partita questa avventura. Abbiamo sempre condiviso ogni scelta, quest’ultima compresa, anche se io non ho mai avuto la vena del casalingo. Non credo che sarà molto peggio di quando era sindaco, un mestiere che, se fatto davvero a stretto contatto con i cittadini, ti assorbe completamente. Condividete anche la passione per la politica? Sì, sono iscritto al Pd e faccio politica nel circolo di Monasterace.
GENITORI PEPPA PIG, TUTTI POLITICA E CINEMA
Si chiama Mario Gianani il papà di Francesco, il bambino che nel giorno delle formazione del governo ha tenuto la mamma ministra Marianna Madia davanti alla tv, a vedere Peppa Pig. La passione per tv e cinema li ha ereditati dal padre: Gianani, 43 anni, nel 2009 ha fondato la casa di produzione cinematografica Wildside, con Saverio Costanzo, Lorenzo Mieli e Fausto Brizzi. E l’anno scorso il regista renziano ha fatto recitare la Madia nel suo film Tutte pazze di me.
UN UOMO IN CARRIERA (PRIMA DELLA PARTNER)
Lei è, già dal governo Letta, il ministro della Salute. Ma anche lui, in quanto a prestigio e incarichi di rilievo, non scherza. Alessandro Picardi, 36 anni, è uno dei nomi che contano in Rai dove, dal maggio scorso, è il direttore delle Relazioni istituzionali e internazionali. Figlio di Franco Picardi, uno dei sindaci (psdi) più amati di Napoli, prima di approdare a Viale Mazzini, Picardi è stato a Sky, in Alitalia e, sempre come direttore degli Affari istituzionali, a Wind, dove è nata la sintonia con l’allora ad Luigi Gubitosi, che l’ha voluto in Rai. Lorenzin e Picardi non sono sposati e formano da quasi tre anni una coppia molto discreta.