Giuseppe Turani, www.uominiebusiness.it 6/3/2013, 6 marzo 2013
L’avventura imprenditoriale della famiglia De Benedetti può considerarsi conclusa. E per ragioni molto semplici
L’avventura imprenditoriale della famiglia De Benedetti può considerarsi conclusa. E per ragioni molto semplici. L’attività industriale più rilevante, la Sorgenia (energia elettrica), è di fronte a un bivio molto preciso: poiché è piena di debiti e ha soldi per appena due settimane, o porta i libri in tribunale o passa alle banche che l’hanno generosamente finanziata. In ogni caso siamo a una rottura completa del gruppo Cir-De Benedetti con le banche e ha una perdita totale di credibilità della holding della famiglia. L’Ingegnere, come è chiamato Carlo De Benedetti, continua a dire che lui si è ritirato anni fa e che quindi non c’entra niente con questa vicenda. Ma si tratta di una bugia. E’ vero che si è ritirato lasciando tutto ai figli (e in particolare a Rodolfo). Ma è anche vero che l’affaire Sorgenia va avanti non dalla settimana scorsa, ma da quindici anni, quando l’Ingegnere era ben saldo al vertice della Cir. E’ anche vero che in questi anni l’Ingegnere ha perso molto tempo per spiegare ai politici come salvare l’Italia e a Marchionne come gestire la Fiat, ma certo che non accorgersi che alla Sorgenia stavano facendo due miliardi di debiti è abbastanza grave. Adesso, comunque, il fatto rilevante è che nel giro di qualche settimana l’impero Cir si ridurrà, sostanzialmente, al Gruppo Espresso-Repubblica (acquistato da Carlo De Benedetti, non certo da lui costruito). Finalmente, se gli riuscirà di scaricare Sorgenia alle banche, diventerà un editore quasi puro. Magari è quello che voleva.