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 2014  marzo 05 Mercoledì calendario

SIMONA CAVALLARI CI HO DATO UN TAGLIO


Le piacerebbe partecipare a un «MasterChef dei famosi», nonostante mangi pochissimo e – a 42 anni – abbia un fisico da ragazza. Le andrebbe bene passare alla commedia, dopo tanti polizieschi e guerre di Tv-mafia, anche per smentire quell’aria vagamente drammatica che, forse a causa dei colori intensi, le si è soliti associare. Ma alla fine, l’unico modo per cambiare immagine Simona Cavallari lo ha preso per i capelli. Così, per il nuovo personaggio – il commissario Viola Mantovani, protagonista della serie Le mani dentro la città – ha deciso di «darci un taglio».

È stata dura tagliarsi i capelli, dopo tanti anni?
«È stato complicato trattare con il produttore, Pietro Valsecchi, che li avrebbe voluti più lunghi: si sa che agli uomini le donne con i capelli troppo corti fanno paura. Seguiva su Skype le operazioni del parrucchiere, cercando di fermarlo».
Il risultato le piace?
«All’inizio mi sentivo come Sansone, come se avessi perso le forze. Mia mamma mi diceva: “Ma che hai fatto? I capelli sono una delle cose più belle che hai!”».
Rapporto difficile?
«Da ragazza sì. Ora invece mamma mi aiuta molto».
Immagino che di aiuto avrà bisogno: tre figli – Pablo e Santiago, di 11 e 10 anni, avuti da Daniele Silvestri; Levon, 2, dallo stuntman Roberto Libertini – e nessun fidanzato. O sbaglio?
«No, con Roberto ci siamo lasciati da quasi un anno».
È stato doloroso come l’altra volta?
«Ogni separazione è dolorosa, ma con Daniele siamo stati insieme 12 anni. Lui era la mia famiglia, faceva parte di me».
Dopo Silvestri, lei aveva detto che sarebbe andata con i piedi di piombo nel presentare un nuovo uomo ai suoi figli, per paura che si affezionassero e soffrissero per un’eventuale rottura...
«Con Roberto non c’è mai stata convivenza stabile. Certo, era una figura maschile di riferimento, e i maschi ne hanno bisogno. A loro piaceva quest’uomo che guida le moto, i motoscafi, per lavoro fa cose pericolose: lo vedevano forte e protettivo, e lo consideravano un figo».
La separazione l’ha decisa lei?
«Un po’. A gennaio ho perso mio padre e ho pensato alle mie priorità».
Quali erano?
«La mia serenità, per poterla dare ai figli. Non potevo più stare in un rapporto che mi creava ansie o insicurezze».
Crescendo, come cambia il modo di amare?
«Metti un po’ più di freno. E forse mi sono appoggiata a quest’uomo concreto, così diverso da un artista come Daniele, sempre con la testa fra le nuvole. Roberto mi ha consolato in un momento in cui mi sentivo fragile, sola».
E ora che è di nuovo sola, come sta?
«È dura: passi il giorno a dedicarti a qualcuno, poi arriva la sera, i bambini dormono, e non c’è nessuno che si dedica a te».
Lei non si è mai sposata: le sarebbe piaciuto?
«Quand’ero più giovane, no. Ma ora mi piacerebbe l’idea di farsi una promessa».
Quindi crede che ci sarà un altro?
«Sì. Prima mi annullavo nei rapporti, ero dipendente, ma ho lavorato su di me».
Come sono i rapporti fra i padri dei suoi figli?
«Non si frequentano, non siamo una famiglia allargata».
Amici ce ne sono?
«Abito in un posto isolato, è difficile fare vita sociale. E poi gli amici si schierano».
E non l’hanno fatto dalla sua parte?
«Io sono un po’ orsa, Daniele lo è meno, e aveva tanta gente intorno per via della musica, mentre io non frequentavo il mondo del cinema. Le mie amicizie sono legate a quelle dei bambini, alle loro mamme».
Saranno diverse da lei.
«Non quando vado a scuola al mattino, in tuta e arruffata. Pablo e Santiago stanno sempre a controllarmi: “Perché ti sei messa i tacchi? Non mi piaci. Perché ti trucchi? Non mi piaci”. Non mi posso più mettere in topless, io che abito di fronte al mare, mi dicono che sono “troppo strana”».
Chissà cosa pensano quando la vedono in Tv, dove è spesso in divisa. In cosa il suo nuovo personaggio è diverso da Claudia Mares, la protagonista di Squadra antimafia che le ha dato popolarità?
«L’unica cosa in comune è che anche qui non ho un fidanzato. Viola non è una donna d’azione come la Mares. E qui non si combatte la mafia, ma le infiltrazioni della ’ndrangheta a Milano, dove i suoi tentacoli arrivano anche nelle istituzioni come il Comune o la polizia».
La polizia ha protestato?
«Nella serie c’è un “incidente diplomatico” con la celere, e la polizia non era contenta. Ma l’abbiamo tenuto...».
Progetti futuri?
«Stare vicina ai miei figli, che iniziano ad avere problemi adolescenziali».
Problemi come?
«L’altro giorno mi lamentavo perché avevo lavorato tanto. Pablo mi ha detto: “Hai cambiato lavoro? Fai il muratore?”».
Il bullismo esiste nella loro scuola?
«Sì, e gli insegnanti ne parlano molto. Una mattina ho accompagnato Pablo e non voleva scendere dall’auto finché non si apriva il cancello. Mi sono fatta mille film. Fa la prima media, è piccolino, magari lo prendono in giro per i ricci. Però adesso fa kickboxing, e questo gli dà sicurezza».