Paolo Mastrolilli, La Stampa 2/3/2014, 2 marzo 2014
CALCIO, PAZZA IDEA DAGLI USABANDIRE IL COLPO DI TESTA
Gli Stati Uniti vogliono mettere al bando il colpo di testa, inteso come azione nel gioco del calcio, almeno per i bambini. Niente più zuccate al pallone, perché danneggiano il cervello. Il dibattito è agli inizi, ma si sta già facendo strada nei media. I sospetti esistevano da tempo, però nel 2012 è avvenuto l’episodio che ha avviato la campagna: la morte di Patrick Grange, un giocatore semiprofessionista di college, colpito a 29 anni dal Lou Gehrig’s Disease. Secondo Ann McKee, la neuropatologa della Boston University che aveva esaminato il suo cervello dopo il decesso, non è certo che la malattia sia stata provocata dai colpi di testa, ma Grange li faceva molto spesso e aveva iniziato a praticarli quando aveva appena tre anni d’età. Finora l’attenzione si era concentrata soprattutto sui danni che i contrasti nel football generano nel cervello, ma ora si sta allargando anche al calcio. Soprattutto nel caso dei bambini, i medici sostengono che il loro fisico non è ancora abbastanza formato per sopportare tutte quelle botte ripetute. Le prove definitive sul piano scientifico ancora non esistono, ma i genitori iniziano a chiedere che il colpo di testa sia bandito.