Andrea Andrei, Il Messaggero 5/3/2014, 5 marzo 2014
LA CASSA DI APPLE NELLE MANI DEL SUPERMANAGER LAUREATO ALLA LUISS
ROMA Una carriera lampo, così come piace agli americani. Solo che lui, Luca Maestri, è nato e cresciuto a Roma dove si è anche laureato. Oggi è il numero due designato di una delle più grandi aziende del mondo, Apple. È stato nominato ieri nuovo cfo, l’equivalente del direttore finanziario che opera nelle aziende italiane. In pratica, a lui fa capo la gestione della liquidità di Apple, valutata in 160 miliardi di dollari. Il cinquantenne Maestri succede a Peter Oppenheimer, storico manager della Mela che lascia dopo aver ricoperto il ruolo di cfo dal 2003.
Maestri è entrato nell’azienda di Cupertino solo un anno fa, a marzo 2013, dopo una carriera ventennale come top manager in General Motors, Nokia-Siemens e Xerox. Già si sapeva che sarebbe andato lontano, ed è lo stesso Tim Cook, ceo di Apple, a raccontarlo: «Abbiamo incontrato Luca quando cercavamo un corporate controller, e abbiamo capito subito che sarebbe stato un ottimo successore di Peter». Uno degli aspetti che più pesa sul curriculum del prossimo direttore finanziario di Cupertino è probabilmente la sua conoscenza dei mercati asiatici, che hanno un ruolo cruciale nelle strategie future di Apple. Maestri infatti, dopo essersi laureato in Economia alla Luiss nel 1988 e aver conseguito un master in Scienze del management a Boston, ha lavorato in America, in Europa e anche in Asia.
FORMATO ALLA LUISS
«Per noi è un grande orgoglio, è il nostro Oscar»: non nasconde la sua gioia Giovanni Lo Storto, direttore generale della Luiss Guido Carli. «Luca - commenta Lo Storto - ha vissuto e lavorato in molti Paesi, ma ha esportato all’estero il nostro modello, quello che cerchiamo di insegnare all’università». Ma che non si parli di fuga di cervelli: «I confini ormai non esistono più: bisogna preparare i nuovi talenti a fare bene nel loro Paese ma anche a confrontarsi con nuove sfide altrove».
A partire dagli inizi di giugno, Maestri affiancherà Oppenheimer per poi prendere il suo posto alla fine di settembre. Un’eredità, quella di Oppenheimer, non facile da raccogliere. Il manager entrò nell’azienda di Cupertino nel 1996, quando la rivoluzione degli iPod era ancora lontana e Apple viveva un momento di grande crisi, poi superata grazie al ritorno di Steve Jobs. Durante la sua permanenza in Apple, il fatturato annuo dell’azienda è passato da 8 miliardi a 171 miliardi. La palla ora passa all’estro italiano.