Carlo Tecce, Il Fatto quotidiano 5/3/2014, 5 marzo 2014
Quando ottenne il diploma liceale, la premurosa mamma, governante milanese che accudiva i Berlusconi in via Rovani, la presentò al dottore che stava per cedere a incipiente calvizie
Quando ottenne il diploma liceale, la premurosa mamma, governante milanese che accudiva i Berlusconi in via Rovani, la presentò al dottore che stava per cedere a incipiente calvizie. Adesso Marinella Brambilla, cinquant’anni, un secondo matrimonio e un primo bambino, non riconosce più l’adorato Cavaliere, che la consolava nei turni senza stacchi con mazzi di fiori e vassoi di dolci: non sarà licenziata (come scriveva il Messaggero di domenica), ma avrà un contratto ridotto, per orario e potere. Perché le stagioni, nonostante quelle fisiologiche di Berlusconi siano sfalsate, ovviamente s’allude al capello crescente, finiscono sempre con malinconia. E il Berlusconi non più senatore, sospeso fra i servizi sociali e i domiciliari romani, procede spedito verso un bizzarro incarico di padre nobile (e costituente) con la corte rinnovata: la fidanzata Francesca Pascale, l’onnipresente Maria Rosaria Rossi, e la falange di avvocati armata di codici e cavilli. Questa è la massima espressione di rottamazione per il Cavaliere, che s’è perduto, in spazi di oblio, anche l’instancabile Paolino Bonaiuti, che stava lì, affabulatore, a ricamare tattiche con la stampa, a ispirare retroscena, a indirizzare la rivoluzione (liberale). Marinella stava riservatamente dietro, dove il sipario non fa vedere le quinte, smistava le telefonate, sopravviveva da centralinista, incrociava nani, ballerine, avventori, faccendieri. Quando fu interrogata dai magistrati per aiutare a decifrare il rapporto fra il Capo e Lavitola, a Marinella fu sottoposto un quesito quasi sentimentale: l’amico Valterino pressava per avere soldi, come reagiva Berlusconi? La signora Brambilla, che ancora presidiava palazzo Grazioli, cesellò due parole con immane sforzo: "Infastidito e piccato". E neanche la cortese Marinella sopportava l’arrembante Lavitola: "Ho capito, non mi rompere più. Fai il bravo su", diceva a Valterino, il discolo, che mandava emissari a raccogliere le banconote. La pratica era fastidiosa, richiedeva pazienza, Marinella, però, eseguiva l’ordine del Capo e non discuteva: "Ok, allora riusciamo a stampare dieci foto. Viene il solito Juannino?", un collaboratore peruviano di Lavitola. A ogni singola foto corrispondeva una somma di denaro. Marinella non ha mai frequentato i salotti romani, le serate danzanti o eleganti, ma l’aderenza al Capo l’ha (spesso) trascinata in Tribunale. O per ossequiosa compagnia o per rispondere a un’accusa. Ma senza subire condanne definitive: imputazione per falsa testimonianza, fu assolta in Cassazione. La signora Marinella ha attraversato le molteplici esistenze di Berlusconi, e non ha interrotto l’amicizia con Veronica Lario. Al matrimonio con l’uomo della sicurezza del Capo, pochi anni fa a Lesmo, Veronica c’era, il Cavaliere no. Tanti divorzi cominciano con il fatidico sì.