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 2014  marzo 05 Mercoledì calendario

CENTENARIE ALLA RISCOSSA


Hanno camminato molto. Hanno lavorato in campagna, in casa, nei laboratori, nelle industrie o nelle scuole. Hanno preparato pasti semplici con proteine vegetali e bevuto un po’ di vino rosso. Hanno affrontato la vita da capo tribù, mai remissive e pessimiste. Pochi tratti per disegnare il profilo delle 12.916 centenarie, o ultracentenarie, italiane. Donne che, da Trento a Palermo, hanno avuto una vita più o meno uguale.
Donne che, nonostante l’età, stanno tutto sommato bene, dicono i geriatri che conoscono le loro analisi del sangue: colesterolo basso, glicemia in ordine, peso giusto, pressione nella norma. È un esercito in crescita quello delle centenarie. «Nei prossimi dieci-quindici anni - fa da sapere Giuseppe Paolisso presidente della Società italiana di geriatria - il loro numero raddoppierà. Pensiamo ad un’Italia prossima ventura popolata da donne che hanno oltre un secolo. Gli uomini over cento saranno sempre molti meno, il rapporto è, infatti, di otto a due. Perché le femmine sono più protette dei maschi dalle malattie, prima della menopausa in particolare».
IL RECORD
Contiamo 16.145 ultracentenari, negli ultimi dieci anni da noi la vita media è aumentata di 2,4 anni per lui e 1,7 per lei. Lunedì scorso un compleanno record nel Bresciano: Bartolomea De Maria, per tutti a Cimbergo la “maestra Lina”, ha spento 110 candeline. Insegnante elementare per 45 anni. «Da sempre - racconta - mi piace mangiare tanto latte con i biscotti. Ma assaggio un po’ di tutto». Una vita in cattedra, la maestra non si è sposata ed è abituata a comandare. Anche adesso.
Tra dieci anni le donne ultracentenarie sfioreranno le trentamila, dunque. «Un 8 marzo dedicato a loro - suggerisce Paolisso - sia sabato prossimo che nel futuro. Anche le più grandi devono essere protagoniste, hanno molto da raccontare e da insegnare. Soprattutto in fatto di salute. Noi visitiamo signore che, per andare a lavorare o a scuola, hanno camminato tanto in gioventù e hanno anche mangiato il giusto. A volte troppo poco vista l’epoca ma non si sono mai lasciate andare forti di una tradizione che insegna il risparmio. Stiamo preparando una medicina che dovrà occuparsi di donne che sono riuscite ad arrivare al traguardo dei cento ma che avranno, comunque, bisogno di attenzione e accudimento».
LE BUONE ABITUDINI
Le bisnonne come esempio. Donne che, inconsapevolmente, hanno protetto la loro salute. Mica che sapevano nulla delle calorie, del peso forma, del bilanciamento tra carboidrati e proteine, della palestra. I geriatri ascoltano le vite di queste “grandi vecchie” e poi, quando è possibile, le mettono a confronto con il quotidiano delle loro nipoti e bisnipoti. Stress, velocità, poco movimento una tavola in cui è calato il consumo dell’olio extravergine (per risparmiare), il pesce e anche la frutta. L’eredità del boom economico potrebbe, secondo i geriatri, fare ancora da ombrello di protezione alle nate negli anni Cinquanta ma poi? «Rimbocchiamoci le maniche - è ancora Paolisso a parlare - e facciamolo sapere alle donne se vogliono, tra trenta o quaranta anni, avere il privilegio delle loro antenate».
Proprio in previsione di un futuro da centenarie l’istituto di biorobotioca della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ha dato vita a Robot-Era. Un “badante” in grado di aiutare e interagire con gli anziani: 70 nonni pisani stanno sperimentando i robot. Che aiutano a fare la spesa on line, a ricordare quando prendere i farmaci e aiutano per una passeggiata. Le donne entusiaste.