Luciano Mondellini, Milano Finanza 5/3/2014, 5 marzo 2014
FIAT DAL 1° OTTOBRE A WALL STREET
Sergio Marchionne ha un sogno: quotare il 1° ottobre a Wall Street la sua nuova creatura, quella Fiat Chrysler Automobiles (Fca) che nascerà dall’aggregazione della casa automobilistica torinese con quella statunitense. «La quotazione a New York di Fca il 1° ottobre è il nostro sogno, ma mi dicono che c’è tanto da fare.
Se non sarà il 1° ottobre sarà il 1° novembre o il 1° dicembre», ha dichiarato ieri Marchionne al Salone dell’Auto di Ginevra, non nascondendo quindi le difficoltà burocratiche che ostacolano la realizzazione di questa operazione in tempo così stretti. Lo sbarco a Wall Street il 1° ottobre, spiega una fonte finanziaria, non sarebbe di poco conto in quanto in questo modo Fca potrebbe contabilizzare un intero trimestre sfruttando completamente la nuova struttura, che oltre alle sedi fiscale nel Regno Unito e legale in Olanda prevede la quotazione primaria negli Stati Uniti per sfruttare la grande liquidità di quel mercato dei capitali. In pratica un intero trimestre di prova prima che nel 2015 inizi il primo bilancio con la nuova struttura organizzativa a regime.
Lo sbarco sulla borsa statunitense sarà preceduto da importanti passi quali l’assemblea degli azionisti che si terrà il 31 marzo e soprattutto la presentazione del nuovo piano industriale che, come annunciato ieri da Marchionne, sarà svelato il 6 maggio a Detroit, che quindi assurge ufficialmente a sede operativo della società automobilistica italo-americana.
Tuttavia il manager italo-canadese non è sceso in grandi dettagli del business plan. In merito al possibile bond convertendo, Marchionne ha espresso l’auspicio di «parlarne dopo il completamento della fusione» tra Fiat e Chrysler e comunque «nel quarto trimestre, se non l’anno prossimo». L’amministratore delegato di Fiat Chrysler ha inoltre ribadito l’intenzione di non chiedere «un aumento di capitale in queste condizioni» perché «sarebbe una distruzione di valore per Fiat». Inoltre ha il confermato che l’emissione di un bond convertendo «resta una delle opzioni; non voglio esprimere alcun giudizio sul fatto che lo faremo o non lo faremo». Le altre opzioni, come spiegato in settimana in un report di Mediobanca, sono un’ipo di Maserati o la cessione di una quota di Ferrari ad Exor stessa o a un pool di banche
Ieri intanto è stata svelata la Jeep Renegade, primo suv compatto del marchio americano costruito in Italia, nello stabilimento di Melfi in Basilicata. Il nuovo suv sarà anche il primo modello a uscire dalle linee di assemblaggio dello stabilimento attualmente in fase di costruzione di Pernambuco, in Brasile, e sarà prodotto anche in Cina a partire dal 2016. Il presidente di Jeep Mike Manley ha sottolineato che con il Renegade l’obiettivo di vendite per il 2014 è aumentato da 800 mila a 1 milione di unità. Sul questo fronte, se la Cina è ormai diventata prioritaria per il gruppo con il prossimo avvio della produzione proprio del Renegade, problemi arrivano dal fronte russo. «Stiamo ancora lavorando sulle alternative» sul progetto in Russia, ha precisato Marchionne, paventando possibili impatti sulle scelte di Fiat dall’attuale crisi diplomatica tra Mosca e Kiev.
Ieri a Piazza Affari il titolo Fiat ha chiuso a 7,7 euro con un balzo del 4,4% beneficiando dell’ottima giornata complessiva della borsa e dei dati delle immatricolazioni di febbraio in Italia.