Il Sole 24 Ore 5/3/2014, 5 marzo 2014
MPS E LE SVALUTAZIONI SU SORGENIA
Di tutte le banche coinvolte nella trattativa sul debito di Sorgenia, ce n’è una che, al di là di come si chiuderà la partita, ha già perso dei soldi. È Mps, che non solo è tra i più grandi creditori di Sorgenia, ma è anche azionista. Un azionista quasi simbolico con l’1,17% del capitale, ma non per questo meno danneggiato dalla debàcle di Sorgenia che ha cumulato perdite tra il 2012 e i primi nove mesi del 2013 per oltre 600 milioni. Mps ha quella quota dal 2007 quando presidente era Giuseppe Mussari. Iscritta a bilancio per 33 milioni era lievitata fino a 47 milioni nel 2010. Si poteva fare una piccola plusvalenza. E invece no. È arrivato il crollo e già nel bilancio del 2012 Mps ha portato il valore di Sorgenia da 40 milioni a soli 7,7 milioni, l’80% in meno. Non si capisce perchè una banca debba essere azionista di una società elettrica. Cumuli il rischio di credito e quello di capitale. Mps ha fatto il passo più lungo della gamba. Non che il resto del sistema bancario abbia dimostrato grande senno, dato che dal 2009 ha incrementato l’esposizione nei confronti del gruppo energetico per 600 milioni (quelli oggi considerati in eccesso) proprio quando la marginalità di Sorgenia cominciava a flettere paurosamente. E ora le banche (tutte) si accollerranno il rischio di fare gli azionisti della malconcia Sorgenia. (Fa.P.)