Varie, 5 marzo 2014
Rossetto per Sette – Ricercatori dell’Università di Manchester, utilizzando un software in grado di controllare la direzione dello sguardo, hanno dimostrato che, durante il primo incontro, gli occhi maschili sono prima di tutto attratti dal colore delle labbra femminili, specie se tinte con nuance intense
Rossetto per Sette – Ricercatori dell’Università di Manchester, utilizzando un software in grado di controllare la direzione dello sguardo, hanno dimostrato che, durante il primo incontro, gli occhi maschili sono prima di tutto attratti dal colore delle labbra femminili, specie se tinte con nuance intense. Durante la seconda guerra mondiale Churchill ordinò di razionare tutti i cosmetici tranne i rossetti, asserendo che alzavano il tono dell’umore delle truppe. Il rossetto è un gel ceroso, formato da cere con oli, grassi e resine, colorato con pigmenti, che viene colato allo stato fuso in stampi. Lipstick Index (indice del rossetto), fenomeno per cui, nei momenti di recessione economica, le vendite di rossetto vanno alla grande. Negli Stati Uniti i rossetti hanno registrato un incremento dell’11% nell’ultimo anno. Nel 2010 le italiane hanno speso per rossetti e lucidalabbra 157 milioni di euro (per fare un esempio: gli ombretti si sono fermati a 52 milioni di euro). Mette il rossetto il 92% delle italiane tra 45 e 54 anni e l’82% tra 35 e 44 anni. Nelle regioni del nord-ovest è usato dal 37% delle donne, mentre nel meridione dal 54%. Una donna su due lo usa tutti i giorni o quasi, e più aumenta l’età più l’utilizzo diventa regolare. Colori prediletti: beige cannella (22,9%); rosa delicato e rosa carne (21%), rosso fuoco (11,5), rosso scuro (11%). L’azienda giapponese di cosmetici Shiseido ha scoperto che il 54% degli uomini preferirebbe che le donne vi rinunciassero: «Sporca troppo». Le geishe mettono il rossetto con un sottile pennello. Tecnica di dipingere solo il labbro inferiore, per farlo sembrare più turgido. Il primo rossetto della storia, quello ritrovato a Ur (nell’attuale Iraq meridionale) nella tomba della principessa sumera Shub-ad e risalente al 2800 a.C.: una scatolina d’oro con dentro una pasta fatta di polvere rossa, olio di sesamo ed essenza di rosa, vicino un pennellino applicatore. Uomini e donne egiziane si tingevano regolarmente le labbra mescolando ossido salino di piombo o ocra arancione con grasso animale. I greci preferivano tonalità marroni ottenute da polveri argillose. Per realizzarli mescolavano saliva, sudore di pecora e feci di coccodrillo. Nella Roma Imperiale il rossetto veniva messo anche nelle statue degli Dei durante le celebrazioni religiose, mentre gli individui preferivano il “purpurrissimum” ottenuto dal solfuro di mercurio. Il primo bastoncino di rossetto nel XVII secolo, una pasta semisolida a base di terra rossa, appiccicata su un legnetto e seccata al sole. Per usarlo, occerreva inumidirlo sputacchiandoci su. Nel 1650 il Parlamento britannico dichiarò illegale il rossetto o, come allora veniva chiamato, il «vice of painting», il vizio della pittura. La proposta non divenne mai legge. Le inglesi del Settecento, poiché il rossetto era giudicato immorale, succhiavano mele granate. Roger & Gallet inventò il rossetto in un contenitore di cartone munito di stantuffo. Nel 1915 Maurice Levy mise sul mercato il rossetto con il contenitore moderno in plastica o metallo. Conservata come una reliquia la coppa con la traccia di rossetto lasciata da Evita Perón durante una serata di gala al teatro Colón. Mick Jagger prestava volentieri le sue labbra ai rossetti della mamma, presentatrice di cosmetici per la Avon. «Nel Settecento l’uomo tirava di spada, passava da un letto femminile all’altro, però poi metteva il rossetto e la cipria» (lo stilista Tom Ford). Durante la visita a Roma del ’38 Mussolini notò che Hitler usava il rossetto per nascondere il pallore del volto. Eva Braun si prese una violenta sfuriata da Hitler l’unica volta che gli si parò davanti con le labbra velate da un filo di rossetto: «L’unico trucco concesso alle donne tedesche deve essere il sangue dei soldati uccisi sui campi di battaglia». È l’articolo più rubato nelle profumerie. Christian Dior creò nel 1953 il rossetto Rouge Dior, con l’intenzione di «voler vestire il sorriso delle donne». Oggi le nuance sono trentadue, ma la tinta originale è il Rouge 999, ancora di successo. Lorella De Luca, prima valletta del “Musichiere” nel 1959, anche nota perché a 18 anni guidava una spider «foderata della stessa tonalità del mio rossetto». Secondo il magazine “Glamour”, con un uso regolare, se ne consumano quattro chili in una vita. Ogni donna, in tutta la sua vita, manda giù inavvertitamente circa due chili di rossetto. Le dive del bianco e nero portavano rossetti violacei o tendenti al nero per far risaltare sullo schermo il pallore dell’incarnato. Con le pellicole a colori furono abbandonati in favore del rosso acceso. La regina Elisabetta, nei momenti più importanti, mette il rossetto Balmoral Blue, con sfumatura rosso-blu, creato apposta per lei. Liz Taylor sul set pretendeva di essere l’unica attrice a indossare il rossetto. Talvolta anche George Washington indossava il rossetto, abbinandolo a cipria, fard e parrucca. Nel Kansas del 1915 era vietato dipingersi le labbra di rosso a persone di età inferiore a 44 anni (il reato si chiamava «young red lips»). I ricercatori dicono che le donne anziane che si mettono il rossetto hanno postura ed equilibrio migliori delle altre e cadono di meno. Ciò perché questa azione di precisione esercita e sviluppa il coordinamento. La Berkeley University, analizzando trentadue rossetti e lucidalabbra di sette marche differenti, ha scoperto che contengono piombo, cromo, cadmio, alluminio, titanio e altri metalli tossici per la salute. «Cosa metti nel rossetto per ridurli così? Cloroformio?» (Jane Russell a Marilyn Monroe in Gli uomini preferiscono le bionde).